Neuropatia ottica ischemica

DiJohn J. Chen, MD, PhD, Mayo Clinic
Revisionato/Rivisto giu 2024
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

La neuropatia ottica ischemica è dovuta all'infarto del disco ottico. Può essere arteritica o non arteritica. L'unico sintomo costante è la perdita acuta indolore della vista. La diagnosi è clinica. Il trattamento per la varietà non artritica è inefficace. Il trattamento per la varietà arteritica non ripristina la vista ma può aiutare a proteggere l'occhio sano.

Esistono due forme di infarto del nervo ottico: infarto non arteritico ed infarto arteritico.

La variante non arteritica risulta più frequente e colpisce tipicamente soggetti oltre i 50 anni. La perdita della vista tende a non essere così grave come nella variante arteritica, che colpisce solitamente soggetti più grandi d'età, di solito oltre i 70 anni.

La maggior parte delle neuropatie ottiche è unilaterale. Casi bilaterali sequenziali si verificano in circa il 15% dei pazienti con neuropatia ottica ischemica non arteritica entro 5 anni (1), ma il coinvolgimento simultaneo bilaterale è raro. L'interessamento bilaterale è molto più comune nei casi arteritici rispetto a quelli non arteritici.

Una stenosi aterosclerotica delle arterie ciliari posteriori, in particolare dopo un episodio ipotensivo, può predisporre all'infarto non arteritico del nervo ottico. Una qualsiasi arterite infiammatoria, soprattutto l'arterite a cellule giganti, può scatenare la forma arteritica.

L'ischemia acuta causa edema delle fibre nervose, che peggiora ulteriormente la stessa ischemia. Un basso rapporto fra il diametro dell'escavazione del disco ottico e il diametro del disco ottico stesso rappresenta un fattore di rischio della neuropatia ottica ischemica non arteritica, ma non della varietà arteritica. Solitamente nessuna condizione medica è giudicata essere apparentemente causa della varietà non arteritica, anche se fattori che contribuiscono all'aterosclerosi (p. es., diabete, fumo, ipertensione), apnea ostruttiva del sonno, assunzione di alcuni farmaci (p. es., amiodarone e forse gli inibitori della fosfodiesterasi-5) e disturbi di ipercoagulabilità sono presenti in alcuni pazienti e sono considerati fattori di rischio. Una perdita della vista al risveglio induce i ricercatori a sospettare un'ipotensione notturna come possibile causa della varietà non arteritica.

Riferimento generale

  1. 1. Newman NJ, Scherer R, Langenberg P, et al: The fellow eye in NAION: Report from the ischemic optic neuropathy decompression trial follow-up study. Am J Ophthalmol 134(3):317-328, 2002. doi: 10.1016/s0002-9394(02)01639-2

Sintomatologia della neuropatia ottica ischemica

La perdita della vista in entrambe le varietà dell'infarto del nervo ottico è tipicamente rapida (minuti, ore o giorni) ed indolore. Alcuni pazienti la notano al risveglio. Nella neuropatia ottica ischemica arteritica dovuta a un'arterite a cellule giganti, sono di solito presenti sintomi come malessere generale, dolori e dolorabilità muscolari, cefalea sopra le tempie, dolore alla pettinatura, claudicatio della mandibola e dolorabilità sull'arteria temporale; tuttavia, tali sintomi possono essere assenti fino nel 20% dei casi (1). L'acuità visiva risulta abitualmente ridotta ed è presente un difetto pupillare afferente (mancanza di una risposta pupillare diretta alla luce, ma una normale risposta consensuale).

Il disco ottico risulta gonfio e rilevato, e le fibre nervose rigonfiate ostruiscono i fini vasi superficiali del nervo ottico. Spesso le emorragie circondano il disco ottico. Il disco ottico può essere chiaro nella varietà arteritica e iperemico nella varietà non arteritica. In entrambe le varietà, l'esame del campo visivo spesso evidenzia un difetto altitudinale e/o centrale.

Riferimenti relativi alla sintomatologia

  1. 1. Chen JJ, Leavitt JA, Fang C, et al: Evaluating the incidence of arteritic ischemic optic neuropathy and other causes of vision loss from giant cell arteritis. Ophthalmology 123(9):1999-2003, 2016. doi: 10.1016/j.ophtha.2016.05.008

Diagnosi della neuropatia ottica ischemica

  • Velocità di sedimentazione eritrocitaria (VES), proteina C-reattiva e emocromo con formula

  • Tomografia computerizzata o RM del cervello e delle orbite se la perdita della vista è progressiva

La diagnosi di infarto del nervo ottico si basa principalmente sulla valutazione clinica, ma possono essere necessari test accessori. Molto importante è escludere la varietà non arteritica, poiché l'occhio controlaterale è a rischio se non si intraprende rapidamente la terapia corticosteroidea. Le prove immediate comprendono valutazione di VES, emocromo e proteina C-reattiva. La velocità di eritrosedimentazione (VES) risulta di solito elevata nella varietà arteritica, con valori spesso oltre i 100 mm/h, mentre risulta nella norma nella varietà non arteritica. Anche la proteina C-reattiva è elevata ed è più sensibile della velocità di eritrosedimentazione (VES) nella diagnosi di arterite a cellule giganti. Solo il 4% delle arteriti a cellule giganti testati con biopsia ha valori normali sia per la proteina C-reattiva che per la VES. L'emocromo viene valutato per identificare la trombocitosi (> 400 × 103/mcL), la quale si aggiunge al valore predittivo positivo e negativo della sola VES (1).

Se c'è il sospetto di un'arterite a cellule giganti, i corticosteroidi devono essere immediatamente iniziati, e deve essere fatta il prima possibile una biopsia dell'arteria temporale (almeno entro 1-2 settimane, in quanto gli effetti della terapia con prednisone riducono il rendimento diagnostico dell'istopatologia). Le variazioni dei livelli della proteina C-reattiva sono utili anche per monitorare la progressione della malattia e la risposta al trattamento. Per i casi di perdita progressiva della vista, TC o RM del cervello e delle orbite devono essere eseguite per escludere lesioni compressive.

Per la neuropatia ottica ischemica non arteritica, possono essere indicati ulteriori test sulla base della causa o del fattore di rischio sospetti. Per esempio, se i pazienti hanno eccessiva sonnolenza diurna o russano oppure sono obesi, deve essere considerata una polisonnografia per diagnosticare un'eventuale apnea ostruttiva del sonno.

Riferimento relativo alla diagnosi

  1. 1. Walvick MD, Walvick MP: Giant cell arteritis: Laboratory predictors of a positive temporal artery biopsy. Ophthalmology 118(6):1201-1204, 2011. doi:10.1016/j.ophtha.2010.10.002

Trattamento della neuropatia ottica ischemica

  • Terapia corticosteroidea e tocilizumab per la varietà arteritica

La varietà arteritica viene trattata con corticosteroidi orali (prednisone 80 mg per via orale 1 volta/die e ridotto in base all'andamento della VES e alla proteina C-reattiva) per proteggere l'occhio controlaterale. Se vi è perdita della vista, devono essere considerati i corticosteroidi per via endovenosa. La terapia non deve essere posticipata in attesa della biopsia o dei risultati della stessa. I risultati di studi clinici mostrano che il tocilizumab somministrato durante la riduzione dei corticosteroidi migliora la remissione senza glucocorticoidi rispetto ai corticosteroidi soli nell'arterite a cellule giganti (1). Non esiste un trattamento stabilito per la varietà non arteritica. I fattori di rischio vascolare devono essere ottimizzati. Piccoli accorgimenti (p. es., utilizzo di lenti di ingrandimento, caratteri di stampa grandi, orologi parlanti) possono essere utili in entrambi i casi.

Consigli ed errori da evitare

  • Somministrare corticosteroidi sistemici il prima possibile ai pazienti di 55 anni e agli anziani che manifestano un'improvvisa e indolore perdita della vista se si sospetta l'arterite a cellule giganti.

Riferimento relativo al trattamento

  1. 1. Stone JH, Tuckwell K, Dimonaco S, et al: Trial of tocilizumab in giant-cell arteritis. N Engl J Med 377(4):317-328, 2017. doi: 10.1056/NEJMoa1613849

Prognosi della neuropatia ottica ischemica

Non esiste un trattamento efficace per la varietà non arteriosa di infarto del nervo ottico; tuttavia, fino al 40% dei pazienti ha un lieve recupero spontaneo della vista (1).

Nella varietà arteritica causata da un'arterite a cellule giganti, le perdite dell'acuità visiva e del campo visivo sono tipicamente maggiori. Un trattamento tempestivo non ripristina la vista persa nell'occhio colpito, ma protegge l'occhio sano. Il trattamento inadeguato rischia recidive e ulteriore perdita della vista.

Riferimento relativo alla prognosi

  1. 1. Singh S, Zimmerman MB: Nonarteritic anterior ischemic optic neuropathy: natural history of visual outcome. Ophthalmology 115(2):298-305.e2, 2008. PMID: 17698200

Punti chiave

  • La neuropatia ischemica ottica è solitamente causata dall'aterosclerosi, ma l'arterite a cellule giganti deve sempre essere esclusa.

  • Sospettare una neuropatia ottica ischemica in pazienti di 55 anni e anziani che hanno perdita della vista improvvisa e indolore.

  • Se si sospetta un'arterite a cellule giganti, trattarla con corticosteroidi per ridurre il rischio di coinvolgimento controlaterale.

  • La prognosi visiva tende a essere sfavorevole.

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