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Ablazione per aritmia cardiaca

DiL. Brent Mitchell, MD, Libin Cardiovascular Institute, University of Calgary
Reviewed ByJonathan G. Howlett, MD, Cumming School of Medicine, University of Calgary
Revisionato/Rivisto Modificata feb 2025
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Visualizzazione l’educazione dei pazienti

La decisione di trattare un'aritmia dipende dai suoi sintomi e dalla sua gravità potenziale. Il trattamento è volto alle cause. Se necessario, si fa ricorso a una terapia antiaritmica diretta, che comprende farmaci antiaritmici, cardioversione-defibrillazione, cardiovertitore-defibrillatore impiantabile, pacemaker (ed una speciale forma di stimolazione elettrica, terapia cardiaca di risincronizzazione), ablazione con catetere, intervento chirurgico o una combinazione di questi.

Se una tachiaritmia si sostiene grazie alla presenza di un circuito o di un focus ectopico specifici, questi siti possono essere distrutti intenzionalmente (ablati) per curare (1). I metodi di ablazione comprendono

  • Ablazione con radiofrequenza

  • Crioablazione

  • Ablazione laser

  • Ablazione mediante campi elettrici pulsati

L'ablazione mediante radiofrequenza viene solitamente eseguita utilizzando catetere transvenoso alimentato con energia elettrica a radiofrequenza a bassa tensione e ad alta frequenza (da 300 a 750 megahertz [MHz]). Questa energia riscalda e provoca necrosi in un'area < 1 cm di diametro e fino a 1 cm di profondità.

La crioablazione utilizza il congelamento dei tessuti (fino a -70° C) per effettuarne la distruzione. Altri sistemi di somministrazione sono stati sviluppati per l'uso intraoperatorio.

L'energia laser può essere erogata utilizzando un catetere transvenoso per ablare una zona bersaglio.

L'ablazione con campo elettrico pulsato utilizza un sistema di impulsi elettrici ad alta tensione e di breve durata che uccidono i miociti cardiaci in modalità non termiche. La corrente elettrica causa lo sviluppo di pori nella membrana cellulare, distruggendo la cellula. I miociti sono più sensibili a questo stimolo rispetto a molte altre cellule, quindi le strutture collaterali possono subire meno danni. Questa tecnica di ablazione è sufficientemente dolorosa da richiedere l'anestesia generale.

Prima che l'energia possa essere applicata, il sito o i siti target devono essere identificati durante uno studio elettrofisiologico.

La percentuale di successo è > 90% per le tachicardie sopraventricolari da rientro (lungo il nodo atrioventricolare o una via accessoria), la tachicardia atriale focale e flutter atriale, e le tachicardie ventricolari focali idiopatiche (tachicardia ventricolare dal tratto d'efflusso ventricolare destro, tachicardia ventricolare settale sinistra o tachicardia ventricolare da rientro di branca del fascio) (2, 3).

Poiché spesso la fibrillazione atriale origina o viene mantenuta da un focus aritmogeno sito nelle vene polmonari, questo sito di origine può essere isolato elettricamente per mezzo di ablazioni erogate a livello della giunzione tra le vene polmonari e l'atrio sinistro oppure a livello dell'atrio sinistro. In alternativa, nei pazienti con fibrillazione atriale refrattaria alla terapia medica ed elevata risposta ventricolare, il nodo atrioventricolare può essere ablato dopo impianto di un pacemaker permanente. L'ablazione è talvolta efficace nei pazienti con tachicardia ventricolare refrattaria ai farmaci in particolare quando è presente cardiopatia ischemica.

L'ablazione transcatetere è sicura. Le complicanze maggiori comprendono danno vascolare, danno valvolare, stenosi o occlusione delle vene polmonari (se usata per trattare la fibrillazione atriale), ictus o altro embolismo, perforazione miocardica, tamponamento e ablazione non voluta del nodo atrioventricolare. I tassi di complicanze maggiori variano dallo 0,5 all'1% nelle ablazioni sopraventricolari semplici a circa il 5% nelle ablazioni delle tachicardie ventricolari complesse (4, 5). I tassi di mortalità variano dallo 0,02 allo 0,04% nelle ablazioni sopraventricolari semplici allo 0,5% nelle ablazioni complesse della tachicardia ventricolare (4, 5).

Riferimenti

  1. 1. Andrade JG, Rivard L, Macle L. The past, the present, and the future of cardiac arrhythmia ablation. Can J Cardiol 2014;30(12 Suppl):S431-S441. doi:10.1016/j.cjca.2014.07.731

  2. 2. Page RL, Joglar JA, Caldwell MA, et al. 2015 ACC/AHA/HRS guideline for the management of adult patients with supraventricular tachycardia: A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines and the Heart Rhythm Society. Heart Rhythm 2016;13(4):e136-e221. doi:10.1016/j.hrthm.2015.09.019

  3. 3. Al-Khatib SM, Stevenson WG, Ackerman MJ, et al. 2017 AHA/ACC/HRS Guideline for Management of Patients With Ventricular Arrhythmias and the Prevention of Sudden Cardiac Death: A Report of the American College of Cardiology/American Heart Association Task Force on Clinical Practice Guidelines and the Heart Rhythm Society [published correction appears in Circulation 2018 Sep 25;138(13):e419-e420. doi: 10.1161/CIR.0000000000000614.]. Circulation 2018;138(13):e272-e391. doi:10.1161/CIR.0000000000000549

  4. 4. Doldi F, Geßler N, Anwar O, et al. In-hospital mortality and major complications related to radiofrequency catheter ablations of over 10 000 supraventricular arrhythmias from 2005 to 2020: individualized case analysis of multicentric administrative data. Europace 2023;25(1):130-136. doi:10.1093/europace/euac146

  5. 5. Eckardt L, Doldi F, Anwar O, et al. Major in-hospital complications after catheter ablation of cardiac arrhythmias: individual case analysis of 43 031 procedures. Europace 2023;26(1):euad361. doi:10.1093/europace/euad361

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