Professional edition active

Radicolopatia lombosacrale

(Sciatica)

DiPeter J. Moley, MD, Hospital for Special Surgery
Reviewed ByBrian F. Mandell, MD, PhD, Cleveland Clinic Lerner College of Medicine at Case Western Reserve University
Revisionato/Rivisto Modificata nov 2024
v908512_it
Visualizzazione l’educazione dei pazienti
La radicolopatia lombosacrale consiste in dolore e/o sintomi neurologici che si irradiano in uno o più dermatomi lombari o sacrali. Di solito deriva dalla compressione delle radici nervose lombari nella colonna lombosacrale. Le cause più comuni comprendono erniazione del disco intervertebrale, osteofiti e restringimento del canale vertebrale (stenosi spinale). I sintomi comprendono dolore irradiato dai glutei lungo l'arto inferiore. La diagnosi a volte comporta la necessità di eseguire una RM o una TC. L'elettromiografia e gli studi della conduzione nervosa contribuiscono a identificare e confermare il livello colpito. La terapia comprende misure sintomatiche e a volte un intervento chirurgico, soprattutto se è presente un deficit neurologico persistente.

(Vedi anche Valutazione del dolore al collo e alla schiena.)

Eziologia della radicolopatia lombosacrale

La radicolopatia lombosacrale è tipicamente causata dalla compressione della radice nervosa, abitualmente da parte di un disco inter-vertebrale erniato, da irregolarità ossee (p. es., osteoartrosi con osteofiti, spondilolistesi), stenosi spinale, ovvero, molto meno frequentemente, da ascessi o tumori endospinali. La compressione può insorgere all'interno del canale vertebrale o nel forame intervertebrale. I nervi possono anche essere compressi al di fuori della colonna vertebrale, nel bacino o nei glutei. Le radici nervose L5-S1, L4-L5 e L3-L4 sono quelle coinvolte più di frequente (vedi tabella Effetti motori e riflessi di un disturbo del midollo spinale per livello segmentale). Le radicolopatie che scendono lungo la parte posteriore della coscia e oltre il ginocchio sono compatibili con la sciatica (le radici nervose L4, L5 e S1 formano il nervo sciatico). Le radicolopatie che si irradiano verso la parte anteriore della coscia non sono sciatiche e viaggiano lungo il nervo femorale (L1, L2 e L3).

Il termine sciatica è spesso usato in modo impreciso per descrivere un qualsiasi dolore nella parte bassa della schiena che può irradiarsi o meno nella parte posteriore della gamba. Il suo uso deve essere evitato perché può portare a confusione diagnostica.

Sintomatologia della radicolopatia lombosacrale

Nei pazienti con la radicolopatia lombosacrale, il dolore si irradia lungo il decorso del nervo sciatico (sintomi correlati alle radici nervose L4, L5 e S1), il più delle volte lungo i glutei e il versante posteriore della coscia fino a sotto il ginocchio. Il dolore è tipicamente urente, lancinante o pungente. Può verificarsi con o senza lombalgia. La manovra di Valsalva o la tosse possono peggiorare il dolore se la causa è un'ernia del disco intervertebrale. I pazienti possono lamentare intorpidimento e talvolta debolezza nella gamba colpita.

La compressione delle radici nervose può peggiorare i deficit motori, sensitivi o dei riflessi, che sono il riscontro più obiettivo. L'ernia del disco a livello L5-S1 può influenzare il riflesso achilleo; l'ernia a livello L3-L4 può influire sul riflesso rotuleo.

Il sollevamento della gamba può causare dolore irradiato all'arto inferiore quando si superano lentamente i 60° e a volte anche i livelli inferiori. Questo reperto è sensibile per la radicolopatia lombosacrale; il dolore irradiato lungo la gamba interessata quando la gamba controlaterale viene sollevata (test di Lasègue incrociato) è ancora più specifico per la radicolopatia lombosacrale. Il test del sollevamento della gamba tesa può essere eseguito mentre i pazienti sono seduti con le anche flesse a 90°; la gamba è lentamente sollevata fino a quando il ginocchio è completamente esteso. Se è presente radiculopatia, il dolore alla colonna (e spesso i sintomi radicolari) compare quando la gamba è tesa.

Lo slump test può anche essere fatto, in modo analogo al test di sollevamento della gamba tesa, ma con il paziente "accasciato" (con la colonna toracica e lombare flesse) e con il collo flesso. Lo slump test è più sensibile, ma meno specifico, per l'ernia del disco rispetto al test di sollevamento della gamba tesa.

Diagnosi di radicolopatia lombosacrale

  • Valutazione clinica

  • A volte RM, studi neurofisiologici (elettromiografia) o entrambi

Si sospetta una radicolopatia lombosacrale in base al dolore caratteristico. Se si sospetta la radicolopatia lombosacrale, devono essere testati la forza, i riflessi e la sensibilità. Se sono presenti deficit neurologici o se i sintomi persistono > 6 settimane, devono essere eseguiti studi di diagnostica per immagini e neurofisiologici. Le anomalie strutturali che causano radicolopatia lombosacrale (compresa la stenosi vertebrale) sono diagnosticate con maggior accuratezza attraverso RM o TC.

Gli studi neurofisiologici possono confermare la presenza e il grado di compressione della radice nervosa ed escludere condizioni che possono imitare una radicolopatia lombosacrale, come una paralisi del nervo peroneo, una mononeuropatia multipla, o una polineuropatia. Questi studi possono contribuire a determinare se la lesione coinvolga livelli nervosi singoli o multipli e se i rilievi clinici siano correlati con le anomalie rilevate dalla RM (importante specialmente prima di un approccio chirurgico). Tuttavia, le anomalie possono non essere evidenti con studi neurofisiologici per almeno 2 settimane dopo l'esordio dei sintomi.

Trattamento della radicolopatia lombosacrale

  • Attività fisica come tollerata, analgesici e, talvolta, farmaci per il dolore neuropatico

  • Fisioterapia

  • A volte corticosteroidi orali o epidurali

  • Chirurgia per casi gravi

Un sollievo acuto dal dolore da radicolopatia lombosacrale può venire dopo 24-48 h di allettamento in posizione sdraiata con la testiera del letto sollevata di circa 30° (posizione di semi-Fowler). Misure terapeutiche per il dolore lombare, tra cui analgesici non oppioidi (p. es., FANS e acetaminofene [paracetamolo]), si possono provare per un periodo massimo di 6 settimane. I farmaci che riducono il dolore neuropatico (vedi Farmaci per il dolore neuropatico), come per esempio gabapentin e pregabalin o basse dosi di antidepressivi triciclici possono alleviare i sintomi. Inizialmente, si utilizza il gabapentin per via orale, da 100 a 300 mg al momento di coricarsi, e si deve aumentare lentamente per evitare effetti avversi che potrebbero inibire il recupero del paziente. Come con ogni farmaco sedativo, si deve prestare attenzione in caso di anziani, di soggetti a rischio di cadute, di pazienti con aritmie, e di quelli con malattie renali croniche.

Lo spasmo muscolare può essere alleviato con l'applicazione terapeutica di caldo o freddo e anche la fisioterapia in questi casi può essere utile.

L'impiego dei corticosteroidi per il trattamento del dolore radicolare acuto è controverso. Somministrati per via epidurale, i corticosteroidi possono accelerare il sollievo dal dolore, ma non devono essere utilizzati se non nei casi in cui il dolore è intenso o persistente. Alcune prove suggeriscono che un ciclo di corticosteroidi orali può portare a un lieve miglioramento a breve termine del dolore per alcuni pazienti con lombalgia radicolare; tuttavia, i corticosteroidi orali sono probabilmente inefficaci per i pazienti con lombalgia non radicolare (1). Un esempio di regime di diminuzione graduale del metilprednisolone per via orale che può essere utilizzato, inizia con 24 mg quotidianemente ed è ridotto di 4 mg/die, per essere completato in 6 giorni.

L'intervento chirurgico è indicato per la sindrome della cauda equina o per un'inequivocabile ernia del disco, più una delle seguenti condizioni:

  • Debolezza muscolare che sta peggiorando o non si risolve

  • Altri deficit neurologici progressivi

  • Dolore intollerabile e intrattabile che interferisce con le attività lavorative o personali in un paziente emotivamente stabile e che non diminuisce dopo 6 settimane di trattamento conservativo

La classica discectomia con laminectomia limitata per ernia del disco intervertebrale rappresenta la procedura standard. Se l'ernia è localizzata, può essere eseguita una microdiscectomia; con essa, l'incisione cutanea e la laminectomia possono essere più piccole. La chemonucleolisi, che utilizza l'iniezione intradiscale di chimopapaina, non viene più praticata.

I predittori di uno scarso risultato chirurgico comprendono

  • Importanti fattori di salute mentale

  • Persistenza dei sintomi per un periodo > 6 mesi

  • Pesante lavoro manuale

  • Prevalenza del mal di schiena non-radicolare

  • Possibilità di guadagno secondario (ossia, contenzioso e compensabilità)

Riferimento relativo al trattamento

  1. 1. Chou R, Pinto RZ, Fu R, et al. Systemic corticosteroids for radicular and non-radicular low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2022;10(10):CD012450. Published 2022 Oct 21. doi:10.1002/14651858.CD012450.pub2

Punti chiave

  • La radicolopatia lombosacrale è tipicamente causata da compressione della radice nervosa, abitualmente da parte di un disco inter-vertebrale erniato, da osteoartrosi con osteofiti, da stenosi spinale o da spondilolistesi.

  • Solitamente un dolore, bruciante, lancinante o trafittivo si irradia lungo il decorso del nervo sciatico, il più delle volte lungo i glutei e il versante posteriore della coscia fino a sotto il ginocchio.

  • Si può verificare perdita di sensibilità, debolezza, e deficit dei riflessi.

  • Eseguire RM e studi elettrodiagnostici se ci sono deficit neurologici o se i sintomi persistono per > 6 settimane.

  • Trattare in modo conservativo, ma considerare l'intervento chirurgico per ernia del disco con un deficit neurologico progressivo, o dolore intrattabile persistente.

Test your KnowledgeTake a Quiz!
iOS ANDROID
iOS ANDROID
iOS ANDROID