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Problematiche correlate all'uso dei farmaci negli anziani

DiJ. Mark Ruscin, PharmD, FCCP, BCPS, Southern Illinois University Edwardsville School of Pharmacy;
Sunny A. Linnebur, PharmD, BCPS, BCGP, Skaggs School of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences, University of Colorado
Reviewed ByMichael R. Wasserman, MD, California Association of Long Term Care Medicine
Revisionato/Rivisto apr 2025
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

Risorse sull’argomento

Le problematiche legate all'uso di farmaci sono molto frequenti negli anziani e comprendono l'inefficacia terapeutica, gli effetti avversi dei farmaci, il sovradosaggio, il sottodosaggio, il trattamento inappropriato, il monitoraggio inadeguato, la non aderenza e le interazioni farmaco-farmaco o farmaco-malattia. (Vedi anche Panoramica sulla farmacoterapia negli anziani.)

I farmaci possono essere inefficaci negli anziani sia a causa di sottodosaggio da parte del medico oppure mancata titolazione della dose nel tempo (p. es., a causa di eccessiva preoccupazione per gli effetti avversi) che di scarsa aderenza da parte del paziente (p. es., a causa di limitazioni finanziarie o cognitive).

Gli effetti avversi dei farmaci sono effetti involontari, sgradevoli o pericolosi per la salute. Comuni esempi sono sedazione eccessiva, confusione, allucinazioni, cadute, diarrea, stipsi e sanguinamento. Fra i pazienti ambulatoriali di età 65 anni, gli effetti avversi dei farmaci si presentano con una frequenza di circa 50 eventi/1000 persone all'anno (1). I tassi di ospedalizzazione dovuti a effetti avversi da farmaci sono da 4 a 7 volte più elevati nei pazienti anziani rispetto ai pazienti giovani; queste ospedalizzazioni negli anziani sono più comunemente dovute ad anticoagulanti, antibiotici, farmaci per il diabete, analgesici oppioidi e antipsicotici (2, 3).

Riferimenti

  1. 1. Gurwitz JH, Field TS, Harrold LR, et al. Incidence and preventability of adverse drug events among older persons in the ambulatory setting. JAMA. 2003;289(9):1107-1116. doi:10.1001/jama.289.9.1107

  2. 2. Salvi F, Marchetti A, D'Angelo F, Boemi M, Lattanzio F, Cherubini A. Adverse drug events as a cause of hospitalization in older adults. Drug Saf. 2012;35 Suppl 1:29-45. doi:10.1007/BF03319101

  3. 3. Shehab N, Lovegrove MC, Geller AI, Rose KO, Weidle NJ, Budnitz DS. US Emergency Department Visits for Outpatient Adverse Drug Events, 2013-2014. JAMA. 2016;316(20):2115-2125. doi:10.1001/jama.2016.16201

Motivi dei problemi legati ai farmaci

Gli effetti avversi dei farmaci possono verificarsi in qualsiasi paziente, ma gli anziani sono più suscettibili a tali eventi a causa di specifiche caratteristiche. Per esempio, gli anziani spesso assumono più farmaci contemporaneamente e presentano modificazioni correlate all'età sia nella farmacodinamica che nella farmacocinetica; entrambe queste condizioni aumentano il rischio di eventi avversi.

Gli effetti avversi dei farmaci si possono verificare a qualsiasi età, anche quando i farmaci sono prescritti appropriatamente e assunti adeguatamente; p. es., le reazioni allergiche non sono né prevedibili né prevenibili. Tuttavia, si stima che gli eventi avversi negli anziani siano prevenibili in molti casi (1).

Negli anziani, un certo numero di cause di effetti avversi dei farmaci e/o inefficacia dei trattamenti farmacologici sono prevenibili. Tali cause prevenibili includono:

Una comunicazione inadeguata con i pazienti o tra gli operatori sanitari (in particolare durante le transizioni assistenziali) è una delle principali cause di effetti avversi da farmaci negli anziani. Molti problemi legati ai farmaci possono essere prevenuti se venisse prestata maggiore attenzione alla riconciliazione farmacologica quando i pazienti sono ricoverati o dimessi dall'ospedale o in altre transizioni assistenziali (trasferimento dalla casa di cura all'ospedale o da una struttura di cura qualificata a casa) (2-4). Un'altra fonte di effetti avversi da farmaci è la mancanza di una valutazione continua dell'efficacia del farmaco e della necessità di continuare ad assumere determinati farmaci.

Interazioni farmaco-malattia

Un farmaco indicato per il trattamento di una malattia può aggravare un'altra malattia, indipendentemente dall'età del paziente. Tuttavia, l'interazione farmaco-malattia desta grande preoccupazione nei pazienti anziani. Spesso è difficile distinguere tra gli effetti avversi dei farmaci, specie se di lieve entità, e gli effetti di una malattia e ciò può dare origine al fenomeno della prescrizione a cascata. I Criteri di Beers dell'American Geriatrics Society® sono comunemente utilizzati per identificare potenziali interazioni farmaco-malattia negli anziani e forniscono raccomandazioni per la gestione medica (5).

La cascata prescrittiva si verifica quando l'effetto avverso di un farmaco viene erroneamente interpretato come sintomo o segno di un nuovo disturbo e un nuovo farmaco viene prescritto per trattarlo. Il nuovo farmaco non necessario potrebbe causare ulteriori effetti avversi, che potrebbero poi essere erroneamente interpretati come un altro disturbo e trattati inutilmente, e così via.

Molti farmaci causano effetti avversi difficilmente distinguibili dai sintomi di malattie frequenti negli anziani o dalle modificazioni parafisiologiche associate all'invecchiamento. Alcuni esempi vengono riportati di seguito:

  • Gli antipsicotici possono causare sintomi che ricordano il morbo di Parkinson. Negli anziani, questi sintomi possono essere attribuiti erroneamente al morbo di Parkinson e, di conseguenza, possono essere trattati impropriamente con farmaci dopaminergici, che possono generare ulteriori effetti avversi dei farmaci antiparkinsoniani (p. es., ipotensione ortostatica, delirium, allucinazioni, nausea).

  • Gli inibitori della colinesterasi (p. es., donepezil, rivastigmina, galantamina) sono farmaci prescritti a pazienti affetti da demenza. Questi farmaci possono causare diarrea, pollachiuria o incontinenza da urgenza. Ne deriva che tali pazienti potrebbero poi ricevere la prescrizione di un altro farmaco anticolinergico (p. es., ossibutinina) per il trattamento dei nuovi sintomi. Così, un farmaco non necessario viene aggiunto in terapia, aumentando il rischio di effetti avversi e interazioni tra farmaci. Una strategia migliore è quella di ridurre la dose dell'inibitore della colinesterasi o valutare l'opportunità di un differente principio farmacologico per il trattamento della demenza (p. es., memantina) con un diverso meccanismo di azione.

  • Dei calcio-antagonisti (p. es., amlodipina, nifedipina, felodipina) possono essere prescritti ai pazienti con ipertensione. Questi farmaci possono trattare l'ipertensione in modo appropriato, ma possono anche causare edema periferico. Ai pazienti può essere quindi prescritta una terapia diuretica (p. es., il furosemide), che può quindi causare un'ipokaliemia che richiede un'integrazione di potassio. Una strategia migliore è quella di ridurre la dose o interrompere il calcio-antagonista a favore di altri farmaci antipertensivi, come gli ACE-inibitori o i bloccanti del recettore dell'angiotensina.

Nei pazienti anziani, il prescrittore deve sempre considerare la possibilità che un nuovo sintomo o segno sia dovuto alla terapia farmacologica esistente.

Interazioni tra farmaci

Gli anziani assumono spesso molti farmaci e sono particolarmente suscettibili alle interazioni tra farmaci. Inoltre, gli anziani usano frequentemente piante medicinali e altri integratori alimentari e potrebbero non comunicarlo agli operatori sanitari. Le piante medicinali possono interagire con i farmaci prescritti e causare effetti avversi. Per esempio, l'estratto di ginkgo biloba assunto con warfarin può aumentare il rischio di sanguinamento, e l'erba di San Giovanni (iperico) quando assunta in concomitanza con un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina può aumentare il rischio di sindrome serotoninergica. Pertanto, i medici devono chiedere specificamente ai loro assistiti se assumono integratori alimentari, comprese le piante medicinali e gli integratori vitaminici.

Le interazioni tra farmaci negli anziani sono simili a quelle della popolazione generale. Tuttavia, l'induzione del metabolismo dei farmaci da parte del citocromo P-450 (CYP450) da parte di alcuni farmaci (p. es., fenitoina, carbamazepina, rifampicina) può essere ridotta negli anziani; pertanto, la variazione (aumento) nel metabolismo dei farmaci può essere meno pronunciata. Molti altri farmaci inibiscono il metabolismo del CYP450 e pertanto aumentano il rischio di tossicità dei farmaci che dipendono da questa via per l'eliminazione. Gli anziani utilizzano in genere un maggior numero di farmaci e sono a maggiore rischio di interazioni, difficilmente prevedibili, a livello del CYP450. L'uso di più farmaci può anche rendere difficile prevedere molte interazioni farmacologiche. Ad esempio, anche se è nota un'interazione tra 2 farmaci, tale interazione può essere diversa se contemporaneamente viene somministrato un terzo o un quarto farmaco. Inoltre, l'utilizzo concomitante di ≥ 1 farmaco con simili effetti avversi aumenta il rischio o la gravità degli effetti avversi.

Monitoraggio inadeguato

Monitorare l'uso dei farmaci implica:

  • Documentare l'indicazione per un nuovo farmaco

  • Mantenere un elenco aggiornato di tutti i farmaci assunti dal paziente nella cartella clinica

  • Monitorare gli effetti del trattamento sia in termini di raggiungimento degli obiettivi terapeutici che di altri effetti del nuovo farmaco

  • Monitoraggio dei test di laboratorio o altri esami necessari per valutare l'efficacia o gli effetti avversi (p. es., sodio, potassio, magnesio, vitamina B12, frequenza cardiaca, intervallo QT corretto [QTc])

  • Rivalutare periodicamente l'efficacia dei farmaci e la necessità di proseguire ciascun trattamento farmacologico.

Tali procedure sono particolarmente importanti nelle persone anziane. L'assenza di un attento monitoraggio, soprattutto dopo la prescrizione di nuovi farmaci, aumenta il rischio di politerapia, effetti avversi e inefficacia.

Scelta inappropriata del farmaco

Un farmaco si definisce inappropriato se i possibili danni associati al suo utilizzo ne superano i possibili benefici. L'uso inappropriato di un farmaco può includere

  • La scelta inadeguata di un farmaco, del suo dosaggio, della sua frequenza di somministrazione, o della durata del trattamento

  • La duplicazione della terapia

  • La mancata considerazione delle interazioni tra farmaci e delle indicazioni appropriate di un farmaco

  • Farmaci appropriati che vengono erroneamente continuati dopo la risoluzione di una condizione acuta (come può accadere quando i pazienti vengono trasferiti da un ambito sanitario a un altro e l'indicazione non viene rivalutata).

Alcune classi di farmaci destano particolare preoccupazione quando prescritte agli anziani. Alcuni farmaci devono essere evitati del tutto negli anziani, altri devono essere evitati solo in determinate situazioni, e altri possono essere utilizzati, ma con un attento monitoraggio. I criteri di Beers dell'American Geriatrics Society® elencano i farmaci potenzialmente inappropriati negli anziani distinguendoli in base alla classe di appartenenza; ma sono disponibili anche altri elenchi simili (5). È disponibile anche un elenco di alcune alternative farmacologiche e non farmacologiche con riferimenti a supporto (6). I medici devono valutare i potenziali vantaggi e rischi della terapia in ciascun paziente. I criteri non si applicano ai pazienti alla fine del ciclo di vita, quando le decisioni sulla terapia farmacologica sono molto diverse.

Nonostante la diffusione e la conoscenza dei criteri di Beers dell'American Geriatrics Society® e degli altri disponibili, numerosi farmaci inappropriati per gli anziani sono ancora prescritti; circa il 45% degli anziani residenti al proprio domicilio riceve la prescrizione di almeno un farmaco inappropriato (7). In questi pazienti, il rischio di reazioni avverse è aumentato. Negli ospiti di residenze per anziani, l'uso di farmaci inappropriati aumenta anche il rischio di ospedalizzazione e di morte. In uno studio condotto su pazienti ospedalizzati, il 27,5% ha ricevuto un farmaco potenzialmente inappropriato secondo i criteri di Beers dell'American Geriatrics Society® (8).

Alcuni farmaci inappropriati (p. es., la difenidramina e i farmaci antinfiammatori non steroidei [FANS] orali) sono disponibili come prodotti da banco; pertanto, i medici devono chiedere specificamente ai pazienti se assumono farmaci da banco e discutere con loro i possibili problemi che tali farmaci possono causare.

Agli anziani spesso sono prescritti farmaci (generalmente analgesici, inibitori della pompa protonica, o ipnotici) per i sintomi minori (inclusi gli effetti avversi di altri farmaci) che potrebbero essere trattati meglio mediante interventi non farmacologici (p. es., esercizio fisico, terapia fisica, massaggi, cambiamenti nella dieta, terapia cognitivo-comportamentale) o riducendo la posologia del farmaco che causa effetti avversi. L'inizio di ulteriori farmaci è spesso inappropriato; i benefici possono essere scarsi, i costi aumentano, e il nuovo farmaco può causare ulteriore tossicità.

L'efficace eliminazione dell'uso inappropriato di farmaci negli anziani richiede più che evitare un breve elenco di farmaci e notare le categorie di farmaci che destano preoccupazione. L'intero regime farmacologico di un paziente deve anche essere valutato regolarmente per determinarne la continua necessità e soppesare i potenziali benefici rispetto ai rischi.

Mancata aderenza del paziente

Nei pazienti anziani ambulatoriali, l'efficacia dei farmaci è spesso compromessa dalla mancata aderenza. L'aderenza alla terapia (compliance e persistenza) è condizionata da molti fattori, tra cui le barriere linguistiche, ma non dall'età di per sé. Fino alla metà dei pazienti anziani non assume i farmaci come indicato, solitamente ne assumono meno rispetto a quelli prescritti (sotto-aderenza). Le cause sono simili a quelle dei giovani adulti. Ulteriori fattori che possono contribuire sono:

  • Difficoltà economiche e limitazioni fisiche che potrebbero rendere difficile l'acquisto dei farmaci

  • Problemi cognitivi o scarsa alfabetizzazione sanitaria, che possono rendere difficile l'assunzione dei farmaci come prescritto

  • L'uso di più farmaci (politerapia)

  • Uso di farmaci che devono essere assunti più volte al giorno o in un modo specifico

  • Mancanza di comprensione dei benefici attesi di un farmaco, dei potenziali effetti avversi o dell'uso di forme farmaceutiche non convenzionali, come cerotti transdermici o inalatori

Un regime terapeutico con dosi troppo frequenti o troppo poco frequenti, più farmaci, o entrambi, può essere troppo complicato da seguire per i pazienti. I medici devono valutare le conoscenze mediche e la capacità dei pazienti di aderire a un regime farmacologico (p. es., destrezza e forza delle mani, integrità delle funzioni cognitive e della vista) e suggerire le strategie più adeguate per compensare le difficoltà, p. es., l'utilizzo di contenitori di facile accesso al farmaco, ben etichettati e con le istruzioni riportate a caratteri grandi, con alert di promemoria, o contenitori riempiti in base alle esigenze quotidiane del farmaco, con promemoria telefonici o assistenza medica. I farmacisti e gli infermieri possono aiutare gli anziani fornendo loro specifiche indicazioni e istruendoli sulle modalità di assunzione dei farmaci a ogni incontro. I farmacisti potrebbero identificare eventuali problemi di aderenza alla terapia verificando se i pazienti riacquistino le nuove confezioni del farmaco nei tempi previsti o se una prescrizione sembra illogica o non corretta. Molte farmacie e sistemi sanitari possono monitorare l'andamento delle ricariche e contattare i pazienti e/o i prescrittori se le prescrizioni non vengono rinnovate a intervalli appropriati.

Sovradosaggio

Un farmaco appropriato per un paziente anziano rischia di essere prescritto a un dosaggio eccessivo se il medico prescrittore non considera le modificazioni dell'organismo correlate all'età che ne influenzano la farmacocinetica e la farmacodinamica. Per esempio, le dosi dei farmaci eliminati per via renale (p. es., gabapentin, alcuni antimicrobici, digossina) devono essere adattate in pazienti con insufficienza renale.

In generale, anche se la dose necessaria varia considerevolmente da persona a persona, negli anziani i farmaci devono essere iniziati alla dose più bassa. La maggior parte dei farmaci non è stata adeguatamente studiata negli adulti di età > 75 anni (specialmente quelli con multimorbilità, polifarmacia e/o fragilità) e, di conseguenza, il sovradosaggio è comune semplicemente per la mancanza di dati su come dosare i farmaci in questi pazienti. Solitamente, è indicato un dosaggio iniziale da circa un terzo a metà della dose abituale dell'adulto quando un farmaco ha un ridotto indice terapeutico, quando un'altra condizione può essere aggravata da un farmaco, e in particolare quando i pazienti sono fragili. La dose viene poi titolata gradualmente, in base alla tolleranza, fino all'effetto desiderato. Quando si aumenta il dosaggio, i pazienti devono essere valutati per l'insorgenza di effetti avversi, e, quando possibile, i livelli circolanti del farmaco devono essere monitorati.

Il sovradosaggio può verificarsi sia quando le interazioni farmacologiche aumentano la quantità di farmaco disponibile, sia quando diversi medici prescrivono un farmaco e non sono a conoscenza del fatto che un altro medico ha prescritto lo stesso farmaco o un farmaco simile (duplicazione terapeutica). L'utilizzo di una sola farmacia da parte dei pazienti aumenta la probabilità di identificare e prevenire duplicazioni terapeutiche.

Scarsa comunicazione

La scarsa comunicazione di informazioni mediche nei punti di transizione assistenziale (da una struttura sanitaria a un'altra) causa molti errori di prescrizione di farmaci ed effetti avversi dei farmaci in ospedale. A seguito della dimissione dall'ospedale i trattamenti farmacologici che erano iniziati e necessari solo in ospedale (p. es., sedativo-ipnotici, lassativi, inibitori della pompa protonica), possono essere continuati inutilmente dal medico che dà le dimissioni. Analogamente, i prontuari ospedalieri possono determinare una modifica di un farmaco da un prodotto a un altro durante il ricovero (p. es., statine), che può portare a errori di duplicazione o omissione alla dimissione. Al contrario, al momento del ricovero in una struttura sanitaria, la mancanza di comunicazione può comportare omissione involontaria di un farmaco che deve essere necessariamente mantenuto in terapia. La riconciliazione tra farmaci si riferisce a un processo formale di revisione di tutti i farmaci prescritti a ogni passaggio di cura e può aiutare a eliminare errori ed omissioni.

Sottoprescrizione

I farmaci appropriati possono essere sottoprescritti—ossia non utilizzati per ottenere la massima efficacia. La sottoprescrizione può aumentare la morbilità e la mortalità e peggiorare la qualità della vita. I medici devono utilizzare dosi adeguate di farmaci e, quando indicato, regimi politerapici.

Nell'anziano spesso vengono sottoprescritti i farmaci antidepressivi, quelli per la malattia di Alzheimer, l'insufficienza cardiaca, il post-infarto del miocardio (beta-bloccanti), la fibrillazione atriale (anticoagulanti), e l'ipertensione. Inoltre, le vaccinazioni non sono sempre somministrate come raccomandato.

  • Beta-bloccanti: nei pazienti con un'anamnesi positiva per infarto del miocardio e/o insufficienza cardiaca, anche nei pazienti anziani ad alto rischio di complicanze (p. es., quelli con patologie respiratorie o diabete), questi farmaci riducono i tassi di mortalità e i ricoveri in ospedale.

  • Antipertensivi: sono disponibili linee guida per il trattamento dell'ipertensione nell'anziano e numerose evidenze che supportano i benefici del trattamento antipertensivo nell'anziano (riduzione del rischio di ictus cerebrale ed eventi cardiovascolari maggiori) anche negli anziani fragili. Ciononostante, gli studi indicano che l'ipertensione è spesso non ottimamente controllata nei pazienti anziani.

  • Farmaci per la malattia di Alzheimer: gli inibitori dell'acetilcolinesterasi e NMDA (N-metil-d-aspartato) antagonisti hanno dimostrato un beneficio nei pazienti con malattia di Alzheimer. Sebbene l'entità del beneficio sia modesta e variabile, ai pazienti e ai loro familiari deve essere data la possibilità di prendere una decisione informata circa il loro utilizzo.

  • Anticoagulanti: gli anticoagulanti (sia il warfarin che i nuovi farmaci anticoagulanti orali diretti) riducono il rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale. Anche se vi è un aumento del rischio di sanguinamento con gli anticoagulanti in generale, alcuni anziani che potrebbero trarre beneficio dal trattamento anticoagulante non lo ricevono a priori.

  • Vaccinazioni: gli anziani sono a maggior rischio di morbilità e mortalità dovuta a influenza, infezioni da pneumococco, virus respiratorio sinciziale, COVID-19, pertosse e herpes zoster. I tassi di vaccinazione tra gli anziani possono essere ancora migliorati.

I pazienti anziani con malattie croniche, inoltre, quando sviluppano nuovi eventi acuti o patologie non correlate alla principale rischiano la sottoprescrizione (p. es., l'ipercolesterolemia non viene trattata nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva). I clinici possono sospendere queste terapie perché si preoccupano della comparsa di eventi avversi associati all'introduzione di un nuovo farmaco o reputano troppo lungo il tempo necessario per poter trarre beneficio dal trattamento in un paziente con aspettativa di vita ridotta. I medici possono pensare che il trattamento del problema primario sia tutto ciò che i pazienti possono o vogliono prendere in considerazione o che i pazienti non possono permettersi i farmaci aggiuntivi. I pazienti e i caregiver devono essere partecipanti attivi nel processo decisionale sul trattamento farmacologico in modo che i medici possano capire le priorità e le preoccupazioni dei pazienti.

Riferimenti

  1. 1. Zazzara MB, Palmer K, Vetrano DL, Carfì A, Onder G. Adverse drug reactions in older adults: a narrative review of the literature [published correction appears in Eur Geriatr Med. 2022 Feb;13(1):307. doi: 10.1007/s41999-021-00591-4.]. Eur Geriatr Med. 2021;12(3):463-473. doi:10.1007/s41999-021-00481-9

  2. 2. Tam VC, Knowles SR, Cornish PL, et al: Frequency, type and clinical importance of medication history errors at admission to hospital: a systematic review. CMAJ 173(5):510-5, 2005. doi: 10.1503/cmaj.045311

  3. 3. Wong JD, Bajcar JM, Wong GG, et al: Medication reconciliation at hospital discharge: evaluating discrepancies. Ann Pharmacother 42(10):1373-9, 2008. doi: 10.1345/aph.1L190

  4. 4. Forster AJ, Clark HD, Menard A, et al: Adverse events among medical patients after discharge from hospital. CMAJ 170(3):345-9.

  5. 5. The 2023 American Geriatrics Society Beers Criteria® Update Expert Panel. American Geriatrics Society 2023 updated AGS Beers Criteria® for potentially inappropriate medication use in older adults. J Am Geriatr Soc. 2023;71(7):2052-2081. doi:10.1111/jgs.18372

  6. 6. Hanlon JT, Semla TP, Schmader KE, et al: Alternative medications for medications in the use of high-risk medications in the elderly and potentially harmful drug-disease interactions in the elderly quality measures. J Am Geriatr Soc 63(12): e8-e18, 2015. doi: 10.1111/jgs.13807

  7. 7. Innes GK, Ogden CL, Crentsil V, Concato J, Fakhouri TH. Prescription Medication Use Among Older Adults in the US. JAMA Intern Med. 2024;184(9):1121-1123. doi:10.1001/jamainternmed.2024.2781

  8. 8. Page RL 2nd, Ruscin JM. The risk of adverse drug events and hospital-related morbidity and mortality among older adults with potentially inappropriate medication use. Am J Geriatr Pharmacother. 2006;4(4):297-305. doi:10.1016/j.amjopharm.2006.12.008

Prevenzione

Prima di iniziare un nuovo farmaco

Per ridurre il rischio di effetti avversi dei farmaci negli anziani, i medici devono effettuare le seguenti verifiche prima di prescrivere un nuovo farmaco:

  • Considerare che nuovi sintomi o problemi clinici potrebbero essere correlati alla terapia farmacologica già in corso.

  • Valutare la possibilità di trattamenti non-farmacologici

  • Discutere gli obiettivi di cura con il paziente e/o con chi se ne prende cura e stabilire un lasso di tempo in cui ci si aspetta un beneficio dalla terapia farmacologica

  • Valutare l'indicazione per ogni nuovo farmaco (così da evitare l'uso di farmaci non necessari)

  • Considerare le modificazioni farmacocinetiche e farmacodinamiche associate all'età e il loro effetto sui requisiti di dosaggio

  • Scegliere il trattamento farmacologico più sicuro possibile per l'indicazione (p. es., l'uso di acetaminofene [paracetamolo] anziché un FANS orale per un'artrite non infiammatoria)

  • Verificare la presenza di potenziali interazioni tra farmaci e di interazioni farmaco-malattie

  • Iniziare con una dose minima

  • Utilizzare il minor numero di farmaci necessari

  • Tenere in considerazione le malattie coesistenti e la loro probabilità di contribuire agli effetti avversi dei farmaci

  • Spiegare le indicazioni e gli effetti avversi di ciascun farmaco

  • Fornire istruzioni chiare ai pazienti su come assumere i farmaci (inclusi nomi generici e commerciali, corretta ortografia di ciascun farmaco, indicazioni per ogni medicinale e spiegazione delle formulazioni combinate) e per quanto tempo sarà probabilmente necessario il trattamento

  • Spiegare anticipatamente di non confondersi con farmaci il cui nome appare simile a quello del farmaco prescritto e precisare i nomi di alcuni farmaci che potrebbero essere confusi (p. es., Glucophage® e Glucovance®)

Dopo l'inizio di un nuovo farmaco

Dopo l'inizio di una nuova terapia farmacologica, applicare le seguenti procedure:

  • Presumere che un nuovo sintomo sia correlato al farmaco fino a prova contraria (per prevenire una cascata prescrittiva).

  • Monitorare l'insorgenza di segni o sintomi potenzialmente espressione di effetti avversi dei farmaci, ed effettuare il dosaggio dei livelli circolanti del farmaco e altri test di laboratorio, se necessario.

  • Documentare la risposta alla terapia e incrementare il dosaggio quanto necessario a ottenere l'effetto desiderato.

  • Rivalutare regolarmente la necessità di continuare una terapia farmacologica e sospendere farmaci non più necessari o farmaci con più rischi potenziali che benefici.

In corso di trattamento

Devono essere garantite le seguenti accortezze:

La riconciliazione farmacologica è un processo che aiuta a garantire il trasferimento delle informazioni sui regimi terapeutici in qualsiasi punto di transizione del sistema sanitario. Tale processo comprende l'identificazione e l'elenco di tutti i farmaci che il paziente sta assumendo (nome, dosaggio, frequenza, via di somministrazione) e il confronto dell'elenco così ottenuto con le prescrizioni mediche. La "medication reconciliation" deve avvenire a ogni passaggio tra differenti ambiti del sistema sanitario (ingresso, trasferimento e dimissione).

I programmi computerizzati per la prescrizione medica e i sistemi di cartelle cliniche elettroniche possono incorporare avvisi di prescrizione per avvertire i clinici di potenziali problemi (p. es., allergie, necessità di ridurre il dosaggio nei pazienti con funzione renale compromessa, interazioni farmaco-farmaco). Questi programmi possono anche suggerire ai medici quali pazienti devono essere monitorati più attentamente per il maggior rischio di effetti avversi dei farmaci.

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