Il disturbo schizoaffettivo è caratterizzato da psicosi, altri sintomi della schizofrenia e sintomi significativi del tono dell'umore. Si differenzia dalla schizofrenia per il verificarsi di ≥ 1 episodio di depressione o mania nella vita di una persona.
Le psicosi riguardano sintomi come deliri, allucinazioni, pensiero e linguaggio disorganizzati e comportamento motorio bizzarro ed inadeguato (compresa catatonia) che indicano perdita di contatto con la realtà.
Bisogna considerare la diagnosi di disturbo schizoaffettivo quando coesistono psicosi e sintomi della sfera dell'umore. La diagnosi richiede che evidenti sintomi affettivi (di tipo depressivo o maniacale) siano presenti per > 50% della durata totale della malattia, contemporaneamente a ≥ 2 sintomi della schizofrenia (deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico, sintomi negativi).
La distinzione del disturbo schizoaffettivo dalla schizofrenia e dai disturbi dell'umore può richiedere una valutazione longitudinale dei sintomi e del loro decorso.
Trattamento del disturbo schizoaffettivo
Spesso costituito da una combinazione di farmaci, psicoterapia e supporto sociale
Poiché il disturbo schizoaffettivo non di rado conduce a disabilità a lungo termine, è spesso necessario un trattamento integrato (comprendente farmaci, psicoterapia e supporto sociale).
Per il trattamento del tipo maniacale, un antipsicotico di seconda generazione può essere sufficiente, ma in caso contrario può essere utile aggiungere litio, carbamazepina o valproato.
Per il trattamento della forma depressiva, gli antipsicotici di 2a generazione sono somministrati per primi. Poi, una volta che i sintomi psicotici positivi sono stabilizzati, si deve introdurre un antidepressivo se la depressione richiede un trattamento; gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sono preferiti per il loro profilo di sicurezza.
(Vedi anche Introduzione alla schizofrenia e disturbi correlati.)