Risorse sull’argomento
L’infezione si contrae consumando cibi contaminati da terreno contenente le uova del tricocefalo oppure inghiottendo le uova dopo il contatto con terreno contaminato.
I sintomi possono essere assenti oppure possono comparire dolore addominale, perdita di appetito, diarrea, prolasso rettale o anemia, in base alla gravità dell’infezione.
Solitamente i medici diagnosticano l’infezione identificando le uova in un campione di feci.
I soggetti vengono trattati con i farmaci utilizzati per trattare le infezioni da vermi.
Adeguate misure sanitarie e una buona igiene personale aiutano a prevenire la diffusione dell’infezione.
Gli elminti sono vermi parassiti che possono infettare gli esseri umani e gli animali. Esistono 3 tipi di elminti: vermi piatti (trematodi), tenie (cestodi) e vermi cilindrici (nematodi). Il Trichuris trichiura è un nematode.
La trichiuriasi è un’infezione comune. Circa 800 milioni di persone contraggono l’infezione in tutto il mondo. Si manifesta soprattutto nelle aree tropicali con scarse condizioni igienico-sanitarie e nei bambini. Negli Stati Uniti, la maggior parte dei casi di trichiuriasi si verifica negli immigrati o nei viaggiatori di ritorno da zone in cui l’infezione è comune, ma può essere contratta in alcune zone meridionali.
(Vedere anche Panoramica sulle infezioni parassitarie.)
Trasmissione dell’infezione da tricocefalo
Il parassita si acquisisce mediante:
Ingestione di alimenti contaminati da terreno contenente le uova di tricocefalo
Trasferimento delle uova dalle mani alla bocca dopo il contatto o l’ingestione di terreno contaminato
I bambini possono inghiottire il terreno contaminato.
Le uova si schiudono nell’intestino tenue di un soggetto e liberano le larve. Queste migrano quindi nell’intestino crasso, dove maturano e penetrano nella mucosa intestinale. I tricocefali femmina adulti producono le uova, che vengono escrete nelle feci del soggetto.
Ogni larva cresce fino a diventare un verme di circa 4 centimetri di lunghezza che può vivere per circa 1 anno, sebbene alcune possano vivere più a lungo.
Immagine fornita dalla Global Health, Division of Parasitic Diseases and Malaria dei Centers for Disease Control and Prevention.
Sintomi dell’infezione da tricocefalo
Spesso le trichiuriasi lievi non causano sintomi.
Quelle gravi possono causare dolore addominale, perdita di appetito e diarrea. Possono verificarsi perdita di peso, anemia (basso numero di globuli rossi o bassi livelli di emoglobina) e protrusione del retto attraverso l’ano (prolasso rettale), specialmente nei bambini.
Diagnosi dell’infezione da tricocefalo
Esame di un campione di feci
I medici diagnosticano la trichiuriasi identificando le uova nei campioni di feci esaminati al microscopio.
Talvolta, osservano i vermi adulti quando usano un endoscopio per esaminare l’intestino crasso, il retto e l’ano.
Per controllare se è presente anemia, eseguono esami del sangue.
Trattamento dell’infezione da tricocefalo
Farmaci utilizzati per trattare i vermi (antielmintici)
Per trattare l’infezione da tricocefalo, il medico prescrive mebendazolo, albendazolo o ivermectina. Questi farmaci sono noti come antielmintici e si assumono per via orale.
I medici di solito non li prescrivono alle donne in gravidanza, perché si tratta di farmaci che possono danneggiare il feto.
Se una persona si è recata in zone dell’Africa centrale in cui è endemico un nematode denominato Loa loa, il medico verifica che non sia in atto un’infezione da Loa loa (loiasi) prima di somministrare , perché in caso di presenza concomitante di grave infezione da Loa loa e infezione da tricocefalo l’ivermectina può causare una grave infiammazione cerebrale (encefalite).
Prevenzione dell’infezione da tricocefalo
La prevenzione della trichiuriasi presuppone:
Condizioni igieniche adeguate (soprattutto i servizi igienici)
Buona igiene personale
Le mani devono essere lavate prima di maneggiare il cibo e sono da evitare frutta e verdure non lavate. Si deve evitare anche l’acqua potenzialmente contaminata.