Pericardite acuta

DiBrian D. Hoit, MD, Case Western Reserve University School of Medicine
Revisionato/Rivisto mag 2024
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I fatti in Breve

La pericardite acuta è un’infiammazione del pericardio (il sacco flessibile formato da due strati che avvolge il cuore) che insorge improvvisamente, è spesso dolorosa e determina il versamento nello spazio pericardico di liquido e di componenti del sangue come fibrina, globuli rossi e globuli bianchi.

  • La pericardite è causata da alcune infezioni e altre malattie che determinano un’infiammazione del pericardio.

  • I sintomi comuni sono febbre e dolore toracico, che è acuto e varia a seconda della posizione e dei movimenti e che occasionalmente può sembrare simile a un attacco cardiaco.

  • I medici basano la diagnosi sulla sintomatologia e, in alcuni casi, su un suono rivelatore del battito cardiaco auscultabile con lo stetoscopio.

  • Spesso il paziente viene ricoverato e trattato con farmaci per ridurre il dolore e l’infiammazione.

(Vedere anche Panoramica sulla pericardiopatia e Pericardite cronica.)

A volte l’infiammazione può determinare un accumulo di liquidi nello spazio pericardico (versamento pericardico). In altri casi, quando la pericardite è dovuta a un trauma, a una formazione neoplastica maligna o a intervento cardiochirurgico, il liquido in questione è il sangue.

Cause della pericardite acuta

Le cause della pericardite acuta includono

Nei soggetti affetti da HIV/AIDS, varie infezioni, tra cui la tubercolosi e l’aspergillosi, possono determinare pericardite. Negli Stati Uniti la pericardite da tubercolosi (pericardite tubercolare) rappresenta un piccolo numero di casi di pericardite acuta, mentre in alcune zone dell’India e dell’Africa rappresenta la maggioranza dei casi. L’infezione da SARS-CoV-2 (il virus che causa il COVID-19) provoca raramente pericardite.

Dopo un attacco cardiaco, si sviluppa una pericardite acuta nel primo o secondo giorno nel 10-15% dei soggetti e dopo circa 10 giorni e fino a 2 mesi in una percentuale inferiore (pericardite subacuta). La pericardite subacuta origina dalle stesse condizioni che provocano la pericardite acuta.

Sintomi della pericardite acuta

Di solito, la pericardite acuta provoca un dolore toracico acuto che spesso si irradia alla spalla sinistra e, talvolta, lungo il braccio sinistro. Il dolore può essere simile a quello di un attacco cardiaco, ad eccezione del fatto che tende a peggiorare in posizione distesa, durante l’ingestione di cibo, tossendo o persino respirando profondamente. La raccolta di liquido o sangue nello spazio pericardico esercita pressione sul cuore, interferendo con la sua contrattilità. Se la pressione è troppo elevata, può verificarsi una condizione potenzialmente letale definita tamponamento cardiaco. In alcuni casi, la pericardite acuta non dà luogo a sintomatologia.

La pericardite dovuta alla tubercolosi inizia in modo insidioso, talvolta senza sintomi evidenti di infezione. Può causare febbre e sintomi di insufficienza cardiaca, come debolezza, affaticamento e respiro affannoso. Può verificarsi tamponamento cardiaco.

La pericardite acuta dovuta a infezione virale, di solito, causa dolore ma è di breve durata ed è priva di conseguenze a lungo termine.

Quando si sviluppa in prima o seconda giornata dall’attacco cardiaco, i sintomi raramente sono rilevabili perché il focus terapeutico è orientato verso la sintomatologia associata all’infarto.

La pericardite che si sviluppa da 10 giorni a 2 mesi dopo un attacco cardiaco è di solito accompagnata dalla sindrome post-infartuale (sindrome di Dressler), che comprende febbre, versamento pericardico (eccesso di liquido nello spazio pericardico), dolore pleurico (dolore causato dall’infiammazione della pleura, ovvero le membrane che ricoprono i polmoni), versamento pleurico (liquido tra i due strati della pleura) e dolori articolari.

Le caratteristiche di alto rischio includono

  • Febbre

  • Esordio subacuto

  • Uso di farmaci immunosoppressori

  • Trauma recente

  • Uso di farmaci anticoagulanti orali

  • Mancato miglioramento dopo l’uso di aspirina o farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS]

  • Miopericardite (pericardite che interessa anche il muscolo cardiaco oltre al pericardio)

  • Versamenti pericardici di entità moderata o severa

I sintomi della pericardite acuta spesso scompaiono spontaneamente, ma si ripresentano in fino al 30% dei soggetti.

Nel 15-25% dei pazienti con pericardite idiopatica i sintomi compaiono e scompaiono in modo intermittente per mesi o anni (la cosiddetta pericardite ricorrente).

Diagnosi della pericardite acuta

  • Elettrocardiogramma

  • Radiografia del torace

  • Ecocardiografia

  • Analisi per identificare la causa

In genere i medici sono in grado di diagnosticare una pericardite acuta sulla base di quanto riferito dal paziente circa il dolore e auscultando i toni mediante uno stetoscopio posizionato sul torace del soggetto. La pericardite può determinare uno sfregamento simile allo scricchiolio prodotto dalle scarpe di cuoio o un suono graffiante simile a un fruscio di foglie secche (sfregamento pericardico). I medici, spesso, possono diagnosticare una pericardite poche ore o pochi giorni dopo un attacco cardiaco sulla base di questi toni.

In genere si esegue anche l'elettrocardiogramma (ECG), che spesso mostra delle alterazioni causate dalla pericardite. I medici valutano l’eventuale presenza di segni di versamento pericardico con radiografia toracica ed ecocardiogramma (procedura basata sull’impiego di onde ecografiche per produrre un’immagine del cuore).

Analisi per individuare la causa della pericardite

A volte la causa della pericardite è ovvia, per esempio, un recente attacco cardiaco. Altre potrebbe non essere chiara.

L’ecocardiogramma può suggerire la causa; per esempio l’immagine che appare nell’ecocardiogramma o nella radiografia toracica può indicare un tumore.

Le analisi del sangue possono consentire di identificare alcune delle altre condizioni causa di pericardite, per esempio leucemia, infezioni, febbre reumatica e un aumento dei livelli di urea nel sangue dovuto alla degradazione delle proteine in soggetti con insufficienza renale.

Se la causa della pericardite rimane sconosciuta, è possibile procedere con un prelievo di liquido e/o tessuto pericardico mediante l’inserimento di un ago nella parete toracica (pericardiocentesi). Il liquido e il tessuto vengono inviati al laboratorio per analisi.

Trattamento della pericardite acuta

  • Farmaci antinfiammatori, come i farmaci antinfiammatori non steroidei o la colchicina

  • Trattamento del disturbo alla base, come un tumore

  • Raramente, un trattamento chirurgico come la pericardiotomia

Indipendentemente dalla causa, talvolta i soggetti con pericardite vengono ricoverati, in particolare quelli che presentano caratteristiche di alto rischio. Il soggetto viene monitorato al fine di rilevare l’insorgenza di eventuali complicanze, in particolare di tamponamento cardiaco.

Farmaci antinfiammatori

La pericardite acuta generalmente risponde a trattamento con colchicina o FANS (come aspirina e ibuprofene) per via orale. Una volta alleviati il dolore e i segni di infiammazione, il farmaco viene ridotto gradualmente. Anche la colchicina riduce la probabilità di recidiva della pericardite successivamente.

Il dolore intenso potrebbe richiedere un oppiaceo, come la morfina.

Il prednisone, un corticosteroide, non riduce direttamente il dolore ma lo allevia riducendo l’infiammazione. Tuttavia, il prednisone non viene utilizzato sempre, perché può aggravare un’eventuale infezione virale (che il paziente potrebbe anche avere). Il prednisone aumenta inoltre la probabilità che la pericardite si ripresenti successivamente.

Trattamento del disturbo sottostante

L’ulteriore trattamento della pericardite acuta varia in rapporto alla causa. In caso di insufficienza renale, l’aumento della frequenza della dialisi in genere determina un miglioramento.

I farmaci che possono causare pericardite vengono sospesi non appena possibile.

Il paziente affetto da cancro può rispondere a chemioterapia o radioterapia.

Se la pericardite è causata da un virus, un trauma, una lesione o la recidiva di un disturbo non identificato, possono offrire sollievo aspirina o ibuprofene, a volte somministrati in concomitanza con la colchicina. Se questi farmaci non sono utili, si può optare per un trattamento a base di corticosteroidi (a condizione che la causa non sia riconducibile a un’infezione). I corticosteroidi sono talvolta somministrati con iniezione nello spazio pericardico. Se la terapia farmacologica non è efficace, i medici possono asportare il pericardio chirurgicamente.

Se la causa è un’infezione batterica, il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici e in un drenaggio chirurgico del pus dal pericardio.

Trattamento chirurgico

Il liquido può essere drenato dal pericardio con inserimento di un sottile catetere nello spazio pericardico (pericardiocentesi).

A volte, attraverso la cute viene inserito un catetere con punta a palloncino, che viene successivamente gonfiato per creare un foro (finestra) nel pericardio. Questa procedura, detta pericardiotomia percutanea con palloncino, si esegue generalmente in alternativa all’intervento chirurgico quando i versamenti sono dovuti a tumore o recidiva.

In alternativa, viene effettuata una piccola incisione sotto lo sterno e viene asportata parte del pericardio. Viene quindi inserito un tubo all’interno dello spazio pericardico. Tale procedura, chiamata pericardiotomia sottoxifoidea, viene spesso praticata in caso di versamenti da infezioni batteriche. Le due procedure richiedono anestesia locale, possono essere eseguite su pazienti allettati, consentono un drenaggio costante del liquido e sono efficaci.

Prognosi della pericardite acuta

La prognosi dei singoli soggetti con pericardite dipende dalla causa. Quando la pericardite è provocata da un virus o la causa non è chiara, normalmente la convalescenza dura da 1 a 3 settimane. Le complicanze e le recidive possono allungare il periodo necessario per la guarigione. Di rado i soggetti con un tumore che ha invaso il pericardio sopravvivono più di 12-18 mesi.