L'incontinenza fecale è una defecazione involontaria. La diagnosi è clinica. Il trattamento consiste in un programma di gestione intestinale e in esercizi perineali, ma a volte è necessaria una colostomia.
(Vedi anche Valutazione dei disturbi anorettali.)
L'incontinenza fecale può risultare da
Lesioni o malattie del midollo spinale
Alterazioni congenite
Lesioni accidentali al retto e all'ano
Prolasso rettale (procidenza)
Diabete
Demenza grave
Fecaloma
Processi infiammatori estesi
Tumori
Lesioni ostetriche
Interventi che coinvolgono la sezione o la dilatazione degli sfinteri anali
Diagnosi dell'incontinenza fecale
Valutazione clinica
A volte test di imaging, elettromiografia del pavimento pelvico e manometria anorettale
L'esame obiettivo deve valutare la funzione sfinterica generale e la sensibilità perianale ed escludere la presenza di una massa rettale o di un prolasso rettale.
Sono utili anche l'ecografia endoscopica dello sfintere anale, la RM pelvica e perineale, l'elettromiografia del pavimento pelvico e la manometria anorettale.
Trattamento dell'incontinenza fecale
Programma di regolazione dell'alvo
Esercizi del perineo, a volte con biofeedback
A volte procedura chirurgica
(Vedi anche the American Society of Colon and Rectal Surgeons’ 2015 clinical practice guideline for the treatment of fecal incontinence.)
Il trattamento dell'incontinenza fecale comprende un programma di gestione dell'intestino volto a sviluppare delle modalità prevedibili di defecazione. Il programma comprende l'assunzione adeguata di liquidi e una dieta sufficientemente ricca di fibre. La defecazione può essere favorita stando seduti in bagno o usando un altro stimolante abituale (p. es., il caffè). Si possono utilizzare anche delle supposte (p. es., glicerina o bisacodile) o clisteri con soluzioni a base di fosfati. Qualora non si raggiunga un pattern di defecazione regolare, si può ridurre la frequenza delle defecazioni con una dieta a basso contenuto di fibre e loperamide assunta per via orale.
Semplici esercizi perianali, in cui il paziente contrae ripetutamente gli sfinteri, i muscoli perianali e i glutei, possono rafforzare queste strutture e contribuire alla continenza soprattutto nei casi lievi. Il biofeedback (per addestrare il paziente a usare al massimo gli sfinteri e ad apprezzare meglio gli stimoli fisiologici) deve essere preso in considerazione prima di consigliare l'intervento chirurgico nei pazienti ben motivati, che possono capire e seguire le istruzioni e che hanno uno sfintere anale capace di riconoscere la sensazione di distensione del retto. Circa il 70% di questi pazienti risponde al biofeedback.
Una lesione di continuo dello sfintere non appena evinta dall'ecografia endoscopica può essere suturata direttamente.
Quando lo sfintere residuo è insufficiente per eseguire una riparazione diretta, soprattutto nei pazienti con < 50 anni di età, può essere trasposto il muscolo gracile. Tuttavia, i risultati positivi di queste procedure in genere non durano a lungo. Alcuni centri collegano un pacemaker al muscolo gracile, mentre altri utilizzano uno sfintere artificiale; queste o altre procedure sperimentali sono disponibili negli Stati Uniti solo in pochi centri e come protocolli di ricerca.
La stimolazione del nervo sacrale ha mostrato risultati promettenti nel trattamento dell'incontinenza fecale (1).
Quando tutte le misure terapeutiche falliscono, si deve considerare la possibilità di una colostomia.
Riferimento relativo al trattamento
1. Bordeianou LG, Thorsen AJ, Keller DS, et al. The American Society of Colon and Rectal Surgeons Clinical Practice Guidelines for the Management of Fecal Incontinence. Dis Colon Rectum. 2023;66(5):647-661. doi:10.1097/DCR.0000000000002776
Per ulteriori informazioni
Le seguenti risorse in lingua inglese possono essere utili. Si noti che il Manuale non è responsabile per il contenuto di questa risorsa.
American Society of Colon and Rectal Surgeons: Clinical practice guideline for the treatment of fecal incontinence (2015)