- Approccio al paziente con cefalea
- Cefalea a grappolo
- Ipertensione endocranica idiopatica
- Cefalea da abuso di farmaci
- Emicrania
- Cefalea post-rachicentesi (post-puntura lombare) e altre cefalee da ipotensione liquorale
- Cefalea neuralgiforme unilaterale di breve durata con iniezione congiuntivale e lacrimazione (SUNCT [short-lasting unilateral neuralgiform headache with conjunctival injection and tearing])
- Cefalea tensiva
L'emicrania è una cefalea primitiva episodica. I sintomi in genere durano da 4 a 72 h e possono essere di entità grave. Il dolore è spesso unilaterale, pulsante, peggiora durante sforzo fisico ed è accompagnato da sintomi quali nausea e ipersensibilità a luce, suoni o odori. Le aure si verificano in circa il 25% dei pazienti, solitamente appena prima ma a volte dopo il mal di testa. La diagnosi è clinica. Il trattamento consiste in triptani, diidroergotamina, antiemetici e analgesici. La prevenzione si basa sulla modifica dello stile di vita (p. es., abitudini legate al sonno o dieta) e sulla terapia farmacologica (p. es., beta-bloccanti, amitriptilina, topiramato, divalproex, anticorpi monoclonali).
(Vedi anche Approccio al paziente con cefalea.)
Epidemiologia dell'emicrania
L'emicrania è la causa più frequente di cefalea ricorrente di grado medio-grave; la prevalenza a 1 anno è del 18% nelle donne e del 6% negli uomini negli Stati Uniti (1). L'emicrania in genere inizia durante la pubertà o in età giovane-adulta, variando in frequenza e intensità nel corso degli anni seguenti; diminuisce spesso dopo i 50 anni. Alcuni studi mostrano una familiarità per l'emicrania.
Prove suggeriscono che l'emicrania può frequentemente svilupparsi dopo un lieve trauma cranico (2, 3).
Riferimenti epidemiologici
1. Lipton RB, Bigal ME, Diamond M, Freitag F, Reed ML, Stewart WF; AMPP Advisory Group. Migraine prevalence, disease burden, and the need for preventive therapy. Neurology. 2007 Jan 30;68(5):343-9. doi: 10.1212/01.wnl.0000252808.97649.21
2. Ishii R, Schwedt TJ, Trivedi M, Dumkrieger G, Cortez MM, Brennan KC, Digre K, Dodick DW. Mild traumatic brain injury affects the features of migraine. J Headache Pain. 2021 Jul 22;22(1):80. doi: 10.1186/s10194-021-01291-x
3. Couch JR, Stewart KE. Headache Prevalence at 4-11 Years After Deployment-Related Traumatic Brain Injury in Veterans of Iraq and Afghanistan Wars and Comparison to Controls: A Matched Case-Controlled Study. Headache. 2016;56(6):1004-1021. doi:10.1111/head.12837
Fisiopatologia dell'emicrania
Si ritiene che l'emicrania sia una sindrome dolorosa neurovascolare con alterata elaborazione neuronale centrale (attivazione di nuclei del tronco encefalico, ipereccitabilità corticale e "cortical spreading depression") e coinvolgimento del sistema trigemino-vascolare (innesco del rilascio di neuropeptidi [p. es., CGRP], che provoca un'infiammazione dolorosa dei vasi cranici e della dura madre).
Sono stati identificati molti potenziali fattori scatenanti dell'emicrania; questi comprendono: (1)
Bere vino rosso
Saltare i pasti
Eccessivi stimoli afferenti (p. es., luci lampeggianti, odori forti)
Cambiamenti climatici
Deprivazione di sonno
Stress
Fattori ormonali, in particolare il ciclo mestruale
Alcuni alimenti
I trigger alimentari variano da persona a persona.
Un trauma cranico, il dolore al collo o una disfunzione dell'articolazione temporo-mandibolare a volte scatenano l'emicrania o ne determinano l'esacerbazione.
Livelli fluttuanti di estrogeni hanno un potente effetto nello scatenamento dell'emicrania. Molte donne presentano l'esordio dell'emicrania al menarca, attacchi gravi durante le mestruazioni (emicrania catameniale) e un peggioramento durante la menopausa. Nella maggior parte delle donne, l'emicrania regredisce durante la gravidanza (ma talvolta peggiora nel corso del primo o del secondo trimestre); peggiora dopo la nascita del bambino, quando i livelli di estrogeni diminuiscono rapidamente.
I contraccettivi orali e altre terapie ormonali a volte scatenano o peggiorano l'emicrania e sono stati associati all'ictus nelle donne affette da emicrania con aura.
L'emicrania emiplegica familiare, un raro sottotipo di emicrania, è associata a difetti genetici sui cromosomi 1, 2, e 19. Il ruolo dei geni nelle forme più frequenti di emicrania è in fase di studio (2). In alcune famiglie, il fenotipo dell'emicrania varia considerevolmente, causando principalmente cefalea in alcuni membri della famiglia, vertigini in altri e emiplegia o un'aura in altri. Questa scoperta suggerisce che l'emicrania possa essere in realtà un disturbo più generalizzato e non solo un mal di testa.
Riferimenti relativi alla fisiopatologia
1. Kelman L. The triggers or precipitants of the acute migraine attack. Cephalalgia. 2007 May;27(5):394-402. doi: 10.1111/j.1468-2982.2007.01303.x.
2. Grangeon L, Lange KS, Waliszewska-Prosół M, Onan D, Marschollek K, Wiels W, Mikulenka P, Farham F, Gollion C, Ducros A; European Headache Federation School of Advanced Studies (EHF-SAS). Genetics of migraine: where are we now? J Headache Pain. 2023 Feb 20;24(1):12. doi: 10.1186/s10194-023-01547-8
Sintomatologia dell'emicrania
Spesso, un prodromo (una sensazione che l'emicrania sta iniziando) annuncia gli attacchi. Il prodromo può comprendere cambiamenti di umore, dolore al collo, desiderio di cibo, perdita di appetito, nausea o una combinazione di questi.
Un'aura precede gli attacchi in circa il 25% dei pazienti. Le aure sono transitori disturbi neurologici che possono influenzare la sensazione, l'equilibrio, la coordinazione muscolare, la parola o la visione; durano da alcuni minuti a un'ora. L'aura può persistere dopo l'inizio del mal di testa. Più comunemente, l'aura è caratterizzata da sintomi visivi (spettri di fortificazione, p. es., lampi binoculari, archi di luci scintillanti, strie luminose, scotomi). Parestesie e sensazione di intorpidimento (che tipicamente iniziano in una mano e progrediscono al braccio e all'emivolto omolaterale), disturbi del linguaggio e disfunzione transitoria del tronco encefalico (p. es., responsabili di atassia, confusione, o persino ottundimento) sono meno frequenti rispetto all'aura visiva. Alcuni pazienti presentano un'aura con sintomatologia dolorosa lieve o assente.
L'emicrania varia da moderata a grave e gli attacchi durano da 4 h a diversi giorni, e tipicamente si risolve con il sonno. Il dolore di solito è monolaterale ma può essere bilaterale, in genere a distribuzione frontotemporale, e viene tipicamente descritto come pulsante o lancinante.
L'emicrania non è caratterizzata solo da cefalea. Sintomi associati quali nausea (e talvolta vomito), fotofobia, fonofobia e osmofobia sono prominenti. I pazienti riferiscono difficoltà di concentrazione durante le crisi. L'attività fisica abituale spesso aggrava l'emicrania; questo effetto, associato alla fotofobia e alla fonofobia, spinge la maggioranza dei pazienti a stare sdraiata in una stanza buia e silenziosa durante gli attacchi. Gli attacchi gravi possono essere invalidanti, interferendo con la vita familiare e lavorativa.
Gli attacchi variano significativamente in frequenza e gravità. Molti pazienti hanno diversi tipi di cefalea, compresi attacchi più lievi senza nausea o fotofobia che possono somigliare a una cefalea di tipo tensivo ma sono una forma frusta di emicrania.
Emicrania cronica
I pazienti con emicrania episodica possono sviluppare emicrania cronica (precedentemente denominata cefalea combinata o mista) con caratteristiche di emicrania e cefalea di tipo tensivo. Questi pazienti hanno mal di testa ≥ 15 giorni/mese. La cefalea da uso eccessivo di farmaci spesso contribuisce alla conversione dell'emicrania episodica in cronica.
Altri sintomi
Rare forme di emicrania possono provocare altri sintomi:
L'emicrania con aura del tronco encefalico precedentemente nota come l'emicrania dell'arteria basilare è caratterizzata da un'associazione di vertigini, atassia, deficit del campo visivo, disturbi sensitivi, deficit di forza focale e alterazione del livello di coscienza.
L'emicrania emiplegica, che può essere sporadica o familiare, causa debolezza unilaterale.
Diagnosi dell'emicrania
Anamnesi ed esame obiettivo
La diagnosi di emicrania si basa sui sintomi caratteristici e sul riscontro di una normale obiettività clinica, che comprende una visita neurologica completa.
I segni d'allarme che suggeriscono una diagnosi alternativa (anche in pazienti noti per avere l'emicrania) sono i seguenti:
Dolore che raggiunge picchi di intensità nel giro di alcuni secondi o meno (cefalea a rombo di tuono)
Esordio dopo i 50 anni
Mal di testa che aumentano di intensità o frequenza per settimane o più
Anamnesi positiva per neoplasia (metastasi cerebrali) o una malattia immunosoppressiva (p. es., infezione da HIV)
Febbre, meningismo, stato mentale alterato o una combinazione di questi
Deficit neurologici focali persistenti
Un chiaro cambiamento in uno schema di cefalea ben definito
I pazienti con sintomi caratteristici e senza segni d'allarme non necessitano di test. I pazienti con segni d'allarme spesso richiedono esami, tra cui la RM e a volte una puntura lombare.
Frequenti errori diagnostici comprendono:
Non tener presente che l'emicrania spesso causa un dolore bilaterale e non sempre viene descritta come pulsante
Confondere un'emicrania con cefalea da sinusite o affaticamento della vista perché i sintomi autonomici e visivi dell'emicrania sono assenti
Supporre che qualsiasi cefalea in pazienti con un'emicrania nota rappresenti un altro attacco di emicrania (per esempio una cefalea a rombo di tuono o un cambiamento nel pattern della precedente cefalea può indicare una nuova malattia potenzialmente grave)
Confondere un'emicrania con aura con un attacco ischemico transitorio, specialmente se l'aura si verifica in assenza di cefalea, nei pazienti anziani
Diagnosi di una cefalea a rombo di tuono come emicrania, perché un triptano la allevia (un triptano può anche alleviare il mal di testa da emorragia subaracnoidea)
Diversi disturbi insoliti sono in grado di simulare l'emicrania con aura:
Dissezione della carotide o dell'arteria vertebrale
Vasculite cerebrale
Malattia moyamoya
CADASIL (cerebral autosomal dominant arteriopathy with subcortical infarcts and leukoencephalopathy [Arteriopatia cerebrale autosomica dominante con infarti sottocorticali e leucoencefalopatia])
Sindrome MELAS (mitochondrial encephalopathy, lactic acidosis, and strokelike episodes)
Trattamento dell'emicrania
Il trattamento dell'emicrania può includere i seguenti approcci (1, 2):
Eliminazione dei trigger ovvi
Tecniche di rilassamento, yoga o interventi comportamentali
Per cefalee lievi, acetaminofene (paracetamolo) o FANS
Per gli attacchi acuti, possono essere utilizzati triptani, lasmiditan, gepanti (antagonisti del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina [CGRP] a piccole molecole) o diidroergotamina più un antiemetico antagonista della dopamina.
Dispositivi neuromodulatori per il trattamento acuto e la prevenzione
Una spiegazione dettagliata della malattia aiuta i pazienti a comprendere che sebbene l'emicrania non possa essere guarita, questa può essere controllata, consentendo loro di partecipare meglio al trattamento.
È necessario esortare i pazienti a tenere un diario scritto per documentare il numero e il momento degli attacchi, i possibili fattori scatenanti e la risposta al trattamento. I fattori scatenanti identificati, quando possibile, vengono eliminati. Tuttavia, i fattori scatenanti sono spesso sovradiagnosticati e devono essere evitati con moderazione; l'eliminazione di tutti i possibili fattori scatenanti può essere eccessiva e portare a inutili restrizioni della vita.
La scelta dei farmaci usati per trattare l'emicrania acuta si basa sulla frequenza, la durata e la gravità degli attacchi. Possono essere utilizzati analgesici, antiemetici, triptani, lasmiditan, gepanti o diidroergotamina (3). Se i pazienti desiderano evitare il trattamento farmacologico o se il trattamento farmacologico è stato inefficace, possono essere talvolta utilizzati trattamenti neuromodulatori per gli attacchi acuti e/o la prevenzione.
I pazienti che frequentemente (p. es., > 2 giorni/settimana) usano farmaci per trattare i loro attacchi di emicrania acuta (in particolare analgesici che contengono butalbitale, triptani, ergotamina o oppioidi) devono essere trattati con farmaci preventivi per l'emicrania in combinazione con un programma per la sospensione degli abusi di analgesici.
I medici a volte raccomandano interventi comportamentali (biofeedback, gestione dello stress, psicoterapia) per gestire l'emicrania, specialmente quando lo stress costituisce uno dei principali fattori scatenanti o quando c'è un abuso di analgesici.
Lo yoga può ridurre la frequenza e l'intensità del mal di testa; migliora il tono vagale e diminuisce l'impulso simpatico, migliorando così l'equilibrio cardiaco autonomo. Le tecniche di rilassamento possono ridurre l'attività del sistema nervoso simpatico, alleviare la tensione muscolare e alterare l'attività delle onde cerebrali.
Attacchi acuti
Il trattamento iniziale degli attacchi di emicrania da lievi a moderati di nuova diagnosi consiste in FANS o paracetamolo.
Se questi farmaci sono inefficaci, possono essere utilizzati triptani, diidroergotamina o gepanti (antagonisti del recettore del peptide correlato al gene della calcitonina [CGRP] a piccole molecole). Una buona risposta alla diidroergotamina, a un triptano o a un gepante non deve essere considerata diagnostica per l'emicrania, poiché questi farmaci possono alleviare la cefalea dovuta a emorragia subaracnoidea o ad altre anomalie strutturali.
Se gli attacchi lievi peggiorano o se gli attacchi sono gravi fin dall'inizio, possono essere utilizzati i triptani o la diidroergotamina. Quando la nausea è prominente, la combinazione di un triptano con un antiemetico all'insorgenza degli attacchi è efficace.
I triptani sono agonisti selettivi dei recettori 1B e 1D della serotonina. Non sono di per sé analgesici, tuttavia bloccano specificamente il rilascio di neuropeptidi che scatenano il dolore emicranico. I triptani sono più efficaci se assunti all'inizio dell'attacco. Sono disponibili in preparazioni per uso orale, endonasale e sottocutaneo; le preparazioni sottocutanee sono più efficaci, ma hanno maggiori effetti avversi. L'eccessivo uso di triptani può portare a cefalea da uso eccessivo di farmaci. I triptani e la diidroergotamina possono causare costrizione a livello delle coronarie e sono quindi controindicati in pazienti con coronaropatia o ipertensione non controllata; questi farmaci devono essere usati con cautela nei pazienti anziani e in quelli con fattori di rischio vascolare.
Il lasmiditan (un nuovo agonista selettivo del recettore della serotonina [5-HT] 1F) o un gepant, come l'ubrogepant o il rimegepant, può essere utilizzato quando i triptani o la diidroergotamina sono controindicati a causa di disturbi cardiovascolari. Il lasmiditan, che ha una maggiore affinità per i recettori della serotonina 1F rispetto ai recettori 1B, non ha controindicazioni cardiovascolari. (I triptani causano vasocostrizione attivando i recettori 5-HT1B.)
I gepanti sono antagonisti orali del CGRP. A differenza di altri farmaci per l'emicrania acuta, non causano cefalea da uso eccessivo di farmaci e possono essere utilizzati per la prevenzione dell'emicrania. I gepanti non hanno noti effetti cardiovascolari o gastrointestinali gravi e nessuna controindicazione cardiovascolare.
Una terapia antiemetica (p. es., metoclopramide, proclorperazina) da sola può essere usata per alleviare attacchi lievi o moderati. Supposte (25 mg) o compresse (10 mg) di proclorperazina sono un'opzione per i pazienti che non tollerano altri triptani e vasocostrittori.
Evidenze scientifiche supportano l'uso di dispositivi neuromodulatori per gli attacchi acuti e la prevenzione dell'emicrania (3, 4).
Attacchi intrattabili
L'idratazione con liquidi per via endovenosa, come la soluzione fisiologica, può contribuire ad alleviare il mal di testa e ad aumentare una sensazione di benessere, soprattutto nei pazienti disidratati a causa del vomito.
Gli attacchi persistenti gravi possono essere trattati con una combinazione di diidroergotamina per via endovenosa e un antiemetico antagonista della dopamina (p. es., metoclopramide o proclorperazina). La diidroergotamina è disponibile anche in preparazioni per un uso sottocute e come spray nasale.
Gli oppioidi devono essere utilizzati come risorsa estrema per la cefalea intensa (farmaci di salvataggio) qualora altri presidi risultassero inefficaci.
Emicranie croniche
Gli stessi farmaci usati per prevenire l'emicrania episodica, inclusi gli anticorpi monoclonali che bloccano la proteina correlata al gene della calcitonina, sono usati per trattare l'emicrania cronica. Inoltre, le prove a supporto dell'uso di onabotulinumtoxinA e topiramato sono solide.
Evidenze scientifiche supportano l'uso della neurostimolazione per il trattamento acuto e la prevenzione dell'emicrania cronica. Le opzioni non invasive comprendono la stimolazione sopraorbitaria, la stimolazione del nervo vago, la stimolazione magnetica transcranica a singolo impulso e stimolazione elettrica remota.
Trattamenti neuromodulatori
I trattamenti neuromodulatori possono essere usati per trattare e prevenire gli attacchi. Questi trattamenti influenzano l'attività cerebrale attraverso correnti elettriche o campi magnetici e possono essere somministrati in modo non invasivo, utilizzando dispositivi disponibili in commercio.
La stimolazione magnetica transcranica non invasiva, utilizzando un dispositivo portatile applicato sul retro della testa, può alleviare l'emicrania acuta (4). Un dispositivo che utilizza un bracciale per fornire uno stimolo elettrico non doloroso (chiamato neuromodulazione elettrica a distanza) può alleviare il dolore acuto dell'emicrania. Un dispositivo portatile che eroga una stimolazione non invasiva del nervo vago è anche efficace.
La stimolazione del nervo trigemino, con un dispositivo applicato sulla fronte, può essere utilizzata nei pazienti adulti (≥ 18 anni) per trattare gli attacchi di emicrania acuta (con o senza aura) o per ridurre la frequenza degli attacchi.
I dispositivi neuromodulatori non invasivi non hanno effetti avversi significativi. I trattamenti neuromodulatori invasivi sono disponibili solo presso centri specializzati e comportano rischi maggiori rispetto ai trattamenti non invasivi.
Riferimenti relativi al trattamento
1. Marmura MJ, Silberstein SD, Schwedt TJ. The acute treatment of migraine in adults: The American Headache Society evidence assessment of migraine pharmacotherapies. Headache. 55(1):3–20, 2015.
2. Puledda F, Sacco S, Diener HC, et al. International Headache Society global practice recommendations for the acute pharmacological treatment of migraine. Cephalalgia. 2024;44(8):3331024241252666. doi:10.1177/03331024241252666
3. Miller S, Sinclair AJ, Davies B, Matharu M. Neurostimulation in the treatment of primary headaches. Pract Neurol. 16 (5):362–375, 2016. doi: 10.1136/practneurol-2015-001298
4. Lipton RB, Dodick DW, Silberstein SD, et al. Single-pulse transcranial magnetic stimulation for acute treatment of migraine with aura: A randomised, double-blind, parallel-group, sham-controlled trial. Lancet Neurol. 9:373–380, 2010. doi: 10.1016/S1474-4422(10)70054-5
Prognosi dell'emicrania
In alcuni pazienti l'emicrania rappresenta un fastidio infrequente e tollerabile. In altri costituisce un disturbo devastante che provoca frequenti periodi di incapacità, perdita di produttività e grave compromissione della qualità della vita. In uno studio tratto da un database statunitense (il National Hospital Ambulatory Medical Care Survey e il National Health Interview Survey), l'emicrania è stata il quinto motivo più comune per una visita al pronto soccorso e il 40% degli adulti con emicrania erano disoccupati ed economicamente svantaggiati (1).
Riferimento relativo alla prognosi
1. Burch R, Rizzoli P, Loder E. The prevalence and impact of migraine and severe headache in the United States: Updated age, sex, and socioeconomic-specific estimates from government health surveys. Headache. 2021;61(1):60-68. doi:10.1111/head.14024
Prevenzione dell'emicrania
La terapia preventiva giornaliera è indispensabile se attacchi emicranici frequenti interferiscono con l'attività nonostante il trattamento della fase acuta. Alcuni esperti ritengono l'onabotulinumtoxinA il farmaco di scelta.
Nei pazienti che utilizzano frequentemente analgesici (p. es., > 2 giorni/settimana), in particolare quelli con cefalea da abuso, i farmaci preventivi devono essere combinati con un programma per l'interruzione dell'abuso di analgesici. La scelta del farmaco può essere guidata da patologie coesistenti, come le seguenti:
Una dose di amitriptilina prima di coricarsi nei pazienti con insonnia
Un beta-bloccante nei pazienti con ansia o coronaropatia
Topiramato, che può indurre perdita di peso, per pazienti obesi o per pazienti che vogliono evitare un aumento di peso
Un anticorpo monoclonale (p. es., erenumab, fremanezumab, galcanezumab) se altri farmaci sono inefficaci
I gepanti possono essere utilizzati per la prevenzione dell'emicrania (atogepant, rimegepant)
Gli anticorpi monoclonali e i gepanti utilizzati per prevenire l'emicrania bloccano l'attivazione del peptide correlato al gene della calcitonina, che può scatenare l'emicrania (1).
Anche i trattamenti neuromodulatori possono essere utili. La stimolazione transcutanea del nervo sopraorbitale, utilizzando un dispositivo applicato sulla fronte, può ridurre la frequenza delle emicranie (2). La stimolazione magnetica transcranica, utilizzando un dispositivo applicato sulla parte posteriore del cranio, è indicata per il trattamento acuto e profilattico della cefalea emicranica negli adolescenti (≥ 12) e negli adulti.
Riferimento relativo alla prevenzione
1. Jain S, Silberstein SD. Invited commentary on preventive anti-migraine therapy (PAMT). Curr Treat Options Neurol. 21(4):14, 2019. doi:10.1007/s11940-019-0555-4.
2. Schoenen J, Vandersmissen B, Jeangette S, et al. Migraine prevention with a supraorbital transcutaneous stimulator: A randomized controlled trial. Neurol. 80(8):697–704, 2013. doi: https://doi.org/10.1212/WNL.0b013e3182825055
Punti chiave
L'emicrania è un disturbo cefalico primario frequente.
I sintomi possono includere dolore lancinante unilaterale o bilaterale, nausea, sensibilità agli stimoli sensoriali (p. es., luce, suoni, odori), sintomi prodromici non specifici e sintomi neurologici temporanei che precedono il mal di testa (aura).
Diagnosticare l'emicrania sulla base dei riscontri clinici; se i pazienti presentano segni d'allarme, sono spesso necessari esami di imaging e altri test.
Coinvolgere i pazienti nella loro cura, evitando anche i fattori scatenanti e utilizzando biofeedback, gestione dello stress e psicoterapia a seconda dei casi.
Trattare la maggior parte dei mal di testa con analgesici, diidroergotamina EV, o triptani.
Se gli attacchi sono frequenti e interferiscono con le attività, utilizzare la terapia preventiva (p. es., anticorpi monoclonali che bloccano la proteina correlata al gene della calcitonina, amitriptilina, un beta-bloccante, un gepant, topiramato, divalproex), l'onabotulinumtoxinA o, talvolta, i trattamenti neuromodulatori.