Depressione

DiWilliam Coryell, MD, University of Iowa Carver College of Medicine
Revisionato/Rivisto ott 2023 | Modificata nov 2023
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I fatti in Breve

La depressione è una sensazione di tristezza e/o una riduzione dell’interesse o del piacere per le attività; diviene un disturbo quando è sufficientemente intensa da interferire col funzionamento di una persona. Può essere dovuta a una perdita o a un altro evento drammatico ma è una reazione eccessiva rispetto all’evento scatenante, che dura più tempo del normale.

  • Alla depressione possono contribuire fattori ereditari, effetti collaterali dei farmaci, eventi emotivamente stressanti, variazioni dei livelli degli ormoni o di altre sostanze nell’organismo e altri fattori.

  • La depressione rende le persone tristi e apatiche, facendo loro perdere tutto l’interesse e il piacere nelle attività precedentemente apprezzate.

  • Il medico formula la diagnosi in base ai sintomi.

  • Nel trattamento possono essere d’aiuto i farmaci antidepressivi, la psicoterapia e talvolta la terapia elettroconvulsivante.

(Vedere anche Panoramica sui disturbi dell’umore.)

Il termine depressione viene spesso utilizzato per descrivere lo stato d’animo triste o scoraggiato che deriva da eventi emotivamente angoscianti, come un disastro naturale, una malattia grave o la morte di una persona cara. Le persone possono anche dire di sentirsi depresse in alcuni momenti, ad esempio durante le festività (malinconia delle feste) o nella ricorrenza della morte di una persona amata. Tuttavia, tale stato d’animo non rappresenta solitamente un disturbo. In genere, è di carattere temporaneo, dura giorni piuttosto che settimane o mesi e si presenta in ondate che tendono ad essere legate a pensieri o a richiami dell’evento angosciante. Inoltre, non interferisce in modo sostanziale con le funzioni vitali, indipendentemente dalla durata nel tempo.

La depressione è il secondo disturbo mentale più comune (dopo l’ansia). Circa il 30% delle persone che ricorre al medico di base presenta sintomi di depressione, ma meno del 10% di esse ha una depressione grave.

In genere, la depressione si sviluppa negli adolescenti, nei ventenni o nei trentenni, sebbene possa comparire a qualsiasi età, compresa l’infanzia.

Un episodio di depressione dura solitamente per circa 6 mesi, se non trattato, ma talvolta persiste per 2 o più anni. Gli episodi tendono a ripresentarsi più volte durante la vita.

Primo piano sull’invecchiamento: Depressione

La depressione colpisce circa 1 anziano su 6. Alcuni anziani hanno sofferto di depressione in momenti precedenti della loro vita, altri ne soffrono per la prima volta in tarda età.

Cause della depressione negli anziani

Alcune cause della depressione possono essere più comuni negli anziani. Ad esempio, nel caso degli anziani possono essere più probabili eventi emotivamente stressanti che comportano una perdita, come la morte di una persona cara o la perdita dell’ambiente familiare, per esempio il trasferimento dal proprio quartiere abituale. Possono inoltre contribuire altre fonti di stress, come minori entrate economiche, il peggioramento di una malattia cronica, una graduale diminuzione della propria indipendenza e l’isolamento sociale.

Negli anziani sono comuni le patologie che possono portare alla depressione, tra cui il cancro, l’attacco cardiaco, l’insufficienza cardiaca, i disturbi della tiroide, l’ictus, la demenza e il morbo di Parkinson.

Depressione rispetto a demenza

Nelle persone anziane la depressione può causare sintomi che assomigliano a quelli della demenza, quali rallentamento del pensiero, diminuzione della concentrazione, stato confusionale e difficoltà di memoria, piuttosto che la tristezza che si tende ad associare alla depressione. Tuttavia, i medici sono in grado di distinguere la depressione dalla demenza, perché quando la depressione viene trattata, le persone riacquistano le proprie funzioni mentali. Nelle persone che soffrono di demenza ciò non accade. Inoltre, le persone che soffrono di depressione possono lamentarsi in modo più amaro della loro perdita di memoria e raramente dimenticano gli eventi attuali importanti o le questioni personali. Al contrario, le persone che soffrono di demenza spesso negano la perdita di memoria.

Diagnosi della depressione negli anziani

La depressione è spesso difficile da diagnosticare negli anziani, per vari motivi:

  • I sintomi possono essere meno evidenti, perché gli anziani possono non lavorare o possono avere meno interazioni sociali.

  • Alcuni anziani ritengono che la depressione sia una debolezza e hanno difficoltà a riferire ad altri che si sentono tristi o accusano altri sintomi.

  • L’assenza di emotività può essere interpretata come indifferenza piuttosto che depressione.

  • I familiari e gli amici possono considerare i sintomi di una persona depressa semplicemente come qualcosa che ci si aspetta con l’invecchiamento.

  • I sintomi possono essere attribuiti a un altro disturbo, come la demenza.

Poiché la depressione può essere difficile da identificare, molti medici chiedono regolarmente agli anziani quale sia il loro stato d’animo. I famigliari devono prestare attenzione ai piccoli cambiamenti della personalità, specialmente alla mancanza di entusiasmo e spontaneità, alla perdita del senso dell’umorismo e a eventuali nuove dimenticanze.

Trattamento della depressione negli anziani

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (ISRS) costituiscono la classe di antidepressivi più comunemente usata negli anziani depressi, data la loro minore probabilità di provocare effetti collaterali. Particolarmente utili sono il citalopram e l’escitalopram.

Cause della depressione

La causa esatta della depressione non è chiara, ma una serie di fattori può favorire l’insorgenza della depressione. I fattori di rischio includono

  • predisposizione familiare (ereditarietà)

  • eventi emotivamente stressanti, soprattutto se implicano una perdita

  • sesso femminile

  • certi disturbi medici generali

  • effetti collaterali di certi farmaci

La depressione non riflette una debolezza di carattere o una mancanza di volontà di sentirsi meglio. Status sociale, razza e cultura non sembrano influire sulla possibilità di soffrire di depressione nell’arco della vita,

I fattori genetici contribuiscono alla depressione in circa la metà delle persone che ne sono affette. Ad esempio, la depressione è più comune tra parenti di primo grado (in particolare, in caso di gemelli identici) di soggetti con depressione. I fattori genetici sono in grado di influire sul funzionamento delle sostanze che intervengono nella comunicazione tra le cellule nervose (neurotrasmettitori). I neurotrasmettitori che potrebbero essere coinvolti nella depressione sono la serotonina, la dopamina e la norepinefrina.

Le donne hanno più probabilità di soffrire di depressione rispetto agli uomini, sebbene le ragioni di ciò non siano del tutto chiare. Tra i fattori fisici, gli ormoni sono i più coinvolti. Le variazioni dei livelli ormonali possono indurre sbalzi d’umore poco prima delle mestruazioni (nell’ambito della sindrome premestruale), durante la gravidanza, dopo il parto e durante la menopausa. Nelle prime quattro settimane dopo il parto o durante la gravidanza alcune donne accusano depressione (malinconia da parto o, se la depressione è più grave, depressione post-partum). Un altro fattore, abbastanza comune tra le donne, è dato da alterazioni nella funzionalità tiroidea.

La depressione può essere associata o essere causata da diverse patologie e fattori generali. Le malattie possono provocare la depressione direttamente (ad esempio quando una patologia della tiroide influenza i livelli ormonali) oppure indirettamente (come l’artrite reumatoide che causa dolore e invalidità). Spesso, una patologia causa depressione sia direttamente che indirettamente. Ad esempio, l’AIDS può causare la depressione direttamente se il virus dell’immunodeficienza umana (human immunodeficiency virus, HIV), che causa l’AIDS, compromette le funzioni cerebrali. L’AIDS può causare la depressione indirettamente per il suo impatto complessivamente negativo sulla vita del soggetto.

Molti soggetti riferiscono di sentirsi più tristi nel tardo autunno e in inverno, attribuendo questa tendenza alle giornate più corte e alle temperature più fredde. Tuttavia, in alcune persone tale tristezza è abbastanza grave da essere considerata un tipo di depressione (disturbo affettivo stagionale).

L’uso di alcuni farmaci su prescrizione, ad esempio alcuni beta-bloccanti (utilizzati per trattare l’ipertensione) può causare depressione. Per ragioni sconosciute, i corticosteroidi causano spesso depressione se l’organismo ne produce grandi quantità a causa di un disturbo (come avviene nella sindrome di Cushing), ma quando vengono somministrati come farmaci tendono a provocare ipomania (una forma meno grave di mania) o, raramente, mania. Talvolta, la sospensione di un farmaco può causare una depressione temporanea.

Una serie di malattie mentali può predisporre un soggetto alla depressione. Tra queste vi sono alcuni disturbi d’ansia, il disturbo da uso di alcol o di altre sostanze, e la schizofrenia. Le persone che hanno sofferto di depressione hanno maggiori probabilità di soffrirne nuovamente.

Eventi che generano sofferenza emotiva, come la perdita di una persona cara, talvolta fanno scattare la depressione, ma di solito solo nelle persone che vi sono predisposte, come coloro che hanno famigliari che soffrono di depressione. La depressione può comunque insorgere o peggiorare indipendentemente da eventi particolarmente stressanti.

Tabella
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Sintomi della depressione

I sintomi di depressione in genere si sviluppano gradualmente, nell’arco di giorni o settimane, e possono variare notevolmente. Ad esempio, un soggetto che soffre di depressione può apparire apatico e triste oppure irritabile e ansioso.

Molti soggetti depressi non riescono a provare emozioni, tra cui dolore, gioia e piacere, in modo normale e il mondo per loro sembra diventato incolore e senza vita. Perdono interesse o piacere nelle attività precedentemente apprezzate.

Le persone depresse possono mostrarsi preoccupate a causa di intensi sentimenti di senso di colpa e di auto-denigrazione e possono non riuscire a concentrarsi. Possono manifestare sensazioni di disperazione, solitudine e inutilità. Spesso sono indecisi e riservati, si sentono indifesi e senza speranza, e pensano alla morte e al suicidio.

La maggior parte dei soggetti depressi presenta difficoltà ad addormentarsi e si sveglia ripetutamente, soprattutto nelle prime ore del mattino. Alcuni soggetti con depressione dormono più del solito.

L’inappetenza e la perdita di peso possono portare al deperimento e, nelle donne, si può verificare l’interruzione del ciclo mestruale. Tuttavia, il consumo eccessivo di cibo e l’aumento di peso sono frequenti nei casi di depressione lieve.

Alcuni soggetti depressi non curano l’igiene personale o persino quella dei figli, delle persone care o degli animali domestici. Alcuni pensano di essere affetti da una patologia fisica e lamentano dolori e sofferenze varie.

Disturbo depressivo maggiore

Il soggetto con disturbo depressivo maggiore è depresso quasi tutti i giorni per almeno 2 settimane. Sembra profondamente prostrato. Ha gli occhi pieni di lacrime, le sopracciglia aggrottate, e gli angoli della bocca rivolti verso il basso. Può stare accasciato ed evitare il contatto visivo, avere difficoltà di movimento e scarsa espressività facciale, parlare in tono monocorde.

Sapevate che...

  • La depressione è uno stato peggiore della tristezza continua: il soggetto può sentirsi inutile e avere sensi di colpa, perdere interesse in ciò che normalmente provoca piacere, presentare problemi del sonno oppure perdere peso o aumentare di peso.

Disturbo depressivo persistente

Il soggetto con disturbo depressivo persistente è depresso quasi tutti i giorni da almeno 2 anni.

I sintomi compaiono in modo graduale, spesso durante l’adolescenza, e possono durare anni o decenni. La quantità di sintomi presenti contemporaneamente è variabile, e talvolta essi sono meno gravi di quelli della depressione maggiore.

I soggetti affetti da questo disturbo possono essere cupi, pessimisti, scettici, privi di umorismo e incapaci di divertirsi; alcuni sono passivi, privi di energie e molto riservati. Alcuni si lamentano costantemente e sono pronti a criticare gli altri e a biasimare se stessi; sono preoccupati di essere inadeguati, del fallimento e degli eventi negativi, talvolta fino al punto da trovare morbosamente gratificanti i propri fallimenti.

disturbo disforico premestruale

Dei sintomi gravi si verificano prima del ciclo mestruale e scompaiono al suo termine, causando notevole malessere e/o pesante compromissione funzionale. I sintomi assomigliano a quelli della sindrome premestruale ma sono più gravi, e provocano grave sofferenza e compromissione funzionale sul posto di lavoro e nei rapporti sociali.

Il disturbo disforico premestruale può comparire per la prima volta in qualunque momento dopo il primo ciclo mestruale; può peggiorare quando la donna si avvicina alla menopausa ma scompare al suo termine. Si osserva nel 3-8% delle donne che hanno il ciclo mestruale.

Una donna affetta dal disturbo disforico premestruale ha sbalzi di umore e diventa improvvisamente triste e incline al pianto; è irritabile e si arrabbia facilmente. Si sente molto depressa, senza speranza, ansiosa e sull’orlo della crisi di nervi; può sentirsi sopraffatta e fuori controllo,

Come con gli altri tipi di depressione, la donna con questo disturbo può perdere interesse nelle attività abituali, avere difficoltà di concentrazione, sentirsi stanca e senza energie. Può mangiare troppo e avere desiderio di certi cibi, dormire poco oppure troppo.

Disturbo da lutto prolungato

Il disturbo da lutto prolungato è una tristezza persistente in seguito alla perdita di una persona cara. È diverso dalla depressione, in quanto la tristezza è specificamente correlata alla perdita piuttosto che alle sensazioni di tristezza e fallimento più generali associate alla depressione.

Il disturbo da lutto prolungato è considerato presente quando la sofferenza per la perdita di una persona cara (dimostrata da nostalgia o malinconia persistente e/o dalla preoccupazione per la perdita) è di lunga durata (almeno 12 mesi), presente per gran parte del tempo e più profonda di quanto sia considerato tipico nella cultura locale. Inoltre, tale sofferenza deve essere accompagnata da 3 o più dei seguenti elementi a un livello che causa sofferenza o inabilità per almeno 1 mese:

  • Sensazione di confusione di identità (ad esempio sensazione che una parte di sé sia morta)

  • Incredulità sulla morte

  • Evitamento di ciò che riporta alla memoria la perdita

  • Intenso dolore emotivo (ad esempio dolore correlato alla morte)

  • Difficoltà ad impegnarsi nella vita che continua

  • Sensazione di insensibilità

  • Sensazione di insignificanza

  • Intenso isolamento

Suicidio

Il pensiero della morte è uno dei sintomi più gravi della depressione. Molti soggetti depressi desiderano morire o avvertono un tale senso di inutilità da pensare di dover morire. Il 15% dei soggetti depressi e non trattati pone fine alla propria vita con il suicidio.

La minaccia di suicidio è un’emergenza medica. Quando una persona minaccia di uccidersi, il medico può ricoverarla in modo da poterla tenere sotto controllo finché il trattamento non riduce il rischio di suicidio. Tale rischio è particolarmente elevato nelle seguenti situazioni:

  • quando la depressione non è trattata o è trattata in maniera inadeguata

  • quando si avvia una terapia (ovvero quando il soggetto diviene più attivo mentalmente e fisicamente, ma l’umore è ancora basso)

  • quando il soggetto ha una ricorrenza importante

  • quando il soggetto alterna stati depressivi e maniacali (disturbo bipolare)

  • quando il soggetto si sente molto ansioso

  • quando il soggetto fa uso di alcol o di droghe

  • nelle settimane o nei mesi dopo aver tentato il suicidio, in particolare se ha usato un metodo violento

Uso di sostanze

Il soggetto depresso ha maggiori probabilità di fare uso di alcol o droghe nel tentativo di riuscire a dormire o di ridurre l’ansia. Tuttavia, la depressione determina un disturbo da uso di alcol o altri disturbi da uso di sostanze meno spesso di quanto si ritenesse in passato.

Il soggetto ha inoltre maggiori probabilità di fumare pesantemente e di trascurare la propria salute. Pertanto, il rischio di sviluppare o peggiorare altre patologie, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva è maggiore.

Altri effetti della depressione

La depressione può ridurre la capacità del sistema immunitario di reagire ad agenti pericolosi, come microrganismi o cellule cancerogene. Di conseguenza, i soggetti affetti da depressione sono maggiormente esposti alle infezioni.

La depressione aumenta il rischio di malattie cardiovascolari (come gli attacchi cardiaci) e di ictus. Il motivo potrebbe essere che la depressione causa certi cambiamenti fisici che aumentano il rischio. Per esempio l’organismo produce più sostanze che contribuiscono alla coagulazione (fattori di coagulazione) e il cuore è meno in grado di modificare il battito in risposta a situazioni insolite.

Diagnosi della depressione

  • Valutazione di un medico basata su criteri diagnostici psichiatrici standard

  • Serve a individuare i disturbi che possono causare la depressione

Un medico è spesso in grado di diagnosticare la depressione sulla base dei sintomi. Il medico utilizza un elenco di sintomi (criteri) per diagnosticare i diversi tipi di disturbi depressivi. Per distinguere la depressione dai normali sbalzi di umore, il medico stabilisce se i sintomi causano un malessere significativo o impediscono al soggetto di avere una vita normale. Un’anamnesi remota o familiare di depressione contribuisce a sostenere la diagnosi.

La preoccupazione eccessiva, gli attacchi di panico e le ossessioni sono frequenti nella depressione e possono indurre il medico a pensare erroneamente a un disturbo d’ansia.

Negli anziani la depressione può essere difficile da identificare, soprattutto nei soggetti che non lavorano o che hanno scarsi contatti sociali (vedere Primo piano sull’invecchiamento: depressione). Inoltre, la depressione può essere confusa con la demenza perché può generare sintomi analoghi, come confusione, difficoltà di concentrazione e chiarezza di pensiero. Tuttavia, se questi sintomi sono provocati dalla depressione, scompaiono curandola; se invece la causa è la demenza, non guariscono.

Per identificare la depressione e stabilirne la gravità il medico può chiedere di compilare questionari standardizzati, ma se usati da soli non sono sufficienti per diagnosticarla. Due di tali questionari sono la Scala di Hamilton per la depressione (Hamilton Depression Rating Scale) e l’inventario della depressione di Beck (Beck Depression Inventory). Per gli anziani, è disponibile il questionario Scala della depressione geriatrica (Geriatric Depression Scale). Il medico inoltre chiede al soggetto se ha eventuali pensieri autolesionistici o ha in programma di farsi del male. Pensieri simili indicano che la depressione è grave.

Esami

Non esistono esami in grado di confermare la depressione, ma le analisi di laboratorio possono aiutare il medico a stabilire se la depressione sia dovuta a una patologia fisica oppure a un disturbo ormonale. Gli esami del sangue, ad esempio, solitamente si fanno per verificare un disturbo della tiroide o una carenza di vitamine. Possono essere condotti esami per accertare l’uso di droghe.

Un esame neurologico approfondito può servire per controllare la presenza del morbo di Parkinson, che causa sintomi simili.

Per i soggetti che hanno gravi disturbi del sonno può essere necessario un apposito esame del sonno (la polisonnografia) per distinguere i disturbi del sonno dalla depressione.

Trattamento della depressione

Per la maggior parte dei soggetti affetti da depressione il ricovero ospedaliero non è necessario. Tuttavia, alcuni di essi richiedono il ricovero, soprattutto in caso di ideazione suicida o tentativi di suicidio, di debolezza eccessiva in seguito al calo ponderale o di rischio di complicanze cardiache dovute a una grave agitazione.

Il trattamento dipende dalla gravità e dal tipo di depressione:

  • Depressione lieve: supporto (comprese frequenti visite al medico e formazione) e psicoterapia

  • Depressione moderata/grave: farmaci, psicoterapia o entrambi, e talvolta terapia elettroconvulsivante

  • Depressione stagionale: Fototerapia

  • Disturbo da lutto prolungato: psicoterapia adattata a questo disturbo

La depressione generalmente può essere curata con successo. Se è possibile identificare una causa (come un farmaco o un altro disturbo), per prima cosa viene corretta, ma possono anche essere necessari farmaci per trattare la depressione.

Supporto

Il medico spiega al soggetto e ai suoi familiari che la depressione ha cause fisiche e richiede un trattamento specifico, che solitamente è efficace, rassicurandoli sul fatto che la depressione non è sintomo di debolezza caratteriale. È importante per i famigliari comprendere il disturbo, essere coinvolti nel trattamento e fornire supporto.

Conoscere la depressione può aiutare il soggetto a comprendere e trattare il disturbo; ad esempio, può imparare che il percorso di recupero spesso è irregolare e che, anche se si ripresentano, gli episodi di tristezza e i pensieri bui scompariranno. In questo modo, il soggetto può mettere in conto eventuali battute d’arresto ed essere propenso a continuare il trattamento senza desistere.

Anche essere più attivi (facendo passeggiate ed esercizio fisico con regolarità) può aiutare, così come intensificare i rapporti con gli altri.

I gruppi di supporto (come la Depression and Bipolar Support Alliance, DBSA) possono essere d’aiuto attraverso un forum in cui condividere esperienze e sensazioni comuni.

Psicoterapia

Nella depressione lieve, la sola psicoterapia può essere efficace quanto la terapia farmacologica. Associata a farmaci, la psicoterapia può essere utile nella depressione grave.

La psicoterapia individuale o di gruppo può aiutare il soggetto depresso ad assumere nuovamente e con gradualità le proprie responsabilità e ad adattarsi alle normali difficoltà della vita. La terapia interpersonale si concentra sui ruoli sociali passati e presenti del soggetto, identificando i problemi relativi al suo rapporto con le altre persone, e fornendo una guida su come adattarsi ai cambiamenti di ruolo nella vita. La terapia cognitiva-comportamentale può modificare i pensieri pessimistici e negativi che accompagnano la depressione.

Farmaci per la depressione

Sono disponibili vari tipi di antidepressivi (vedere la tabella Farmaci utilizzati per trattare la depressione). Tra questi vi sono i seguenti:

A volte vengono utilizzati psicostimolanti, come destroamfetamina e metilfenidato, nonché altri farmaci, spesso con antidepressivi. Gli psicostimolanti sono utilizzati per aumentare il livello di attenzione e consapevolezza.

L’iperico, un integratore alimentare naturale, viene talvolta usato per curare la depressione lieve, anche se la sua efficacia non è stata dimostrata. A causa delle interazioni potenzialmente dannose tra l’iperico e molti farmaci su prescrizione, chi intende assumere questo integratore erboristico deve discutere le possibili interazioni farmacologiche con il proprio medico.

Terapia elettroconvulsivante

La terapia elettroconvulsivante (in passato detta terapia con elettroshock) viene talvolta utilizzata per trattare i soggetti con depressione grave, compresi quelli psicotici, che minacciano il suicidio o rifiutano il cibo. Viene inoltre usata per trattare la depressione nel corso della gravidanza se i farmaci non risultano efficaci.

Questo tipo di terapia è generalmente molto efficace e può migliorare rapidamente la depressione, diversamente dalla maggior parte degli antidepressivi che possono richiedere parecchie settimane. La sua rapidità d’azione può salvare una vita. Dopo la sospensione della terapia elettroconvulsivante, gli episodi di depressione possono ripresentarsi; per scongiurarli, il medico spesso prescrive antidepressivi.

Nella terapia elettroconvulsivante, gli elettrodi vengono posizionati sulla testa e viene applicata una corrente elettrica per indurre una convulsione nel cervello. Per ragioni non ancora comprese, le crisi convulsive migliorano la depressione. Di solito si eseguono da cinque a sette trattamenti (trattamenti a giorni alterni).

Poiché la corrente elettrica può causare contrazioni muscolari e dolore, il soggetto viene sottoposto ad anestesia generale durante i trattamenti. La terapia elettroconvulsivante può causare una transitoria perdita di memoria e, raramente, un’amnesia permanente.

Fototerapia

La fototerapia con apposite lampade è il trattamento più efficace per la depressione stagionale, ma può essere utile per altri tipi di disturbi depressivi.

La fototerapia prevede di sedersi a una certa distanza da una fonte luminosa che emette luce a una particolare intensità. Il soggetto viene istruito a non guardare la luce in modo diretto e a rimanere davanti ad essa per almeno 30-60 minuti al giorno. La fototerapia può essere svolta in casa.

Se il soggetto va a dormire e si sveglia tardi, la fototerapia è più efficace al mattino. Se il soggetto va a dormire e si sveglia presto, la fototerapia è più efficace nel tardo pomeriggio e in prima serata.

Altre terapie

Se i trattamenti iniziali non sono efficaci, è possibile tentare altre terapie che stimolano il cervello. Tra questi troviamo:

  • Stimolazione magnetica transcranica ripetuta

  • Stimolazione del nervo vago

Si ritiene che le cellule stimolate rilascino messaggeri chimici (neurotrasmettitori), che aiutano a modulare l’umore e possono quindi alleviare i sintomi della depressione. Queste terapie possono essere utili per i soggetti con una grave depressione che non risponde ai farmaci o alla psicoterapia.

Nella stimolazione magnetica transcranica ripetuta, una bobina elettromagnetica viene posta sulla fronte, accanto all’area del cervello che si ritiene regoli l’umore. L’elettromagnete produce impulsi indolori che secondo i medici stimolano le cellule nervose nell’area target del cervello. Gli effetti collaterali più comuni sono emicranie e disagio nell’area in cui è stata posizionata la bobina.

Per la stimolazione del nervo vago, un dispositivo simile a un pacemaker cardiaco (stimolatore del nervo vago) viene impiantato sotto la clavicola sinistra e connesso al nervo vago nella regione cervicale tramite un filo metallico sottocutaneo. (La coppia di nervi vaghi parte dal tronco encefalico, situato in corrispondenza della base del cranio, e scende lungo il collo e lungo ciascun lato del torace e dell’addome innervando gli organi come il cuore e i polmoni.) Il dispositivo è programmato per stimolare periodicamente il nervo vago con un segnale elettrico indolore. Potrebbe essere utile per la depressione quando gli altri trattamenti non sono efficaci, ma in genere perché abbia effetto sono necessari da 3 a 6 mesi. Gli effetti collaterali della stimolazione del nervo vago comprendono raucedine, tosse e abbassamento del tono della voce quando il nervo viene stimolato.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riportano alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  1. Depression and Bipolar Support Alliance (DBSA), Depression: informazioni generali sulla depressione, incluso l’accesso a linee telefoniche di aiuto e gruppi di supporto

  2. Mental Health America (MHA), Depression: informazioni generali sulla depressione, inclusi i vari tipi, accesso a linee telefoniche di aiuto e a gruppi di supporto e link ad altre risorse

  3. National Alliance on Mental Illness (NAMI), Depression: informazioni generali sulla depressione, inclusi cause, sintomi, diagnosi e trattamento

  4. National Institutes of Mental Health (NIMH), Depression: informazioni generali su molti aspetti della depressione, compresi trattamento e terapie, materiali informativi e informazioni sulla ricerca e le sperimentazioni cliniche