La poliomielite è un’infezione da enterovirus altamente contagiosa, talvolta fatale, che interessa il sistema nervoso e può provocare indebolimento muscolare permanente, paralisi e altri sintomi.
La poliomielite è causata da un virus e solitamente si trasmette con il consumo di alimenti o acqua contaminati oppure toccando una superficie contaminata e portandosi quindi le mani alla bocca.
Molti soggetti che hanno contratto l’infezione sono asintomatici e la maggior parte degli altri presenta solo sintomi lievi.
La sintomatologia include febbre, cefalea, rigidità del collo e della schiena, forti dolori muscolari e talvolta debolezza o paralisi.
La diagnosi si basa sui sintomi e sui risultati dell’esame colturale delle feci.
Non esiste un trattamento per curare la poliomielite.
Alcuni bambini guariscono completamente, mentre altri sono invalidati da un indebolimento muscolare permanente.
La vaccinazione di routine può prevenire l’infezione.
La poliomielite è causata dal poliovirus, un virus appartenente al genere Enterovirus, che si trasmette tramite l’ingestione di alimenti o acqua contaminati dalle feci di una persona infetta oppure toccando una superficie contaminata e portandosi quindi le mani alla bocca. Talvolta, il poliovirus si trasmette attraverso la saliva di una persona infetta o goccioline disperse nell’aria emesse da una persona infetta con gli starnuti o la tosse. L’infezione si contrae quando si inalano le goccioline presenti nell’aria o si tocca qualcosa che sia stato contaminato dalla saliva o dalle goccioline infette.
L’infezione di solito inizia a livello intestinale. Può quindi diffondersi dall’intestino alle aree del cervello e del midollo spinale che controllano i muscoli.
All’inizio del XX secolo, la poliomielite era diffusa in tutti gli Stati Uniti e altrove. Oggi, grazie alla diffusa vaccinazione, le epidemie di poliomielite sono in gran parte scomparse. Negli Stati Uniti, l’ultimo caso di infezione da poliovirus selvaggio (naturale) risale al 1979. Nel 1994, la poliomielite è stata dichiarata ufficialmente debellata dall’emisfero occidentale. È in atto un programma di eradicazione globale della poliomielite, ma casi di infezione da poliovirus selvaggio si verificano tuttora in Pakistan e in Afghanistan e nel 2023 sono stati segnalati anche in Malawi e Mozambico.
Oltre al poliovirus selvaggio, in casi molto rari (circa 1 su 2,4 milioni di dosi) si verifica una mutazione nel poliovirus vivo contenuto nel vaccino orale. Il virus mutato può venire trasmesso da coloro che hanno ricevuto il vaccino a persone non vaccinate, continuando a mutare e può potenzialmente causare la poliomielite. In alcuni Paesi, il virus mutato era praticamente l’unica causa di poliomielite, quindi nella maggior parte dei Paesi (compresi gli Stati Uniti) l’uso del vaccino antipolio orale è stato interrotto. Tuttavia, in certi Paesi il vaccino antipolio orale viene ancora utilizzato, in quanto consente di vaccinare un numero maggiore di persone. Pertanto, si verificano casi di poliomielite anche nei Paesi che utilizzano il vaccino orale con virus vivo, dove molte persone non sono immunizzate (cosa che facilita una maggiore diffusione del virus). Ultimamente, sono state segnalate infezioni da poliovirus conseguenti alla somministrazione del vaccino nella Repubblica democratica del Congo e in altre aree dell’Africa. L’immunizzazione su vasta scala può arrestare la diffusione delle epidemie di entrambi i tipi di poliomielite e a coloro che si recano in certi Paesi potrebbe venire richiesto di esibire un certificato di vaccinazione.
Negli Stati Uniti nel luglio 2022 è stato identificato un caso di poliomielite di origine vaccinale in una persona non vaccinata nello stato di New York. La sorveglianza delle acque reflue ha individuato il virus in campioni provenienti da diverse contee dello Stato di NY, a indicare la trasmissione locale, ma non sono stati identificati altri casi dopo questo caso isolato (vedere anche New York State Department of Health: Wastewater Surveillance [NYSDH: Sorveglianza delle acque reflue]).
I soggetti non immunizzati di qualsiasi età sono potenzialmente esposti al rischio di poliomielite. In passato le epidemie si sviluppavano soprattutto tra bambini e adolescenti, dato che molti adulti erano già stati esposti al virus e avevano sviluppato immunità.
Sintomi della poliomielite
La maggior parte delle infezioni poliomielitiche è asintomatica. Solo il 25-30% circa dei soggetti infetti sviluppa sintomi.
Le infezioni da poliovirus che provocano sintomi sono classificate come:
Infezioni minori (lievi)
Meningite asettica da poliovirus senza paralisi (grave)
Poliomielite paralitica (molto grave)
Infezioni da poliovirus minori
In questa forma lieve e più diffusa di poliomielite, molti casi presentano una sintomatologia simil-influenzale con febbre, lieve mal di testa, mal di gola, vomito e una sensazione di malessere generalizzato. Tali sintomi si sviluppano da 3 a 5 giorni dopo l’esposizione al virus.
Meningite asettica da poliovirus senza paralisi
Le persone colpite da questa forma di poliomielite di solito sviluppano rigidità del collo e/o della schiena e mal di testa (meningite asettica) qualche giorno dopo i sintomi simil-influenzali di poliomielite abortiva. La sintomatologia dura da 2 a 10 giorni e non si sviluppa paralisi.
Poliomielite paralitica
Meno dell’1% delle persone che hanno contratto l’infezione presenta questa forma grave di poliomielite. Oltre alla meningite asettica, in questa forma si sviluppa anche la paralisi.
I sintomi, che insorgono solitamente da 7 a 21 giorni dopo il contagio, comprendono febbre, cefalea grave, rigidità del collo e della schiena, dolore muscolare profondo. A volte si manifestano alterazioni della sensibilità a livello di alcune zone cutanee, come formicolio o un’insolita sensibilità al dolore.
A seconda delle zone del cervello e del midollo spinale coinvolte, la malattia può fermarsi oppure progredire in indebolimento o paralisi di alcuni muscoli. Generalmente, la paralisi colpisce i muscoli delle braccia e delle gambe, rendendoli flaccidi e incapaci di contrarsi (paralisi flaccida).
Il soggetto può avere difficoltà di deglutizione e soffocarsi con la saliva, il cibo o i liquidi. A volte i liquidi rifluiscono nel naso e la voce può diventare nasale. In alcuni casi la malattia inficia l’area del cervello adibita al controllo della respirazione, causando debolezza o paralisi dei muscoli del torace. Alcuni soggetti sono completamente incapaci di respirare.
Diagnosi della poliomielite
Esami su un campione di feci o di secrezioni provenienti dalla gola
Esami del sangue
Puntura lombare
L’infezione da poliomielite minore assomiglia ad altre infezioni virali e in genere non viene diagnosticata, a meno che non si verifichi nel corso di un’epidemia di poliomielite.
La meningite asettica da poliovirus senza paralisi si sospetta in soggetti con sintomi simil-influenzali e rigidità del collo e/o della schiena.
La poliomielite paralitica si sospetta in presenza di paralisi o debolezza dei muscoli o degli arti.
La diagnosi di poliomielite non paralitica o paralitica viene confermata identificando il poliovirus in un campione di feci o in un tampone faringeo, oppure rilevando elevati livelli di anticorpi contro il virus nel sangue.
Solitamente, il medico esegue anche una puntura lombare (rachicentesi), per ricercare altri disturbi che interessano il cervello e/o il midollo spinale e per analizzare il liquido cerebrospinale alla ricerca del poliovirus.
Trattamento della poliomielite
Riposo
Farmaci per alleviare il dolore e abbassare la febbre
Non esiste un trattamento per curare la poliomielite (sebbene alcune persone guariscano completamente). I farmaci antivirali disponibili non hanno effetto sul decorso della malattia.
Il trattamento include riposo, antidolorifici e farmaci per abbassare la febbre.
Se si indeboliscono i muscoli utilizzati per la respirazione può essere necessario un ventilatore meccanico (una macchina che favorisce l’ingresso e l’uscita dell’aria nei polmoni), in genere come misura temporanea.
Prognosi della poliomielite
I soggetti con infezione da poliovirus minore o meningite asettica da poliovirus senza paralisi guariscono completamente.
Circa due terzi dei soggetti affetti da poliomielite paralitica presentano una qualche debolezza permanente. La mortalità riportata è del 2-5% tra i bambini, arriva al 15-30% tra gli adolescenti e gli adulti e aumenta al 25-75% nei soggetti nei quali la poliomielite interessa i nervi che controllano la pressione arteriosa e la respirazione.
Alcuni soggetti, anche quelli che sembrano essere guariti completamente, sviluppano una ricaduta o un aggravamento dell’indebolimento muscolare anni o decenni dopo l’episodio di poliomielite (vedere Sindrome postpoliomielitica).
Prevenzione della poliomielite
Il vaccino antipolio è incluso tra le vaccinazioni infantili di routine (vedere Centers for Disease Control and Prevention: Routine Polio Vaccination (CDC: Vaccinazione di routine contro la poliomielite]). Il vaccino è efficace in oltre il 95% dei bambini. Anche gli adulti non vaccinati o non completamente vaccinati devono essere vaccinati.
In tutto il mondo, sono disponibili due tipi di vaccino:
Un vaccino contenente il poliovirus inattivato (vaccino di Salk), somministrato per iniezione
Un vaccino contenente il poliovirus vivo (vaccino di Sabin), da assumere per bocca (per via orale)
Il vaccino vivo orale è un ceppo di poliovirus attenuato che non causa la malattia. Il vaccino orale offre un’immunità di popolazione superiore, in quanto il virus del vaccino viene temporaneamente eliminato con le feci e quindi altre persone nella comunità possono esservi esposte. Tuttavia, molto raramente, con la trasmissione da persona a persona il virus del vaccino può mutare in una forma patogena e causare 1 caso di poliomielite ogni 2,4 milioni di dosi somministrate. Negli Stati Uniti, dove la poliomielite è stata eradicata, i medici raccomandano soltanto il vaccino per iniezione, con poliovirus inattivato, nei bambini. Il vaccino orale non è più disponibile negli Stati Uniti, ma continua a essere usato in altre parti del mondo.
A causa dell’individuazione del poliovirus di tipo 2 derivato dal vaccino circolante negli Stati Uniti, l’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP, Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione) ha aggiornato le raccomandazioni sulla vaccinazione contro il poliovirus per gli adulti nel 2023. Gli adulti che non sono mai stati vaccinati o che non hanno ricevuto tutte le dosi consigliate dovrebbero ricevere la serie completa di 3 dosi del vaccino per iniezione. Idealmente ai soggetti vengono somministrate 2 dosi, a distanza di 4-8 settimane, e una terza dose 6-12 mesi più tardi.
Gli adulti vaccinati che presentano un rischio aumentato di esposizione al poliovirus, come chi viaggia in regioni endemiche o epidemiche, possono ricevere una dose di richiamo di IPV valida per tutta la vita. Informazioni riguardo alle zone in cui è presente la poliomielite si possono ottenere dagli uffici sanitari locali e statali, nonché presso i Centers for Disease Control and Prevention.
L’immunizzazione su vasta scala può arrestare la diffusione delle epidemie di entrambi i tipi di poliomielite e a coloro che si recano in certi Paesi potrebbe venire richiesto di esibire un certificato di vaccinazione.
Ulteriori informazioni
La seguente risorsa in lingua inglese può essere utile. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.
Centers for Disease Control and Prevention: Polio Vaccination: informazioni generali sulla poliomielite e informazioni aggiornate sulle vaccinazioni