Uno stato di minima coscienza è una compromissione dello stato di coscienza grave, ma non completa. È causato da un danno diffuso al cervello (la parte dell’encefalo che controlla il pensiero e il comportamento).
Uno stato di minima coscienza può derivare da un danno cerebrale oppure può essere la conseguenza di uno stato vegetativo quando si recuperano alcune funzioni.
Le persone in stato di minima coscienza fanno alcune cose che indicano una certa consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante, come ad esempio stabilire un contatto visivo.
Il medico pone la diagnosi di stato di minima coscienza solo dopo aver osservato una persona per un certo periodo di tempo e in più di un’occasione e aver rilevato alcuni segnali di consapevolezza nella persona la cui coscienza è gravemente compromessa.
Le persone in stato di minima coscienza hanno bisogno di un’assistenza completa, tra cui una buona alimentazione e misure per prevenire problemi dovuti all’incapacità di muoversi (come le piaghe da decubito).
Uno stato di minima coscienza può derivare direttamente da un danno cerebrale, oppure può essere la conseguenza di uno stato vegetativo quando si recuperano alcune funzioni. Le persone possono fluttuare tra lo stato vegetativo e uno stato di minima coscienza, talvolta per anni dopo il danno cerebrale originale.
Sintomi dello stato di minima coscienza
Le persone in stato di minima coscienza, a differenza di quelle in stato vegetativo, fanno alcune cose che indicano una certa consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Il soggetto può inoltre comportarsi nel seguente modo:
Stabilire un contatto visivo
Seguire gli oggetti con gli occhi
Cercare di prendere gli oggetti
Rispondere a domande (sebbene spesso con la stessa parola, appropriata o meno)
Reagire a tutti i comandi allo stesso modo, di solito inappropriato (per esempio, battendo le ciglia)
Diagnosi dello stato di minima coscienza
Valutazione medica
Esami di diagnostica per immagini come la RMI
Il medico sospetta lo stato di minima coscienza in base ai sintomi. Prima che venga diagnosticato uno stato di minima coscienza, le persone devono essere rimaste in osservazione per un periodo di tempo e in più di un’occasione.
Viene effettuato un esame di diagnostica per immagini, come una RMI o una TC per controllare i disturbi che possono causare il problema, in particolare quelli che possono essere trattati.
Se la diagnosi è dubbia, i medici possono effettuare altri esami di diagnostica per immagini: la tomografia a emissione di positroni (PET) o la tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo (single-photon emission computed tomography, SPECT). Questi esami possono indicare il livello di funzionamento cerebrale.
Può essere eseguito un elettroencefalogramma (EEG) per controllare eventuali anomalie dell’attività elettrica del cervello che indicano la presenza di crisi convulsive eventualmente in grado di alterare la coscienza.
Trattamento dello stato di minima coscienza
Misure preventive per problemi dovuti all’immobilizzazione
Buona nutrizione
Possibilmente alcuni farmaci
Assistenza a lungo termine
Come le persone in coma, quelle in uno stato di minima coscienza richiedono assistenza completa.
È importante fornire una buona nutrizione (supporto nutrizionale). Le persone vengono nutrite tramite un tubo inserito nel naso che scorre fino allo stomaco (detto sondino naso-gastrico). A volte, vengono nutrite attraverso un sondino inserito direttamente nello stomaco o nell’intestino tenue attraverso un’incisione nell’addome. Attraverso questi tubi possono essere somministrati anche farmaci.
Molti problemi derivano dall’incapacità di muoversi e le misure per prevenirli sono essenziali. Per esempio, può verificarsi quanto segue:
Piaghe da decubito: Stando sdraiati in una posizione, si possono interrompere gli afflussi di sangue in alcune zone del corpo, causando la rottura della pelle e la formazione di piaghe da decubito.
Contratture: La mancanza di movimento può inoltre portare all’irrigidimento permanente dei muscoli (contratture) che determina il piegamento permanente delle articolazioni.
Coaguli di sangue: La mancanza di movimento rende più probabile la formazione di coaguli di sangue nelle vene delle gambe (detta trombosi venosa profonda).
Lesioni a muscoli e nervi delle braccia e delle gambe: la mancanza di movimento o il fatto di restare sdraiati in una posizione a lungo può esercitare pressione su un nervo che passa vicino alla superficie del corpo in prossimità di un osso prominente, come ad esempio un nervo di un gomito, una spalla, un polso o un ginocchio. Questa pressione può danneggiare il nervo. Di conseguenza, il funzionamento dei muscoli controllati da quel nervo peggiora.
Le piaghe da decubito possono essere prevenute cambiando frequentemente la posizione della persona e ponendo dei cuscinetti protettivi sotto alle parti del corpo che sono in contatto con il letto, come ad esempio i talloni, per proteggerle.
Per prevenire le contratture, il fisioterapista muove delicatamente le articolazioni della persona in tutte le direzioni (esercizi di mobilità passiva) oppure può steccarle in certe posizioni.
La prevenzione dei coaguli include l’uso di farmaci e la compressione o il sollevamento delle gambe della persona. Anche il movimento degli arti, ad esempio attraverso esercizi di mobilità passiva, può contribuire alla prevenzione dei coaguli di sangue.
Se la persona è incontinente, si deve fare attenzione a mantenere la pelle pulita e asciutta. Se la vescica non funziona e si manifesta ritenzione urinaria, può essere posizionato un tubo (catetere) nella vescica per drenare le urine. I cateteri vanno puliti e controllati regolarmente per prevenire infezioni delle vie urinarie.
Altri trattamenti
Pochissime persone sono migliorate dopo aver assunto certi farmaci, ma solo fintanto che il farmaco veniva assunto. Questi farmaci includono zolpidem (un sonnifero), apomorfina (usata per trattare la malattia di Parkinson) e amantadina (usata per trattare le infezioni virali). Tuttavia, nessun trattamento si è rivelato efficace nel lungo periodo.
La musicoterapia può avere qualche lieve effetto benefico stimolando qualche risposta nei soggetti in stato di coscienza minimo. Tuttavia, l’utilità di tale terapia non è ancora chiara.
Prognosi dello stato di minima coscienza
La maggior parte delle persone in stato di minima coscienza tende a presentare un miglioramento continuo, ma in misura limitata. Alcune persone recuperano la capacità di comunicare e di capire, a volte dopo diversi anni. Tuttavia, pochissime recuperano abbastanza da vivere e svolgere le funzioni in modo indipendente. Più a lungo dura lo stato di minima coscienza, meno probabilità ci sono che la persona recuperi. Tuttavia, grazie a trattamenti infermieristici adeguati, queste persone possono vivere per anni. Il recupero può essere migliore quando la causa è un trauma cranico.
Sono stati riferiti casi di persone che si sono risvegliate dopo aver trascorso anni in ciò che aveva tutto l’aspetto di un coma. Questi casi spesso riguardano persone che erano entrate in uno stato di minima coscienza dopo un trauma cranico.