Droghe sociali e sostanze illecite durante la gravidanza

DiRavindu Gunatilake, MD, Valley Perinatal Services;
Avinash S. Patil, MD, University of Arizona College of Medicine
Revisionato/Rivisto ott 2023
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

    Il fumo di sigaretta è la forma di dipendenza più frequente tra le donne gravide. Il monossido di carbonio e la nicotina nelle sigarette provocano ipossia e vasocostrizione, aumentando il rischio di quanto segue:

    I neonati le cui madri fumano sono più suscettibili ad anencefalia, cardiopatie congenite, anomalie orofacciali, sindrome della morte improvvisa del lattante, deficit di sviluppo fisico e mentale e problemi comportamentali. La cessazione del fumo o la sua limitazione ne riduce i rischi.

    L'esposizione al fumo passivo può allo stesso modo danneggiare il feto.

    L'alcol è il teratogeno più comunemente utilizzato. Il consumo di alcol in gravidanza incrementa il rischio di aborto spontaneo. Il rischio è probabilmente correlato alla quantità di alcol assunta ma non è nota la quantità priva di rischio. L'assunzione regolare diminuisce il peso alla nascita di circa 1-1,3 kg. L'assunzione compulsiva di alcol ("binge drinking") in modo particolare, anche in quantità pari a 45 mL di alcol puro al giorno (equivalente a circa 3 drink), può causare la sindrome alcolica fetale. Questa sindrome si riscontra in circa 2,2/1000 nati vivi; essa comprende il ritardo di crescita fetale, i difetti facciali e cardiovascolari e i disturbi neurologici. È una delle principali cause di disabilità intellettiva e può causare la morte neonatale a causa della mancata crescita.

    Stimolanti come la cocaina o la metamfetamina hanno rischi fetali indiretti (p. es., ictus materno o morte durante la gravidanza). Il loro uso porta probabilmente anche a vasocostrizione fetale e a ipossia. L'uso ripetuto aumenta il rischio di quanto segue:

    Nonostante il principale metabolita del cannabis sia in grado di attraversare la placenta, il suo impiego voluttuario non sembra aumentare significativamente il rischio di malformazioni congenite o di ritardo di crescita fetale. L'uso di marijuana durante la gravidanza è stato collegato a esiti sfavorevoli della gravidanza tra cui neonati piccoli per l'età gestazionale, travaglio pretermine, e problemi di sviluppo neurologico e di comportamentale del bambino. Una tendenza verso un accesso più facile e un uso più ampio della marijuana ricreativa in diversi stati potrebbe portare a una migliore comprensione degli effetti della marijuana nel tempo.

    Per "bath salts"(in italiano "sali da bagno") ci si riferisce a un gruppo di sostanze sintetiche derivate illecite da una varietà di sostanze simili alle anfetamine; esse sono sempre più utilizzate in gravidanza. Anche se gli effetti sono poco conosciuti, sono probabili vasocostrizione ed ipossia fetale e vi è il rischio di natimortalità, distacco di placenta ed eventualmente di malformazioni congenite.

    Gli allucinogeni possono, a seconda del farmaco, aumentare il rischio dei seguenti:

    Gli allucinogeni comprendono metilenediossimetanfetamina (MDMA o ecstasy), rohypnol, ketamina, metanfetamina, e LSD (dietilamide dell'acido lisergico).

    Gli oppiacei (p. es., eroina, metadone, morfina) attraversano facilmente la placenta e possono quindi causare dipendenza da oppiacei nel feto. I neonati possono presentare sintomi di astinenza da 6 h a 8 giorni dalla nascita. Ciononostante, raramente l'uso di oppioidi dà origine a malformazioni congenite. La terapia con agonisti parziali oppiacei, come la buprenorfina, può essere associata a un minor rischio di astinenza neonatale rispetto al metadone ed è sempre più utilizzata nelle pazienti con dipendenza da oppiacei durante la gravidanza.

    L'uso di oppiacei durante la gravidanza aumenta il rischio di complicanze della gravidanza, come

    L'eroina aumenta il rischio di avere un bambino piccolo per l'età gestazionale.

    Non è chiaro se il consumo di grandi quantità di caffeina possa aumentare il rischio perinatale. Il consumo di caffeina in piccole quantità (p. es., 1 tazza di caffè/die) sembra esporre il feto a un rischio basso o nullo, ma alcuni dati, che non valgono invece per l'uso di tabacco o alcol, suggeriscono che un consumo in grande quantità (> 7 tazze di caffè/die) aumenti il rischio di natimortalità, parti pretermine, basso peso alla nascita ed aborti spontanei. Le bevande decaffeinate presentano, in teoria, un modesto rischio per il feto.

    L'uso dell'aspartame (un sostituto dietetico dello zucchero) durante la gravidanza è spesso messo in discussione. Il metabolita principale dell'aspartame, la fenilalanina, si concentra nel feto mediante un meccanismo di trasporto transplacentare attivo; livelli tossici di tale aminoacido possono causare disabilità intellettiva. Tuttavia, quando l'assunzione di fenilalanina è mantenuta nei limiti della norma, i suoi livelli fetali si mantengono molto al di sotto dei livelli tossici. Pertanto l'assunzione moderata di aspartame durante la gravidanza (p. es., non più di 1 L di bevande zuccherate artificialmente al giorno) sembra non esporre il feto a un rischio significativo di tossicità. Però, se la madre è affetta da fenilchetonuria, l'assunzione di fenilalanina e quindi di aspartame è proibita.

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