Trapianto cardiaco

DiMartin Hertl, MD, PhD, Rush University Medical Center
Revisionato/Rivisto ago 2022 | Modificata set 2022
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Il trapianto di cuore è l’asportazione di un cuore sano da un soggetto deceduto recentemente e il suo successivo trasferimento nel corpo di una persona affetta da una cardiopatia grave che non può più essere trattata efficacemente con farmaci o altri tipi di intervento chirurgico.

(Vedere anche Panoramica sui trapianti)

Il trapianto cardiaco è riservato a persone che presentano una delle seguenti patologie che non può essere trattata in modo efficace con farmaci o altri tipi di intervento chirurgico:

Il solo trapianto di cuore non può essere eseguito in presenza di una grave ipertensione polmonare (pressione sanguigna alta nelle arterie dei polmoni) che non ha risposto al trattamento farmacologico. Questi soggetti sarebbero idonei per un trapianto combinato cuore-polmoni.

In alcuni centri specializzati, un cuore artificiale esterno può prolungare la sopravvivenza per settimane o mesi finché non è disponibile un cuore compatibile. Inoltre, oggi si utilizzano dei cuori artificiali impiantabili (chiamati dispositivi di assistenza ventricolare o VAD) che pompano il sangue al resto del corpo e consentono ai soggetti di sopravvivere fino a quando non si rende disponibile un cuore oppure assistono chi non è candidabile a un trapianto di cuore. Questi dispositivi vengono utilizzati in misura crescente come sostituzioni a lungo termine. Di conseguenza, la necessità dei trapianti cardiaci è in parte diminuita.

Circa il 95% di coloro che hanno ricevuto un trapianto cardiaco è maggiormente in grado di svolgere attività fisica e le attività quotidiane, rispetto a quanto avveniva prima del trapianto. Oltre il 70% torna a un lavoro a tempo pieno. L’85-90% circa dei riceventi di trapianto cardiaco sopravvive per almeno 1 anno.

Donatori

Tutti i cuori donati provengono da persone recentemente decedute. I donatori devono essere di età inferiore a 60 anni e non essere stati affetti da malattia coronarica o altri disturbi cardiaci. Inoltre, il gruppo sanguigno e le dimensioni del cuore del donatore e del ricevente devono corrispondere.

Il cuore, una volta donato, deve essere impiantato entro 4-6 ore.

Procedura per il trapianto di cuore

Sia i donatori che i riceventi vengono sottoposti a screening pretrapianto. Questo screening viene eseguito per assicurarsi che l’organo sia sufficientemente sano per il trapianto e che il ricevente non presenti condizioni mediche che potrebbero impedire il trapianto.

La maggior parte del cuore viene rimossa attraverso un’incisione toracica, ma la parete posteriore di una delle cavità cardiache superiori (atri) viene lasciata in situ. Il cuore trapiantato viene quindi collegato alla parte rimanente del cuore del ricevente.

Un trapianto cardiaco richiede circa 3-5 ore. Il periodo di degenza dopo questo intervento varia solitamente da 7 a 14 giorni.

L’assunzione dei farmaci per inibire il sistema immunitario (immunosoppressori), compresi i corticosteroidi, ha inizio il giorno del trapianto. Questi farmaci possono contribuire a ridurre il rischio che il ricevente rigetti il cuore trapiantato.

Complicanze del trapianto di cuore

Il trapianto può presentare diverse complicanze.

La maggior parte dei decessi successivi a trapianto di cuore è dovuta a rigetto immediatamente successivo all’intervento o a infezioni.

Rigetto

Perfino con adeguata compatibilità tissutale, gli organi trapiantati, diversamente dal sangue trasfuso, vengono solitamente rigettati, a meno che non si adottino delle misure per prevenire il rigetto. Il rigetto scaturisce da un attacco del sistema immunitario del ricevente all’organo trapiantato, che il sistema immunitario riconosce come materiale estraneo. Il rigetto può essere lieve e facile da controllare, oppure grave, con conseguente distruzione dell’organo trapiantato.

Gli immunosoppressori sono farmaci che bloccano o rallentano il sistema immunitario e devono essere assunti per prevenire il rigetto di un cuore trapiantato.

Il rigetto, quando è presente, può dare debolezza e ritmi cardiaci veloci o anomali di altro tipo. In caso di rigetto, il cuore trapiantato può non funzionare adeguatamente, causando pressione arteriosa bassa e accumulo di liquidi nelle gambe e a volte nell’addome, con conseguente tumefazione, una condizione nota come edema. Possono anche accumularsi liquidi nei polmoni, causando difficoltà respiratorie. Il rigetto è comunque spesso lieve, con assenza di sintomi. Tuttavia un elettrocardiogramma (ECG) può rilevare alterazioni dell’attività elettrica del cuore.

In caso di sospetto di rigetto, i medici eseguono generalmente una biopsia. Si inserisce un catetere attraverso un’incisione sul collo e, attraverso una vena, lo si spinge fino al cuore. Un dispositivo all’estremità del catetere viene usato per asportare un piccolo frammento di tessuto cardiaco che viene esaminato al microscopio. Dati i gravi effetti del rigetto, viene eseguita di routine anche una biopsia una volta l’anno per controllare la presenza di rigetto privo di sintomi.

Aterosclerosi correlata al trapianto

Circa un quarto dei soggetti con cuore trapiantato sviluppa aterosclerosi nelle coronarie.

Il trattamento include farmaci ipolipemizzanti (che abbassano i livelli dei grassi nel sangue) e diltiazem (un farmaco che può prevenire il restringimento dei vasi sanguigni).