Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è una sindrome caratterizzata da difficoltà di attenzione, di controllo dell'impulsività e del livello di attività. Si distinguono 3 tipi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività a seconda che prevalga l'aspetto di disattenzione, di iperattività/impulsività o entrambi (tipo combinato). La diagnosi viene fatta mediante criteri clinici. Il trattamento è rappresentato da una terapia farmacologica con farmaci stimolanti o altri farmaci associata alle terapie comportamentali e interventi psicoeducativi.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è un disturbo del neurosviluppo. I disturbi dello sviluppo neurologico sono condizioni neurologiche che appaiono nella prima infanzia, di solito prima dell'entrata a scuola, e compromettono lo sviluppo del funzionamento personale, sociale, scolastico e/o lavorativo. Essi comprendono generalmente difficoltà con l'acquisizione, il mantenimento, o l'applicazione di competenze o di insiemi di informazioni specifiche. I disturbi del neurosviluppo possono comportare alterazioni in uno o più di uno dei seguenti aspetti: attenzione, memoria, percezione, linguaggio oppure relazioni sociali. Altri disturbi dello sviluppo neurologico frequenti comprendono i disturbi dello spettro autistico, i disturbi dell'apprendimento (p. es., la dislessia) e le disabilità intellettuali.
Alcuni esperti hanno precedentemente considerato il disturbo da deficit di attenzione/iperattività un disturbo del comportamento, probabilmente perché i bambini generalmente mostrano un comportamento disattento, impulsivo e iperattivo, e perché la comorbilità dei disturbi del comportamento, in particolare il disturbo oppositivo-provocatorio e il disturbo della condotta, sono frequenti. Tuttavia, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività ha basi neurologiche ben consolidate e non è semplicemente un "comportamento scorretto".
La percentuale di bambini colpita da disturbo da deficit di attenzione/iperattività si aggira tra il 5 e il 15% (1). Tuttavia, si ritiene che il disturbo da deficit di attenzione/iperattività sia sovradiagnosticato a causa dell'impreciso utilizzo dei criteri clinici. Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, Text Revision (DSM-5-TR), vi sono 3 tipi:
Variante con disattenzione predominante
Variante con iperattività/impulsività predominante
Combinato
Nel complesso, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è circa due volte più comune nei ragazzi (2), anche se i rapporti variano a seconda del tipo. La variante prevalentemente iperattiva/impulsiva si verifica più frequentemente nei ragazzi (3); il tipo prevalentemente disattento si verifica con simile frequenza in entrambi i sessi. Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività tende a ripresentarsi all'interno della stessa famiglia.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività non riconosce una causa singola specifica. Le cause possibili del disturbo da deficit di attenzione/iperattività sono rappresentate da componenti genetiche, biochimiche, di sviluppo sensitivo-motorie, fisiche oltre che ambientali-comportamentali. Sono riconosciuti fattori di rischio il peso alla nascita < 1500 g, i traumi cranici, il deficit di ferro, l'apnea ostruttiva del sonno, l'esposizione al piombo, e l'esposizione prenatale ad alcol, tabacco e eventualmente cocaina (3). Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività è anche associato ad esperienze infantili avverse (4). Poco meno del 5% dei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività presenta evidenza di danno neurologico. Evidenze depongono per un coinvolgimento dei neurotrasmettitori di tipo dopaminergico e noradrenergico, in particolare per una ridotta attività a carico della parte superiore del tronco encefalico e delle connessioni fronto-mesencefaliche (5).
Riferimenti generali
1. Boznovik K, McLamb F, O'Connell K, et al: U.S. national, regional, and state‑specific socioeconomic factors correlate with child and adolescent ADHD diagnoses. Sci Rep 11:22008, 2021. doi: 10.1038/s41598-021-01233-2
2. Ayano G, Demelash S, Gizachew Y, Tsegay L, Alati R: The global prevalence of attention deficit hyperactivity disorder in children and adolescents: An umbrella review of meta-analyses. J Affect Disord 339:860–866, 2023. doi:10.1016/j.jad.2023.07.071
3. Morrow CE, Xue L, Manjunath S, et al: Estimated Risk of Developing Selected DSM-IV Disorders Among 5-Year-Old Children with Prenatal Cocaine Exposure. J Child Fam Stud 18(3):356–364, 2009. doi:10.1007/s10826-008-9238-6
4. Brown N, Brown S, Briggs R, et al: Associations between adverse childhood experiences and ADHD diagnosis and severity. Acad Pediatr 17(4):349–355, 2017. doi: 10.1016/j.acap.2016.08.013
5. Del Campo N, Chamberlain SR, Sahakian BJ, Robbins TW: The roles of dopamine and noradrenaline in the pathophysiology and treatment of attention-deficit/hyperactivity disorder. Biol Psychiatry 69(12):e145–e157, 2011. doi:10.1016/j.biopsych.2011.02.036
Disturbo da deficit di attenzione/iperattività negli adulti
Sebbene il disturbo da deficit di attenzione/iperattività sia considerato un disturbo dei bambini e inizi sempre durante l'infanzia, le differenze neurofisiologiche sottostanti persistono nella vita adulta, e i sintomi comportamentali continuano a essere evidenti nell'età adulta in circa la metà dei casi. Anche se la diagnosi occasionalmente potrebbe non essere riconosciuta fino all'adolescenza o all'età adulta, alcune manifestazioni devono essersi presentate prima dei 12 anni.
Negli adulti, i sintomi comprendono
Difficoltà di concentrazione
Difficoltà nel completare compiti (problemi nelle funzioni esecutive)
Sbalzi d'umore
Impazienza
Difficoltà nel mantenere le relazioni
L'iperattività negli adulti di solito si manifesta come irrequietezza e agitazione continua piuttosto che come iperattività motoria palese che si verifica nei bambini piccoli. Gli adulti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività tendono a essere a più alto rischio di disoccupazione, ridotto rendimento scolastico e aumento dei tassi di abuso di sostanze e criminalità. Incidenti automobilistici stradali e violazioni sono più frequenti.
Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività può essere più difficile da diagnosticare durante l'età adulta. I sintomi possono essere simili a quelli di disturbi dell'umore, disturbi d'ansia, e disturbi da uso di sostanze. Poiché le auto-segnalazione dei sintomi dell'infanzia possono essere inattendibili, i medici possono avere bisogno di rivedere le registrazioni delle scuole o di porre domande ai familiari per confermare l'esistenza di manifestazioni prima dei 12 anni.
Gli adulti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività possono trarre beneficio dallo stesso tipo di farmaci stimolanti assunte dai bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Essi possono anche trarre beneficio da una consulenza per migliorare la gestione del tempo e altre capacità di gestione delle difficoltà.
Sintomatologia del disturbo da deficit di attenzione/iperattività
L'esordio dei sintomi avviene spesso nei primi 4 anni di età e comunque sempre prima dei 12 anni. L'età in cui viene fatta generalmente la diagnosi è tra gli 8 e 10 anni; tuttavia, i soggetti appartenenti alla variante disattentiva possono non essere diagnosticati fin dopo l'adolescenza.
La sintomatologia principale del disturbo da deficit di attenzione/iperattività è rappresentata da
Disattenzione
Impulsività
Iperattività
La disattenzione si rende manifesta quando il bambino è coinvolto in compiti che richiedono concentrazione, tempi di reazione rapidi, capacità di attenzione selettiva visiva e percettiva, di ascolto complessivo e selettivo per un tempo prolungato.
L'impulsività si riferisce ad azioni affrettate che hanno il potenziale per un esito negativo (p. es., nei bambini, che attraversano una strada senza guardare, negli adolescenti e negli adulti, che improvvisamente interrompono la scuola o lasciano un posto di lavoro senza pensare alle conseguenze).
L'iperattività comporta un'eccessiva attività motoria. I bambini, in particolare i più giovani, possono avere difficoltà a sedere tranquillamente quando dovrebbero (p. es., a scuola o in chiesa). I pazienti anziani possono semplicemente essere irrequieti, agitati o loquaci, a volte al punto che gli altri si sentono esausti al solo guardarli.
La disattenzione e l'impulsività impediscono lo sviluppo delle normali capacità scolastiche e delle strategie di pensiero e ragionamento; demotivano l'apprendimento scolastico e creano difficoltà di adattamento alle richieste sociali. I bambini che hanno un disturbo da deficit di attenzione/iperattività con prevalente disattenzione tendono a essere studenti pratici che hanno difficoltà nelle situazioni di apprendimento passivo che richiedono prestazioni continue e il completamento dei compiti.
Nel 20-60% dei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività si associa un disturbo specifico dell'apprendimento (1), ma qualche difficoltà scolastica è presente nella maggior parte dei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività dovuto all'attenzione (da cui derivano dettagli mancanti) ed impulsività (da cui deriva il rispondere alle domande senza riflettere).
L'anamnesi comportamentale può rivelare bassa tolleranza alla frustrazione, oppositività, eccessi di collera, aggressività, comportamento antisociale e scarsa socializzazione con i pari, disturbi del sonno, ansia, disforia, depressione e sbalzi d'umore.
Sebbene non vi siano specifici segni oggettivi o di laboratorio associati al disturbo da deficit di attenzione/iperattività, possono essere presenti
Impaccio o incoordinazione motoria
Segni neurologici sfumati non localizzati
Disfunzioni percettivo-motorie
Riferimenti relativi alla sintomatologia
1. Czamara D, Tiesler CM, Kohlböck G, et al: Children with ADHD symptoms have a higher risk for reading, spelling and math difficulties in the GINIplus and LISAplus cohort studies. PLoS One 8(5):e63859, 2013. doi:10.1371/journal.pone.0063859
Diagnosi del disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Criteri clinici basati sulla DSM-5-TR
La diagnosi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività è clinica e si basa su valutazioni mediche, dello sviluppo, educative e psicologiche complete (1).
Criteri del DSM-5-TR per la diagnosi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività
I criteri diagnostici di DSM-5-TR comprendono 9 sintomi e segni di disattenzione e 9 di iperattività e impulsività. La diagnosi con questi criteri richiede ≥ 6 sintomi e segni da uno o ciascun gruppo. Inoltre, i sintomi devono
Essere presenti spesso per ≥ 6 mesi
Essere molto più evidenti rispetto a quanto atteso per un bambino di pari sviluppo
Verificarsi in almeno 2 situazioni (p. es., a casa e a scuola)
Essere presenti prima dei 12 anni (almeno alcuni sintomi)
Interferire con le funzionalità a casa, a scuola o al lavoro
Sintomi di disattenzione:
Non presta attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici o con altre attività
Ha difficoltà nello stare attento durante i compiti a scuola o durante il gioco
Non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
Ha difficoltà a seguire le istruzioni o non completa i compiti richiesti
Ha difficoltà nell'organizzazione di compiti e attività
Evita, si disinteressa, oppure rifiuta di svolgere compiti che richiedono un'attività mentale sostenuta per un lungo periodo di tempo
Spesso perde le cose necessarie per i compiti scolastici o per le attività
Si distrae facilmente
È sbadato nelle attività quotidiane
Sintomi di iperattività e impulsività:
Spesso muove le mani o i piedi o non riesce a stare seduto
Si alza in classe o in situazioni in cui ci si aspetta rimanga seduto
Corre in giro o si arrampica eccessivamente quando tali attività sono inappropriate
Ha difficoltà a giocare in attività tranquille
Si muove in continuazione come se fosse caricato da una molla
Parla eccessivamente
Spesso risponde ancor prima che le domande siano completate
Ha difficoltà ad aspettare il proprio turno
Spesso interrompe o si comporta in maniera invadente
La diagnosi del tipo disattento predominante richiede ≥ 6 sintomi di disattenzione. La diagnosi del tipo iperattivo/impulsivo richiede ≥ 6 sintomi e segni d'iperattività e di impulsività. La diagnosi del tipo combinato richiede ≥ 6 sintomi tra quelli di disattenzione e di iperattività/impulsività.
Altre considerazioni diagnostiche
La diagnosi differenziale tra disturbo da deficit di attenzione/iperattività e altre condizioni può essere difficile. Per evitare una sovrastima diagnostica altre condizioni devono essere correttamente valutate ed escluse. Molti sintomi di disturbo da deficit di attenzione/iperattività a comparsa in età prescolare possono essere legati a problemi di comunicazione presenti in altri disturbi del neurosviluppo (p. es., disturbi dello spettro autistico) o in alcuni disturbi di apprendimento, di ansia, di depressione o di natura comportamentale.
I medici devono comprendere se il bambino è disattento per problemi reattivi a stimoli esterni (ossia, input ambientali) o per problemi interni (ossia, disturbo del pensiero, ansia, inquietudine). Durante la tarda infanzia, comunque, i segni di disturbo da deficit di attenzione/iperattività divengono più facilmente identificabili; i bambini con il tipo iperattivo-compulsivo o con il tipo combinato spesso presentano livello di attività motoria elevata con movimento continuo degli arti (p. es., movimento di mani e piedi senza finalità precisa), un linguaggio impulsivo e una mancanza di consapevolezza dei possibili rischi ambientali legati alla loro iperattività. I bambini appartenenti alla variante disattentiva possono non avere sintomi fisici.
La valutazione medica mira a identificare le condizioni potenzialmente trattabili che contribuiscono alla sintomatologia o che la determinano. La valutazione deve comprendere la ricerca di una storia di esposizioni prenatali (p. es., sostanze illecite, alcol, tabacco), complicazioni o infezioni perinatali, infezioni del sistema nervoso centrale, lesione cerebrale traumatica, malattie cardiache, disturbi respiratori nel sonno, scarso appetito e/o mangiare schizzinosi, e un'anamnesi familiare di disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
La valutazione dello sviluppo serve a focalizzare l'esordio e il decorso della sintomatologia. La valutazione comprende il controllo delle tappe dello sviluppo, in particolare delle tappe del linguaggio e l'utilizzo di scale di valutazione specifiche per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (p. es., la Vanderbilt Assessment Scale, la Conners Comprehensive Behavior Rating Scale, e l'ADHD Rating Scale-5) (2). Versioni di queste scale sono disponibili sia per le famiglie che per il personale scolastico, consentendo la valutazione in diverse situazioni come richiesto dai criteri del DSM-5-TR. Notare che le scale non devono essere usate da sole per fare una diagnosi.
L'analisi degli aspetti educativi permette di identificare i sintomi essenziali; è necessaria la registrazione degli aspetti comportamentali tramite scale di osservazione e compilazione di checklist. Tuttavia, le scale di osservazione e le checklist singolarmente non permettono di distinguere il disturbo da deficit di attenzione/iperattività dagli altri disturbi dello sviluppo o del comportamento.
Riferimenti relativi alla diagnosi
1. Wolraich ML, Hagan JF Jr, Allan C, et al: Clinical Practice Guideline for the Diagnosis, Evaluation, and Treatment of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Children and Adolescents [published correction appears in Pediatrics 2020 Mar;145(3):]. Pediatrics 144(4):e20192528, 2019. doi:10.1542/peds.2019-2528
2. Izzo VA, Donati MA, Novello F, Maschietto D, Primi C: The Conners 3-short forms: Evaluating the adequacy of brief versions to assess ADHD symptoms and related problems. Clin Child Psychol Psychiatry 24(4):791–808, 2019. doi:10.1177/1359104519846602
Trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività
Terapia comportamentale
Terapia farmacologica con farmaci stimolanti come metilfenidato o destroanfetamina (in preparazioni a breve e a lunga durata d'azione)
Le raccomandazioni terapeutiche per i bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività variano in base all'età (1):
Bambini in età prescolare: il trattamento iniziale è la terapia comportamentale. I farmaci possono essere considerati se la risposta agli interventi comportamentali è inadeguata o se i sintomi sono da moderati a gravi (p. es., corsa impulsiva, esplosioni aggressive, altri comportamenti che mettono il bambino o altri a rischio di lesioni).
Bambini in età scolare: il trattamento iniziale è la terapia comportamentale in combinazione con i farmaci.
Studi randomizzati mostrano che nei bambini in età scolare, la terapia comportamentale da sola è meno efficace della terapia con farmaci stimolanti da soli, mentre l'associazione è la migliore soluzione (2, 3, 4). Ci sono anche dati a favore dell'uso del metilfenidato in bambini in età prescolare che non rispondono alla sola terapia comportamentale, anche se il beneficio complessivo sembra essere inferiore rispetto ai bambini in età scolare (5). Sebbene i farmaci non determinino la correzione delle sottostanti differenze neurofisiologiche dei pazienti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività, tuttavia i farmaci sono efficaci nell'alleviarne la sintomatologia e permettono al paziente di partecipare ad attività e a compiti precedentemente impossibili a causa della scarsa attenzione ed impulsività. I farmaci spesso interrompono i sintomi comportamentali, facilitano gli interventi comportamentali e accademici, la motivazione e l'autostima.
Il trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività negli adulti segue principi simili, ma, come nei bambini, la selezione e il dosaggio dei farmaci devono essere individualizzati, a seconda dei benefici, degli effetti collaterali e di altre condizioni mediche (2).
Farmaci stimolanti
I farmaci psicostimolanti rappresentati da metilfenidato o dai sali di anfetamina sono i più usati. La risposta è variabile e la posologia dipende dalla gravità dei sintomi comportamenti e dalla tollerabilità individuale al farmaco. La posologia viene modificata in frequenza e quantità fino a quando non viene raggiunto l'equilibrio ottimale tra la risposta e gli effetti avversi.
Il metilfenidato viene utilizzato solitamente iniziando con la dose orale più piccola 1 volta/die (forma a rilascio immediato) per i bambini, aumentando la frequenza settimanalmente, in genere da circa 2 a 3 volte/die o ogni 4 h durante le ore di veglia; molti medici provano a usare il dosaggio del mattino e delle ore centrali della giornata. La posologia può essere aumentata quando i risultati non sono soddisfacenti ma il farmaco è comunque tollerato. L'obiettivo è quello di trovare un equilibrio ottimale tra benefici ed effetti avversi per ogni individuo. Dosi troppo basse e che non forniscono un adeguato beneficio possono portare le famiglie ad abbandonare precocemente il trattamento, mentre dosi troppo elevate possono causare seri effetti collaterali con o senza un adeguato beneficio clinico. L'isomero destrogiro del metilfenidato è la metà attiva ed è disponibile per la prescrizione per metà della dose.
La destroamfetamina (forma a rilascio immediato) è solitamente iniziata (spesso in combinazione con anfetamine racemiche) per via orale 1 volta/die, che può poi essere aumentata fino a 2 o 3 volte/die o ogni 4 h durante le ore di veglia. La titolazione della dose deve bilanciare l'efficacia a fronte degli effetti avversi; le dosi effettive variano significativamente tra gli individui, ma, in generale, dosi più elevate aumentano la probabilità di effetti avversi inaccettabili. In generale, la posologia di destroanfetamina è circa due terzi di quella del metilfenidato.
Sia per il metilfenidato che per la destroanfetamina, una volta identificata la posologia ottimale si utilizzerà formulazione a rilascio prolungato alla stessa dose, in modo da evitare la necessità di somministrare i farmaci a scuola. Le formulazioni long-acting sono compresse in cera matrice a lento rilascio, capsule bifasiche contenenti l'equivalente di 2 dosi, e pillole a rilascio osmotico e cerotti transdermici che permettono una copertura fino a 12 h. Sono anche disponibili dei preparati liquidi a breve e lunga durata d'azione. Le preparazioni di destroanfetamina pura (p. es., destrometilfenidato) sono spesso utilizzate per ridurre al minimo gli effetti avversi quali l'ansia; solitamente sono somministrate in dosi di circa la metà di quelle delle preparazioni miste. Le preparazioni con profarmaci vengono utilizzate per via delle loro caratteristiche ovvero il lento rilascio, la più lunga durata d'azione, un minor numero di effetti avversi e il più basso potenziale di abuso. Il miglioramento dell'apprendimento è ottenuto con basse dosi, mentre il miglioramento dei sintomi comportamentali spesso richiede dosi maggiori.
Gli schemi posologici dei farmaci stimolanti possono essere adeguati in modo da coprire giorni e orari specifici (p. es., le ore di scuola e i compiti a casa). Pause dalla terapia possono essere provate nei fine settimana, durante le festività o durante assenze più lunghe dalla scuola. I periodi di placebo (da 5 a 10 giorni di scuola per appianare la variabilità giornaliera) sono raccomandati per determinare se i farmaci sono ancora necessari.
Gli effetti avversi comuni dei farmaci stimolanti comprendono
Disturbi del sonno (p. es., insonnia)
Cefalea
Gastralgia
Soppressione dell'appetito
Tachicardia ed elevata pressione arteriosa
La depressione è un effetto avverso meno comune e può spesso rappresentare un'incapacità di spostare facilmente l'attenzione (iperconcentrazione). Questo può manifestarsi come un comportamento depresso (a volte descritto dalle famiglie come simile a quello di uno zombie) piuttosto che come una reale depressione infantile clinica. In realtà, i farmaci stimolanti sono talvolta usati come trattamento aggiuntivo per la depressione. Un comportamento depresso a volte può essere affrontato riducendo la dose del farmaco stimolante o provando un altro farmaco. Gli individui con disturbi d'ansia possono anche sperimentare esacerbazioni dei sintomi di ansia.
Studi hanno dimostrato che la crescita in altezza rallenta in 2 anni di uso dei farmaci stimolanti e il potenziale di altezza degli adulti può essere ridotto dal'uso cronico degli stimolanti (6).
Farmaci non stimolanti
È usata anche l'atomoxetina, inibitore selettivo della ricaptazione della noradrenalina. Il farmaco è efficace, ma i dati della sua efficacia rispetto ai farmaci stimolanti sono contrastanti (7). Alcuni bambini presentano nausea, sedazione, irritabilità e accessi d'ira; raramente possono comparire una grave tossicità epatica e ideazione suicidaria. La dose iniziale è titolata settimanalmente. La lunga emivita permette una somministrazione 1 volta/die, anche se per essere efficace richiede un uso continuativo.
Gli antidepressivi inibitori selettivi della ricaptazione selettiva della noradrenalina come il bupropione e la venlafaxina, gli alfa-2 agonisti come la clonidina e la guanfacina, e altri farmaci psicoattivi sono talvolta usati se gli psicostimolanti sono inefficaci o presentano gravi effetti avversi, pero' sono meno efficaci e non sono raccomandati come farmaci di prima linea. Talvolta questi farmaci sono utilizzati in combinazione con stimolanti per effetti sinergici; è fondamentale uno stretto controllo per gli effetti avversi.
Le interazioni avverse ai farmaci sono fonte di preoccupazione per il trattamento del disturbo da deficit di attenzione/iperattività. I farmaci che inibiscono l'enzima metabolico CYP2D6, tra cui alcuni inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che a volte sono utilizzati in pazienti con deficit di attenzione/iperattività, possono aumentare l'effetto dei farmaci stimolanti. La rassegna delle potenziali interazioni farmacologiche è una parte importante della gestione farmacologica dei pazienti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Terapia comportamentale
Il counseling, che comprende terapia cognitivo-comportamentale (p. es., goal-setting, automonitoraggio, modellamento, imitazione), è spesso efficace e aiuta il bambino a comprendere il disturbo da deficit di attenzione/iperattività e su come affrontarlo. Il rispetto delle regole e la routine sono essenziali.
Il comportamento in classe è spesso migliorato dalla riduzione degli stimoli ambientali rumorosi e visivi, dalla somministrazione di compiti di durata appropriata, dall'allenamento e dalla vicinanza dell'insegnante.
Quando a casa le difficoltà persistono, i genitori vanno incoraggiati a chiedere l'assistenza professionale di specialisti, e sostenuti nell'esercizio della gestione delle tecniche comportamentali. Aggiungere degli incentivi e dei premi aiuta nella gestione del comportamento e risulta spesso efficace. Una volta che siano stati stabiliti modus operandi e limiti e che i genitori abbiano ben acquisito le tecniche di gestione spesso i bambini vengono seguiti meglio a casa, specie quelli con disturbo da deficit di attenzione/iperattività in cui prevalgono l'iperattività e lo scarso controllo degli impulsi.
Le diete di esclusione di alcuni cibi, gli integratori di vitamine, gli antiossidanti o altri composti, gli interventi nutrizionali o biochimici hanno presentato minor efficacia. Il biofeedback può essere utile in alcuni casi, ma non è raccomandato di routine in quanto mancano evidenze di efficacia.
Riferimenti relativi al trattamento
1. Wolraich ML, Hagan JF Jr, Allan C, et al: Clinical Practice Guideline for the Diagnosis, Evaluation, and Treatment of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Children and Adolescents [published correction appears in Pediatrics 2020 Mar;145(3):]. Pediatrics 144(4):e20192528, 2019. doi:10.1542/peds.2019-2528
2. Cortese S, Adamo N, Del Giovane C, et al: Comparative efficacy and tolerability of medications for attention-deficit hyperactivity disorder in children, adolescents, and adults: a systematic review and network meta-analysis. Lancet Psychiatry 5(9):727–738, 2018. doi:10.1016/S2215-0366(18)30269-4
3. Storebø OJ, Storm MRO, Pereira Ribeiro J, et al: Methylphenidate for children and adolescents with attention deficit hyperactivity disorder (ADHD). Cochrane Database Syst Rev 3(3):CD009885, 2023. doi:10.1002/14651858.CD009885.pub3
4. Pelham WE Jr, Fabiano GA: Evidence-based psychosocial treatments for attention-deficit/hyperactivity disorder. J Clin Child Adolesc Psychol 37(1):184–214, 2008. doi:10.1080/15374410701818681
5. Greenhill L, Kollins S, Abikoff H, et al: Efficacy and safety of immediate-release methylphenidate treatment for preschoolers with ADHD [published correction appears in J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2007 Jan;46(1):141]. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 45(11):1284–1293, 2006. doi:10.1097/01.chi.0000235077.32661.61
6. Greenhill LL, Swanson JM, Hechtman L, et al: Trajectories of Growth Associated With Long-Term Stimulant Medication in the Multimodal Treatment Study of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 59(8):978–989, 2020. doi:10.1016/j.jaac.2019.06.019
7. Schwartz S, Correll CU: Efficacy and safety of atomoxetine in children and adolescents with attention-deficit/hyperactivity disorder: results from a comprehensive meta-analysis and metaregression. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 53(2):174–187, 2014. doi: 10.1016/j.jaac.2013.11.005
Prognosi del disturbo da deficit di attenzione/iperattività
L'inizio della scuola e le interazioni con il gruppo in classe esacerba la sintomatologia dei bambini con disturbo da deficit di attenzione/iperattività non ancora diagnosticati o trattati inadeguatamente. Difficoltà di relazioni sociali e affettive possono persistere durante la crescita. La scarsa accettazione da parte dei pari e il ritiro sociale tende ad aumentare con l'età e con l'accentuarsi dei sintomi. Il deficit di attenzione/iperattività quando non identificato e adeguatamente trattato può portare all'abuso di sostanze, difatti molti adolescenti ed adulti malati si autocurano con sostanze legali (p. es., la caffeina) e illegali (p. es., la cocaina, le amfetamine).
Sebbene i sintomi e i segni di iperattività tendano a diminuire con l'età, gli adolescenti e gli adulti possono presentare difficoltà residue. I predittori di una prognosi negativa nell'adolescenza e nell'età adulta sono la presenza di
Basso livello intellettivo
Aggressività
Problemi sociali e interpersonali
Disturbi mentali o comportamentali dei genitori
In età adolescenziale e adulta si presentano problemi principalmente legati ad insuccessi scolastici, a scarsa autostima ed alla capacità di sviluppare o meno un comportamento sociale appropriato. Gli adolescenti e gli adulti che presentano un disturbo da deficit di attenzione/iperattività di tipo impulsivo predominante possono presentare alta incidenza di disturbi di personalità e di comportamenti antisociali; la maggior parte di loro continua a manifestare impulsività, iperattività e difficoltà nelle relazioni sociali. I soggetti con disturbo da deficit di attenzione/iperattività sembrano adattarsi meglio alle attività lavorative piuttosto che a quelle di studio e casalinghe, in particolare nel lavoro che non richiede alti livelli di attenzione per essere espletato.
Punti chiave
Il deficit di attenzione/iperattività coinvolge disattenzione, iperattività/impulsività, o una combinazione; appare in genere prima dei 12 anni, anche in bambini in età prescolare.
La causa è sconosciuta, ma ci sono numerosi fattori di rischio sospetti.
Diagnosticare utilizzando criteri clinici ed essere vigili per altri disturbi (p. es., disturbi dello spettro autistico, alcuni disturbi dell'apprendimento o comportamentali, ansia, depressione) così come esperienze avverse durante l'infanzia che possono inizialmente manifestarsi in modo simile.
Le manifestazioni tendono a diminuire con l'età, ma alcune difficoltà possono permanere negli adolescenti e negli adulti.
Trattare con i farmaci stimolanti e con la terapia cognitivo-comportamentale; la terapia comportamentale può essere appropriata per i bambini in età prescolare.
Per ulteriori informazioni
Le seguenti risorse in lingua inglese possono essere utili. Si noti che il Manuale non è responsabile per il contenuto di queste risorse.
American Academy of Pediatrics: Clinical Practice Guideline for the Diagnosis, Evaluation, and Treatment of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder in Children and Adolescents (2019)
National Institute for Children's Health Quality: Vanderbilt Assessment Scale (used for diagnosing ADHD)
Attention Deficit Disorder Association (ADDA): An organization providing resources for adults with ADHD
Children and Adults with Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (CHADD): An organization providing educational, support, and treatment resources for all people with ADHD
Learning Disabilities Association of America (LDA): An organization providing educational, support, and advocacy resources for people with learning disabilities