Un ascesso epidurale spinale è un accumulo di pus nello spazio compreso tra il midollo spinale e lo strato esterno (dura madre) del tessuto che lo ricopre (spazio epidurale). Questi ascessi possono esercitare pressione (comprimere) sul midollo spinale.
Gli ascessi epidurali sono spesso causati da batteri provenienti da un’altra infezione dell’organismo.
Possono causare mal di schiena, che può diventare grave, e debolezza o paralisi parziale delle gambe, perdita di controllo di vescica e intestino, febbre e altri sintomi gravi.
Il medico utilizza la risonanza magnetica per immagini (RMI) per diagnosticare un ascesso epidurale nel midollo spinale o, se la RMI non è disponibile, una mielografia seguita da una tomografia computerizzata.
Il medico tratta l’ascesso con antibiotici, e se l’ascesso causa gravi problemi, lo drena immediatamente.
(Vedere anche Panoramica sulle malattie del midollo spinale.)
Gli ascessi epidurali nel midollo spinale sono spesso causati da un’altra infezione, generalmente della cute o dei tessuti adiacenti al midollo spinale. Tuttavia, a volte gli ascessi epidurali sono causati da un’infezione delle valvole cardiache (endocardite), piaghe da decubito, un’infezione nelle ossa delle vertebre (osteomielite) o un ascesso dentale. Gli ascessi epidurali possono anche formarsi dopo una procedura invasiva come un intervento chirurgico spinale o il posizionamento di un catetere nello spazio epidurale.
I batteri che di solito causano questi ascessi sono Staphylococcus aureus (60%), Escherichia coli, altri batteri gram-negativi (15%) o streptococchi (10%). Talvolta l’ascesso è causato da tubercolosi a carico della colonna vertebrale (malattia di Pott) o dall’uso di sostanze per via endovenosa. In circa un terzo dei soggetti, non si riesce a stabilire la causa.
Sintomi dell’ascesso epidurale spinale
I sintomi di un ascesso epidurale spinale iniziano con un dolore alla schiena. La parte della schiena corrispondente al sito dell’ascesso è dolente al tatto. Il dolore può diventare grave e peggiora in posizione distesa. La febbre è comune.
L’ascesso può esercitare pressione (comprimere) sul midollo spinale. Se l’ascesso epidurale si verifica nella regione lombare, può comprimere la cauda equina, provocando la sindrome della cauda equina. I soggetti con sindrome della cauda equina possono perdere la sensibilità in natiche, genitali, vescica e retto (detta area della sella). Le gambe possono indebolirsi o manifestare una paralisi parziale. Possono manifestare ritenzione urinaria o perdita del controllo della vescica (incontinenza urinaria) o dell’intestino (incontinenza fecale). Possono avere problemi a camminare. I sintomi possono progredire nell’arco di alcune ore o giorni.
Diagnosi dell’ascesso epidurale spinale
Risonanza magnetica per immagini (RMI)
I medici possono sospettare un ascesso epidurale spinale se il soggetto manifesta un significativo mal di schiena inspiegabile, in particolare quando la colonna vertebrale è dolorabile al tatto, o quando presenta febbre o ha recentemente avuto un’infezione o un intervento odontoiatrico.
L’ascesso epidurale spinale è diagnosticato eseguendo una RMI. Se la RMI non è disponibile, si può ricorrere a una mielografia seguita da tomografia computerizzata (TC). Vengono prelevati dei campioni di sangue e, quando possibile, campioni delle aree infette che vengono inviati a un laboratorio per sottoporli a coltura in modo da identificare i batteri responsabili dell’ascesso. Spesso l’analisi di un campione di sangue rileva evidenze indicative di infezione, come una conta dei globuli bianchi elevata.
Trattamento dell’ascesso epidurale spinale
Antibiotici
Se gli ascessi comprimono il midollo spinale, drenaggio immediato
Gli ascessi epidurali devono essere trattati rapidamente per prevenire o ridurre i problemi.
Gli antibiotici possono essere sufficienti. Tuttavia, se gli ascessi comprimono il midollo spinale, causando debolezza o paralisi delle gambe, incontinenza o altri problemi gravi, vengono subito drenati chirurgicamente. Un campione di pus prelevato dall’ascesso viene inviato a un laboratorio per essere analizzato e sottoposto a coltura al fine di identificare i batteri responsabili.
Per trattare i batteri generalmente coinvolti vengono somministrati antibiotici senza attendere i referti degli esami. Non appena i referti si rendono disponibili, gli antibiotici vengono cambiati in base alle necessità.