Panoramica sulle distorsioni e sulle altre lesioni ai tessuti molli

DiDanielle Campagne, MD, University of California, San Francisco
Revisionato/Rivisto lug 2023
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

Le distorsioni sono lacerazioni nei legamenti articolari; le distorsioni (gli stiramenti) invece sono lacerazioni nelle strutture muscolari. Le lacerazioni (rotture) possono anche verificarsi nei tendini.

Oltre a distorsioni, stiramenti e lesioni ai tendini, le lesioni muscoloscheletriche includono

Le lesioni muscolo-scheletriche sono frequenti e variano notevolmente per il meccanismo di insorgenza, per la gravità e il tipo di trattamento. Gli arti, la colonna vertebrale e la pelvi possono essere colpiti da tali traumi.

Le lesioni muscolo-scheletriche possono verificarsi da sole o come parte di un politrauma (vedi Approccio al paziente traumatizzato). La maggior parte delle lesioni muscolo-scheletriche è il risultato di un trauma contusivo, ma anche un trauma penetrante può danneggiare le strutture muscolo-scheletriche.

(Vedi anche Approccio agli infortuni sportivi.)

Fisiopatologia delle distorsioni e delle altre lesioni ai tessuti molli

Distorsioni e stiramenti

Le lacerazioni dei legamenti o dei muscoli possono essere classificate come

  • 1o grado: lievi (le fibre sono distratte, ma intatte, o solo alcune fibre sono sfibrillate)

  • 2o grado: parziali (quasi tutte le fibre risultano lesionate)

  • 3o grado: complete (tutte le fibre sono completamente strappate)

Lesioni tendinee

Le lesioni tendinee possono essere parziali o complete.

In caso di lesioni complete, viene persa la motilità del muscolo collegato al tendine leso.

Le lacerazioni parziali possono essere causate da un singolo evento traumatico (p. es., trauma penetrante) o da sollecitazioni ripetute nel tempo (sollecitazioni croniche che causano tendinopatia). La motilità è spesso conservata, ma le lacerazioni parziali possono progredire verso lesioni complete, particolarmente quando è applicata un importante e ripetitiva forza.

Cicatrizzazione

Molte lesioni parziali nei legamenti, nei tendini, nei muscoli guariscono spontaneamente.

Le lacerazioni complete spesso richiedono un intervento chirurgico per ripristinare l'anatomia e la funzione.

La prognosi e il trattamento variano notevolmente a seconda della posizione e la gravità della lesione.

Complicanze

Le complicanze serie di distorsioni, sforzi e lesioni del tendine sono rare ma possono causare un'alterazione funzionale permanente.

Le complicanze acute (associate alle lesioni) includono le seguenti:

  • Emorragia: il sanguinamento (p. es., ecchimosi) accompagna tutte le lesioni significative dei tessuti molli.

  • Lesioni vascolari: raramente, ciò che sembra essere una distorsione grave può essere una lussazione spontaneamente ridotta (p. es., del ginocchio), che può essere accompagnata da una lesione arteriosa pericolosa per gli arti.

  • Lesioni nervose: i nervi possono essere danneggiati se allungati o da lesioni associate come fratture o lussazioni o da colpi bruschi o lesioni da schiacciamento. Quando i nervi sono contusi (situazione chiamata neuroaprassia), la conduzione nervosa è bloccata, ma il nervo non è strappato. La neuroaprassia provoca temporaneo deficit motorio e/o sensoriale; la funzione neurologica viene ristabilita completamente in circa 6 o 8 settimane. Quando i nervi sono schiacciati (situazione chiamata assonotmesi), l'assone è lesionato, ma non lo è la guaina mielinica. Questa lesione è più grave della neuraprassia. A seconda dell'entità del danno, il nervo può rigenerarsi nel corso di qualche settimane o anni. Le interruzioni di continuità di un nervo (chiamate neurotmesi) sono solitamente causate da lesioni aperte. I nervi strappati non guariscono spontaneamente e devono essere riparati chirurgicamente.

  • Sindrome compartimentale: raramente un gonfiore è abbastanza grave da provocare una sindrome compartimentale. La pressione tissutale aumenta in uno spazio chiuso fasciale, interrompendo l'irrorazione vascolare e riducendo la perfusione sanguigna dei tessuti. La sindrome compartimentale non trattata può portare a rabdomiolisi, ad iperkaliemia, e ad infezioni. Essa può anche causare retrazioni, deficit sensoriali, e paralisi. La sindrome compartimentale minaccia la vitalità dell'arto (persino fino a richiederne l'amputazione) e la sopravvivenza.

Le complicanze a lungo termine comprendono:

  • Instabilità: varie lesioni legamentose, in particolare le distorsioni di 3° grado, possono portare a un'instabilità articolare. L'instabilità può essere invalidante e aumenta il rischio di artrosi.

  • Rigidità e un range di movimento compromesso: la rigidità è più probabile se un'articolazione ha bisogno di un'immobilizzazione prolungata. Il ginocchio, il gomito e la spalla sono particolarmente soggetti a rigidità post-traumatica, soprattutto in età avanzata.

  • Artrosi: le lesioni che provocano instabilità articolare predispongono a sollecitazioni articolari ripetute che possono danneggiare la cartilagine articolare e portare all'artrosi.

Valutazioni delle distorsioni e sulle altre lesioni ai tessuti molli

  • Valutazione delle lesioni gravi

  • Anamnesi ed esame obiettivo

  • Radiografie se necessarie per verificare eventuali fratture

La diagnosi di distorsioni, deformazioni e lesioni del tendine deve includere una storia approfondita e un esame obiettivo, che sono spesso sufficienti per la diagnosi.

In pronto soccorso, se l'evento traumatico della lesione suggerisce delle lesioni potenzialmente gravi o multiple (come nel caso di un incidente stradale ad alta velocità o di una caduta dall'alto), i pazienti vengono dapprima controllati interamente per escludere lesioni agli organi e, se necessario, vengono rianimati (vedi Approccio al paziente traumatizzato).

I pazienti devono essere controllati per fratture e lussazioni così come per i legamenti, i tendini ed i muscoli; talvolta parte di questa valutazione è postergata fino a quando si è esclusa la presenza di una frattura.

Anche les articolazioni sopra e sotto l'articolazione lesa devono essere esaminate.

Anamnesi

L'anamnesi si concentra su

  • Meccanismo della lesione

  • Traumi pregressi

  • Momento dell'esordio del dolore

  • Estensione e durata del dolore prima, durante e dopo l'attività

I medici devono anche chiedere informazioni sull'uso dei farmaci (p. es., fluorochinoloni, corticosteroidi) che aumentano il rischio di lesioni tendinee.

Il meccanismo della lesione (p. es., la direzione e la potenza della forza traumatica) può suggerire il tipo di lesione. Tuttavia, molti pazienti non ricordano o non possono descrivere l'esatta dinamica del trauma.

Se un paziente riferisce una lussazione anatomica che si è ridotta prima della valutazione medica, la deformità deve essere considerata come una lussazione vera che si è ridotta spontaneamente.

Un rumore tipo schiocco o scroscio percepito al momento del trauma può essere predittiva di una lesione tendinea o legamentosa (o una frattura). Di solito le lesioni legamentose gravi causano un dolore immediato; il dolore che inizia ore o giorni dopo il trauma è indicativo di lesioni di lieve entità.

Esame obiettivo

L'esame obiettivo comprende

  • Valutazione neurologica e vascolare

  • Ispezionare per valutare eventuali deformità, edema, ecchimosi, ferite aperte ed alterazioni della motilità degli arti

  • Palpazione per verificare la dolorosità, il crepitio ed i difetti evidenti nelle ossa o nei tendini

  • Esame obiettivo delle articolazioni poste prossimalmente o distalmente l'area lesionata

  • Dopo che sono state escluse eventuali fratture e lussazioni (con l'esame clinico o radiografico), si esegue lo stress test delle articolazioni colpite per controllare il dolore e l'instabilità

Se la contrattura muscolare e il dolore limitano l'esame obiettivo (e in particolare il test da stress), l'esame diventa talvolta più facile dopo la somministrazione di un analgesico sistemico o di un anestetico locale. O l'arto interessato dal trauma può essere immobilizzato fino a quando la contrattura muscolare e il dolore diminuiscono, di solito per alcuni giorni, e il paziente può essere riesaminato in un secondo momento.

La presenza di una deformità anatomica suggerisce una lussazione, una sublussazione (perdita parziale dei rapporti articolari delle ossa di un'articolazione) o una frattura.

Il gonfiore comunemente indica un significativo danno muscolo-scheletrico, ma può svilupparsi molte ore dopo l'evento traumatico. Se nessun edema si verifica entro breve tempo, è improbabile che si sia verificata una lesione legamentosa.

La tumefazione è presente in quasi tutte le lesioni, e in molti pazienti, la palpazione intorno l'area interessata dal trauma provoca dolenzia. Tuttavia, un notevole aumento del dolore in una zona ben localizzata (punto dolente) può suggerire una distorsione (o frattura). La circoscritta dolenzia legamentosa e il dolore che si accentua stressando l'articolazione sono compatibili con una distorsione. Con alcune lacerazioni complete del muscolo o del tendine, può essere riconosciuto durante la palpazione un difetto della struttura offesa.

L'instabilità articolare grossolana suggerisce una grave distorsione legamentosa (o lussazione, che può essere spontaneamente ridotta).

Lo stress test viene effettuato per valutare la stabilità di un'articolazione traumatizzata; tuttavia, qualora si sospetti una frattura o se i pazienti hanno un dolore marcato, un gonfiore o spasmi, lo stress test viene eseguito dopo che una radiografia abbia escluso la presenza di una lesione ossea. Il test stress al letto del paziente è eseguito aprendo passivamente l'articolazione in una direzione di solito perpendicolare al normale range di movimento (sollecitazione). Poiché la contrattura muscolare durante una lesione dolorosa acuta può mascherare l'instabilità articolare, i muscoli circostanti vanno rilassati il più possibile e gli esami clinici vanno eseguiti gentilmente, poi ripetuti con un po' più di forza di volta in volta. I reperti vanno confrontati con quelli dell'arto controlaterale normale, ma possono essere limitati da elementi soggettivi.

I reperti clinici possono aiutare a differenziare tra una distorsione di 2°e di 3° grado:

  • Le distorsioni di 2° grado: la sollecitazione articolare è dolorosa e l'apertura dell'articolazione è limitata.

  • Le distorsioni di 3° grado: lo stress è meno doloroso perché il legamento è completamente rotto e, non essendoci stiramento, l'apertura articolare è significativa.

Se, nonostante l'uso di analgesici o anestetici locali, uno spasmo muscolare è ancora severo, l'esame deve essere ripetuto dopo alcuni giorni quando lo spasmo è passato.

Consigli ed errori da evitare

  • La prova da stress può essere meno dolorosa nelle distorsioni 3o grado rispetto quella nelle distorsioni 2o grado.

Alcune lacerazioni parziali tendinee possono sfuggire a un iniziale esame clinico poiché la funzione articolare appare integra. Una qualsiasi delle seguenti situazioni suggeriscono lacerazioni tendine parziali:

  • Dolorabilità tendinea

  • Dolore quando l'articolazione viene mossa attraverso il suo range di movimento

  • Disfunzione

  • Astenia

  • Difetti palpabili

Le lesioni parziali possono diventare lesioni complete se i pazienti continuano ad utilizzare l'articolazione traumatizzata. Se il meccanismo della ferita o l'esame obiettivo suggeriscono una presenza di una lesione parziale del tendine o se l'esame è insoddisfacente, si deve applicare una stecca per limitare il movimento e pertanto la possibilità di un'ulteriore lesione. Successivamente all'esame obiettivo, eventualmente aiutati da una RM, si può ulteriormente quantificare l'entità della lesione.

L'attenzionare alcune aree durante l'esame obiettivo può essere utile per evidenziare traumi comunemente non rilevati (vedi tabella Esame obiettivo per alcune lesioni delle parti molli comunemente non rilevate).

Tabella
Tabella

Se l'esame obiettivo è normale in un'articolazione che i pazienti indicano come dolorosa, la causa può essere dolore riferito. Per esempio, i pazienti con una ferita sternoclavicolare possono sentire dolore alla loro spalla. Pertanto, i medici devono sempre esaminare l'articolazione sopra e sotto la lesione.

Diagnostica per immagini

Non tutti i traumi degli arti richiedono l'utilizzo delle immagini radiografiche. Molte distorsioni della caviglia non hanno bisogno di radiografie durante la valutazione iniziale, in quanto la probabilità di trovare una frattura che richiederebbe un cambiamento di trattamento terapeutico è bassa; per le distorsioni franche della caviglia, generalmente i criteri accettati per l'esecuzione di radiografie (protocollo sulla caviglia di Ottawa) possono aiutare i limiti delle radiografie nei pazienti che hanno un numero maggiore di probabilità di avere una frattura da trattare in modo specifico. Se è necessario l'imaging, il primo esame da eseguire è la RX standard (diretta).

Una RX standard (diretta), che mostra principalmente l'osso (e il versamento articolare secondario a sanguinamento o frattura occulta), può essere eseguita per verificare la presenza di lussazioni e fratture; la radiografia tradizionale non mostra evidenze dirette di distorsioni ma può mostrare relazioni anatomiche anormali che suggeriscono distorsioni o altre lesioni dei tessuti molli. Devono comprendere almeno 2 proiezioni eseguite su piani diversi (solitamente anteroposteriore e laterale).

Proiezioni aggiuntive (p. es., oblique) possono essere eseguite quando

  • L'esame clinico suggerisce l'esistenza di una frattura e le 2 proiezioni sono negative.

  • Proiezioni aggiuntive sono di routine per alcune articolazioni (p. es., una proiezione di infilata per valutare una caviglia, una proiezione obliqua per la valutazione di un piede).

  • Si sospettano alcune anomalie.

Per le proiezioni laterali delle dita, le dita da studiare devono essere separate dalle altre.

La RM può essere fatta per individuare lesioni dei tessuti molli, compresi i legamenti, i tendini, le cartilagini e le lesioni muscolari.

La RM o la TC possono anche essere eseguite per verificare la presenza di fratture sottili.

Trattamento delle distorsioni e delle altre lesioni ai tessuti molli

  • Trattamento delle lesioni associate

  • Riduzione in base al caso, immobilizzazione, e analgesia

  • RICE (riposo, ghiaccio, compressione, scarico venoso) o PRICE (che include l'immobilizzazione)

  • Generalmente immobilizzazione

  • Talvolta, chirurgia

Trattamento iniziale

Gravi problemi associati, se presenti, vengono trattati per primi. Lo shock emorragico va trattato immediatamente. Le lesioni delle arterie sono riparate chirurgicamente a meno che il danno non riguarda solo piccole arterie con un buon circolo collaterale. Le importanti lesioni nervose sono riparate chirurgicamente; nel caso di neuroprassia e assonotmesi, il trattamento iniziale è generalmente l'osservazione, la terapia di supporto e talvolta la fisioterapia.

Le sospette fratture o lussazioni esposte richiedono

  • Garze sterili per ferite

  • Profilassi antitetanica

  • Antibiotici ad ampio spettro (p. es., cefalosporina di seconda generazione più un aminoglicoside), che devono essere cominciati entro un'ora dall'arrivo al pronto soccorso.

  • Chirurgia per irrigare e sbrigliarle (e quindi prevenire l'infezione).

Molte lesioni moderate e severe, in particolar modo quelle con una marcata instabilità, sono immobilizzate immediatamente con un tutore (immobilizzazione con un dispositivo non rigido o a valva) per diminuire la sintomatologia dolorosa e prevenire ulteriori danni ai tessuti molli da parte delle lesioni instabili.

Il dolore viene trattato il più presto possibile; talvolta sono necessari gli oppiacei.

Dopo il trattamento iniziale, le lesioni dei tessuti molli sono trattate sintomaticamente e vengono immobilizzate come indicato.

Molte distorsioni di terzo grado e strappi del tendine richiedono una riparazione chirurgica.

PRICE (protezione, riposo [rest], ghiaccio [ice], compressione, elevazione)

I pazienti che hanno delle lesioni ai tessuti molli, con o senza altre lesioni muscoloscheletriche, possono trarre beneficio dalla terapia PRICE (protezione, riposo, ghiaccio, compressione, elevazione), sebbene questa pratica non sia supportata da un'importante evidenza.

La protezione aiuta a prevenire ulteriori lesioni. Può comportare la limitazione dell'uso della parte lesa, applicando una stecca o un gesso e/o usando le stampelle.

Il riposo può prevenire ulteriori danni e velocizza la guarigione.

Il ghiaccio e la compressione possono ridurre il gonfiore e il dolore. Il ghiaccio è avvolto in una busta di plastica o in un asciugamano ed è applicato in modo discontinuo durante le prime 24-48 h (da 15 a 20 min, il più frequentemente possibile). Le lesioni possono essere protette con una stecca, da un bendaggio elastico, o, per alcune lesioni che possono causare un gonfiore grave, da un bendaggio compressivo tipo Jones. Il bendaggio di Jones ha 4 strati; il 1o strato (il più interno) e il 3o strato sono composti da ovatta, il 2o e il 4o strato da bende elastiche.

Elevare l'arto leso sopra il livello del cuore per i primi 2 giorni, idealmente in una posizione che permette alla gravità di aiutare il drenaggio dell'edema e a ridurre al minimo il gonfiore.

Dopo 48 h, l'applicazione periodica di calore (p. es., un impacco caldo) per 15-20 minuti può alleviare il dolore e accelerare la guarigione.

Immobilizzazione

L'immobilizzazione diminuisce il dolore e facilita la guarigione, prevenendo ulteriori danni.

Le distorsioni di primo grado sono immobilizzate per breve tempo. La mobilizzazione precoce è la migliore. Le distorsioni di 2o grado vengono spesso immobilizzate con un bendaggio elastico o con un tutore per alcuni giorni. Le gravi distorsioni di 2o grado, alcune di 3o grado e le lesioni tendinee vengono immobilizzate per giorni o settimane, a volte anche con un tutore. Molte distorsioni 3o grado richiedono un intervento chirurgico; di solito, l'immobilizzazione è solo una terapia aggiuntiva.

Un gesso è solitamente utilizzato per le lesioni che richiedono settimane di immobilizzazione. Raramente, un gonfiore sotto un tutore rigido è abbastanza grave da provocare una sindrome compartimentale. Se il medico sospetta un importante gonfiore sotto il gesso, il tutore stesso (e tutte le sue imbottiture) viene fissurato da un capo all'altro medialmente e lateralmente (bivalva).

Ai pazienti portatori di un gesso devono essere fornite istruzioni scritte, tra cui le seguenti:

  • Mantenere il gesso asciutto.

  • Mai inserire un oggetto all'interno del gesso.

  • Controllare ogni giorno la cute intorno al gesso e prendere nota di ogni arrossamento o infiammazione.

  • Imbottire eventuali rugosità con morbido nastro adesivo, tessuto, o altro materiale morbido per evitare che i bordi del tutore possano lesionare la pelle.

  • A riposo, posizionare il tutore con attenzione, possibilmente utilizzando un piccolo cuscino o imbottitura, per evitare che il bordo pizzichi o comprima la pelle.

  • Quando possibile sollevare l'arto ingessato per domare il gonfiore.

  • Richiedere immediatamente assistenza medica se il dolore persiste ose il gesso è percepito come troppo stretto.

  • Richiedere immediatamente l'assistenza medica se un cattivo odore dovesse provenire dal gesso o se dovesse insorgere febbre, che potrebbe indicare un'infezione.

  • Richiedere immediatamente un consulto medico in caso di progressivo peggioramento del dolore o di qualsiasi nuovo intorpidimento o debolezza.

È importante mantenere una buona igiene.

Una stecca (vedi figura Immobilizzazione dell'articolazione interessata come trattamento acuto: alcune tecniche comunemente usate) può essere utilizzata per immobilizzare alcune lesioni stabili, tra cui le fratture sospette ma non dimostrate, fratture che guariscono rapidamente, distorsioni e altre lesioni che richiedono immobilizzazione per alcuni giorni. Una stecca non circonda l'arto; quindi, consente ai pazienti di applicare ghiaccio e spostare l'arto di più di quanto farebbero con un gesso. Inoltre, consente in alcuni casi di edema, di non contribuire all'insorgenza della sindrome compartimentale. Alcune lesioni che richiedono in ultima analisi un gesso, sono immobilizzate inizialmente con una stecca fino alla risoluzione dell'edema.

Come applicare gli immobilizzatori
Come applicare una stecca posteriore per la caviglia
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Come applicare un immobilizzatore per il ginocchio
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Come applicare un gesso
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Come applicare stecche in fibra di vetro
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Come applicare una stecca lunga per il braccio
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Come applicare una stecca Sugar Tong per la caviglia
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Come applicare un reggibraccio a tracolla e un tutore di spalla
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Come applicare una stecca volare per il braccio
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Immobilizzazione dell'articolazione interessata come trattamento acuto: alcune tecniche comunemente usate

La fasciatura semirigida ("sling") fornisce qualche grado di sostegno e limitazione della motilità; può essere utile per le lesioni che possono avere un ulteriore danneggiamento dall'immobilizzazione completa (p. es., per le lesioni della spalla, che, se completamente immobilizzati possono rapidamente portare a capsulite adesiva [spalla congelata]).

Una semplice fasciatura (un pezzo di stoffa o una cinghia) può essere utilizzata con un'imbracatura semirigida per evitare che il braccio oscilli verso l'esterno, soprattutto di notte. La fascia è avvolta attorno alla schiena e sulla parte lesa.

L'immobilizzazione prolungata (> 3-4 settimane per i giovani adulti) di un'articolazione può causare rigidità, retrazioni e atrofia muscolare. Queste complicanze possono insorgere rapidamente e possono essere permanenti, particolarmente nei pazienti anziani. Alcune lesioni a rapida guarigione sono trattate meglio con la ripresa della mobilità articolare attiva nei primi giorni o settimane dopo il trauma; tanto che la mobilizzazione precoce può minimizzare il pericolo di retrazioni e di atrofia muscolare, accelerando così il recupero funzionale. I fisioterapisti possono consigliare i pazienti su cosa possono fare durante l'immobilizzazione per mantenere la massima funzionalità possibile (p. es., esercizi di movimento per gomito, polso e mano se la spalla è immobilizzata).

Dopo l'immobilizzazione, i fisioterapisti possono aiutare i pazienti a recuperare o migliorare la gamma di movimento e la forza muscolare e possono fornire esercizi per rafforzare e stabilizzare l'articolazione lesionata e quindi aiutare a prevenire recidive e compromissione a lungo termine. Gli esercizi precoci di mobilizzazione sono importanti per tutti i pazienti, specialmente per quelli di età > 40 anni. Ulteriori complicanze e morbilità possono verificarsi per i pazienti immobilizzati che invecchiano, in particolare per chiunque > 40 anni.

Chirurgia

Molte distorsioni di terzo grado e strappi del tendine richiedono una riparazione chirurgica.

La chirurgia artroscopica è talvolta usata. Questa procedura viene utilizzata, il più delle volte, per riparare legamenti o menischi nel ginocchio.

Elementi di geriatria: distorsioni e altre lesioni dei tessuti molli

Gli anziani sono predisposti a lesioni muscolo-scheletriche, essenzialmente, per i seguenti motivi:

  • Una tendenza a cadere frequentemente (p. es., a causa della perdita propriocettiva legata all'età, effetti avversi dei farmaci o delle droghe sulla propriocezione o sui riflessi posturali, ipotensione ortostatica)

  • Riflessi protettivi deteriorati durante le cadute

Per qualsiasi lesione muscolo scheletrica in età avanzata, lo scopo del trattamento è il rapido ritorno alle normali attività autonome della vita quotidiana.

L'immobilità (immobilizzazione di un'articolazione) ha più probabilità di avere effetti avversi per gli anziani (p. es., rigidità, contratture, atrofia muscolare).

La mobilizzazione precoce e la fisioterapia precoce sono essenziali per il recupero funzionale.

Disturbi coesistenti (p. es., l'artrosi), possono interferire con il recupero.

Punti chiave

  • La sindrome compartimentale e le lesioni che interrompono l'apporto arterioso minacciano la vitalità dell'arto e possono, in ultima analisi, minacciare la vita; questi problemi sono molto rari con distorsioni e stiramenti.

  • Verificare la presenza di fratture e lussazioni e considerare le lussazioni spontaneamente ridotte, così come le lesioni dei legamenti, dei tendini e dei muscoli; a volte una parte di questa valutazione viene differita fino a quando la frattura non viene esclusa la presenza di fattura.

  • Considerare dolore riferito ed esaminare le articolazioni sopra e sotto l'area lesa, in particolare se i segni fisici sono normali in un'articolazione che i pazienti riferiscono come dolorosa (p. es., dolore alla spalla in pazienti con lesione dell'articolazione sternoclavicolare).

  • Le radiografie non sono necessarie per molte lesioni, comprese le distorsioni della caviglia.

  • La RM può essere utilizzata per diagnosticare lesioni dei tessuti molli.

  • Trattare subito le gravi lesioni associate e steccare le lesioni instabili e, non appena possibile, trattare il dolore.

  • Trattare la maggior parte delle lesioni minori con la tecnica PRICE (protezione, riposo, ghiaccio, compressione, elevazione).

  • Fornire ai pazienti esplicite istruzioni scritte sulla cura con il tutore gessato.

  • Incoraggiare i pazienti, specialmente gli anziani, a fare gli esercizi raccomandati per conservare l'articolarità e la forza muscolare.

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