Occlusione intestinale

DiParswa Ansari, MD, Hofstra Northwell-Lenox Hill Hospital, New York
Revisionato/Rivisto lug 2024
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I fatti in Breve

L’occlusione intestinale è un blocco completo o una grave compromissione del passaggio di cibo, liquidi, secrezioni digestive e gas attraverso l’intestino.

  • La causa più comune negli adulti è la formazione di tessuto cicatriziale risultante da pregresso intervento chirurgico addominale, ernie e tumori.

  • Sono comuni dolore, gonfiore e perdita dell’appetito.

  • La diagnosi si basa sugli esiti dell’esame obiettivo e delle radiografie.

  • Spesso, per rimuovere l’occlusione, è necessario l’intervento chirurgico.

(Vedere anche Panoramica sulle emergenze gastrointestinali.)

L’occlusione intestinale si può localizzare ovunque nell’intestino tenue o nell’intestino crasso e può essere parziale o completa. La parte dell’intestino a monte dell’occlusione continua a funzionare. Questa parte dell’intestino si dilata mano a mano che si riempie di cibo, di fluidi, di secrezioni digestive e di gas. La mucosa intestinale diventa edematosa e infiammata. Se la condizione non si risolve, l’intestino si può perforare, spargere il suo contenuto e provocare l’infiammazione e l’infezione della cavità addominale (peritonite).

Cause dell’occlusione intestinale

Le cause dell’ostruzione intestinale variano in base all’età del soggetto e alla sede dell’ostruzione.

Nei neonati e nei lattanti l’occlusione intestinale è di solito causata da anomalie congenite, formazione di una massa indurita di contenuto intestinale (sindrome da tappo di meconio), torsione di un’ansa intestinale (volvolo), restringimento o assenza di una parte dell’intestino (atresia intestinale) oppure scivolamento di un segmento dell’intestino nell’altro (intussuscezione).

Negli adulti, le cause più comuni, complessivamente, sono fasci di tessuto cicatriziale interno derivati da pregressa chirurgia addominale (aderenze), parti dell’intestino che sporgono attraverso un’anomala apertura (ernie) e tumori. La probabilità di una causa particolare varia in base alla parte dell’intestino affetta.

L’occlusione del primo segmento dell’intestino tenue (duodeno) può essere causata da cancro del pancreas, cicatrizzazione di un’ulcera o morbo di Crohn. Un calcolo biliare, una massa di cibo non digerito o una raccolta di parassiti possono sporadicamente ostruire altre parti dell’intestino tenue.

L’occlusione dell’intestino crasso è comunemente causata da tumori, diverticolite o un grumo duro di feci (fecaloma). Le aderenze e i volvoli sono cause meno comuni di ostruzione dell’intestino crasso.

Strangolamento

Quando un’occlusione interrompe l’apporto di sangue all’intestino, si verifica una condizione definita strangolamento. Lo strangolamento si verifica nel 25% circa delle ostruzioni dell’intestino tenue. Generalmente, lo strangolamento origina quando una parte dell’intestino rimane intrappolata in un’apertura anomala (strangolata), volvolo o intussuscezione. La cancrena si può sviluppare anche in sole 6 ore. Quando si ha una cancrena, la parete intestinale muore, generalmente si rompe con conseguente peritonite, shock e, se non trattata, morte.

Cosa determina lo strangolamento intestinale?

Lo strangolamento intestinale (l’interruzione dell’apporto di sangue all’intestino) deriva solitamente da una di tre possibili cause: un’ernia strangolata, un volvolo o un’intussuscezione.

Sintomi dell’occlusione intestinale

I sintomi di ostruzione intestinale includono di solito dolore crampiforme all’addome, accompagnato da gonfiore e perdita dell’appetito. Il dolore tende ad essere intermittente finendo per diventare continuo. Il vomito è frequente in caso di ostruzione dell’intestino tenue, ma è meno frequente e ha inizio in una fase successiva rispetto ai casi di ostruzione dell’intestino crasso.

Un’occlusione completa provoca una stipsi ostinata, mentre un’occlusione parziale può causare diarrea.

Nello strangolamento, il dolore può diventare intenso e persistente. La febbre è frequente, soprattutto in caso di perforazione della parete intestinale.

Con il volvolo il dolore spesso inizia improvvisamente.

Diagnosi di occlusione intestinale

  • Valutazione medica dell’addome

  • Radiografie

  • Tomografia computerizzata (TC)

L’esame medico rivela dolore alla palpazione, edema o presenza di masse. In presenza di ostruzione, l’addome è quasi sempre gonfio. I suoni normalmente prodotti da un intestino funzionante (rumori intestinali), udibili anche attraverso uno stetoscopio, possono essere molto più forti, con un timbro più acuto o assenti. L’addome non è generalmente molto dolorabile alla pressione, salvo laddove la rottura abbia causato peritonite.

I medici di solito eseguono anche studi di diagnostica per immagini dell'addome, come radiografie o TC.

Le radiografie possono evidenziare la dilatazione delle anse intestinali indicando la sede dell’occlusione. Le radiografie sono anche in grado di mostrare l’aria intorno all’intestino o al di sotto del muscolo che separa l’addome dal torace (diaframma). Di norma in queste zone non è presente aria, pertanto la sua presenza è un segno di lacerazione intestinale.

Spesso con la TC addominale si riesce ad avere un quadro più accurato dell’intestino e a individuare sia la sede precisa sia la causa dell’ostruzione.

Trattamento dell’occlusione intestinale

  • Aspirazione attraverso sonda nasogastrica

  • Liquidi somministrati per via endovenosa

  • Intervento chirurgico per lo strangolamento

  • Talvolta, colostomia

In qualsiasi caso di sospetta occlusione intestinale si deve ricorrere al ricovero in ospedale.

Spesso, un tubicino lungo e sottile viene fatto passare attraverso il naso e posizionato nello stomaco o nell’intestino (sondino nasogastrico). La sonda è posta in aspirazione, in maniera tale da eliminare il materiale accumulato a monte dell’occlusione. Vengono somministrati in vena (per via endovenosa) liquidi ed elettroliti (sodio, cloro e potassio), al fine di compensare la perdita di acqua e sali dovuta al vomito o alla diarrea.

Talvolta un’occlusione si risolve senza ulteriori trattamenti, soprattutto se dovuta a cicatrici o aderenze. Talvolta, per trattare alcune patologie, come la torsione di un segmento intestinale nella parte inferiore dell’intestino crasso, può essere utilizzato un endoscopio (sonda flessibile di esplorazione), che viene inserito attraverso l’ano, o un clisma baritato, che distende l’intestino crasso. Il più delle volte, tuttavia, si interviene chirurgicamente quanto prima possibile in caso di sospetto strangolamento.

In base alla causa che ha determinato l’occlusione e all’aspetto dell’intestino, l’intervento chirurgico potrà risolvere la situazione evitando o meno l’asportazione di un segmento dell’intestino. In alcuni casi le aderenze possono essere incise per liberare il segmento di intestino intrappolato, anche se tendono a riformarsi ricreando l’ostruzione. In alcuni casi, per alleviare l’ostruzione è necessaria un’ileostomia (una procedura in cui un’estremità dell’intestino tenue viene fissata in via definitiva a un’apertura chirurgica creata nella parete addominale) o una colostomia (un’apertura tra l’intestino crasso e la parete addominale creata chirurgicamente, vedere la figura Informazioni sulla colostomia).

Informazioni sulla colostomia

In una colostomia, l’intestino crasso (colon) viene tagliato. L’estremità sana dell’intestino crasso, che precede l’ostruzione, viene portata alla superficie cutanea attraverso un’apertura nella parete addominale creata chirurgicamente. Viene quindi suturata alla pelle dell’apertura. Le feci passano attraverso l’apertura e finiscono in un sacchetto monouso. La colostomia consente alla parte restante dell’intestino crasso di riposare mentre il paziente si riprende. Dopo il recupero dall’intervento chirurgico e la guarigione del colon, le due estremità possono essere ricollegate per consentire il normale passaggio delle feci.