Panoramica sulle infezioni da rickettsia

DiWilliam A. Petri, Jr, MD, PhD, University of Virginia School of Medicine
Revisionato/Rivisto gen 2024
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Le infezioni da rickettsia e le infezioni correlate (come anaplasmosi, ehrlichiosi e febbre Q) sono causate da un tipo insolito di batteri, che possono vivere soltanto all’interno delle cellule di un altro organismo.

  • La maggior parte di queste infezioni si diffonde attraverso zecche, acari, pulci o pidocchi.

  • Si sviluppano febbre, grave cefalea e solitamente eruzione cutanea, e i soggetti colpiti si sentono poco bene.

  • La diagnosi si basa sui sintomi e, per confermarla, i medici effettuano esami speciali che utilizzano un campione della pelle colpita da eruzione o di sangue.

  • Gli antibiotici si somministrano appena i medici sospettano una di queste infezioni.

Le rickettsie e i batteri correlati (simili alle rickettsie, quali i batteri dei generi Ehrlichia e Anaplasma e la specie Coxiella burnetii) sono un tipo insolito di batteri che causano diverse malattie simili, tra cui le seguenti:

Questi batteri differiscono dalla maggioranza degli altri batteri per il fatto di poter vivere e moltiplicarsi solo all’interno delle cellule di un altro organismo (ospite) e non possono sopravvivere da soli nell’ambiente.

Molte specie di questi batteri vivono in animali di piccola taglia (come ratti e topi), che sono appunto definiti come ospite. I bovini, gli ovini o i caprini sono gli ospiti di Coxiella burnetii, che causa la febbre Q. Gli esseri umani sono gli ospiti abituali di Rickettsia prowazekii, causa del tifo epidemico. Anche gli ospiti possono essere ammalati a causa dell’infezione, non sempre è così.

In genere le rickettsie e i batteri simili alle rickettsie si trasmettono attraverso punture di zecche, acari, pulci o pidocchi che si sono nutriti in precedenza su animali infetti. Le zecche, gli acari, le pulci e i pidocchi sono chiamati vettori perché diffondono (trasmettono) gli organismi che causano la malattia da un ospite a un altro. La febbre Q, causata da Coxiella burnetii, può essere trasmessa attraverso l’aria o gli alimenti e l’acqua contaminati, senza necessità di vettori.

Ogni specie di rickettsia e di batteri a essa simili dispone di ospiti e, solitamente, di vettori propri.

Alcuni di questi batteri (e alcune delle malattie da essi causate) sono presenti a livello mondiale, altri si trovano solamente in alcune aree geografiche.

Alcuni di questi batteri infettano le cellule dell’endotelio dei vasi di piccolo calibro, provocandone l’infiammazione o l’ostruzione o causando emorragia nel tessuto circostante. Altri batteri (dei generi Ehrlichia e Anaplasma) penetrano nei globuli bianchi.

La localizzazione dei danni e le modalità di risposta da parte dell’organismo determinano la sintomatologia.

Tabella
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Sintomi delle infezioni da rickettsia

Le diverse rickettsiosi tendono a provocare sintomi simili:

  • Febbre

  • Grave cefalea

  • Eruzione cutanea caratteristica

  • Sensazione diffusa di malattia (malessere)

Spesso, nella sede della puntura si forma una piaga ricoperta da una crosta nera (escara). Poiché l’eruzione spesso non compare per diversi giorni, inizialmente l’infezione da rickettsia viene spesso scambiata per una comune infezione virale, come l’influenza. I soggetti colpiti possono presentare gonfiore dei linfonodi (edema linfonodale).

Con l’evolvere dell’infezione, i soggetti normalmente avvertono stato confusionale e grave debolezza, spesso con tosse, difficoltà respiratoria e talvolta vomito.

Quando l’infezione è in stadio avanzato, possono svilupparsi gangrena, possibile ingrossamento di fegato o milza, la funzionalità dei reni può degenerare e la pressione arteriosa può scendere a livelli pericolosi (e causare shock). Può sopravvenire la morte.

Diagnosi delle infezioni da rickettsia

  • Valutazione medica

  • Analisi del sangue e biopsia dell’eruzione cutanea

Dato che le rickettsie e i batteri simili alle rickettsie vengono trasmessi da zecche, acari, pulci e pidocchi, i medici chiedono alla persona:

  • Se è stata punta da una zecca o un altro vettore

  • Se si è recata in una zona in cui queste infezioni sono comuni

La puntura di un insetto rappresenta un indizio utile, soprattutto nelle aree geografiche in cui l’infezione da rickettsia o un’infezione correlata è diffusa. Tuttavia, molti soggetti non ricordano di essere stati punti.

Se i medici sospettano la febbre Q, possono anche chiedere se il paziente si è recato presso/nelle vicinanze di una fattoria (poiché le mucche, le pecore e le capre sono ospiti dei batteri che causano questo tipo di infezione).

Anche la sintomatologia aiuta i medici a diagnosticare queste infezioni. I medici chiedono:

  • Quanto tempo è passato dal momento della puntura (se noto) alla comparsa dell’eruzione

  • Se sono presenti altri sintomi

L’esame obiettivo si esegue per stabilire quali parti del corpo sono state colpite e per esaminare l’aspetto dell’eruzione. I medici ricercano anche un’escara (una piaga coperta da una crosta nera) che il paziente potrebbe non aver notato e l’eventuale presenza di linfonodi ingrossati.

Esami

Di solito sono necessari degli esami per confermare la diagnosi. Spesso, i medici non sono in grado di confermare un’infezione dovuta a rickettsie o a batteri simili a rickettsie con rapidità perché questi batteri non possono essere individuati utilizzando le comuni analisi di laboratorio. Le analisi del sangue specifiche per questi batteri non sono sempre disponibili e richiedono un tempo di esecuzione talmente lungo che di solito il trattamento viene iniziato prima di riceverne i risultati. I medici decidono il trattamento basandosi sui sintomi accusati dal soggetto e sui potenziali rischi di esposizione.

Gli esami necessari includono:

  • Le analisi del sangue per la ricerca di anticorpi contro le rickettsie o i batteri simili alle rickettsie

  • In caso di eruzione cutanea, il prelievo di un piccolo campione della pelle interessata per l’analisi (biopsia)

Per facilitare la rilevazione e l’identificazione dei batteri, i medici utilizzano due tecniche:

  • Nei test di immunofluorescenza, le sostanze estranee prodotte dai batteri (antigeni) vengono marcate con un mezzo di contrasto fluorescente.

  • La tecnica della reazione a catena della polimerasi (Polymerase Chain Reaction, PCR) viene utilizzata per aumentare la quantità di DNA dei batteri, in modo da poterli rilevare più rapidamente.

Trattamento delle infezioni da rickettsia

  • Antibiotici

Gli antibiotici vengono solitamente avviati senza attendere i risultati degli esami. Il trattamento tempestivo delle infezioni da rickettsia può prevenire lo sviluppo di complicanze, ridurre il rischio di morte e accorciare i tempi di guarigione.

Le infezioni da rickettsia rispondono prontamente al trattamento tempestivo con antibiotici chiamati tetracicline (preferibilmente con doxiciclina), che vengono somministrati per via orale, a meno che i pazienti non siano gravi. In tal caso, gli antibiotici vengono somministrati per via endovenosa.

Sebbene alcune tetracicline assunte per più di 10 giorni possano causare pigmentazione dei denti nei bambini di età inferiore agli 8 anni, un breve ciclo (da 5 a 10 giorni) di doxiciclina per la rickettsia nei bambini di qualsiasi età è raccomandato dall’American Academy of Pediatrics e da altri esperti e può essere utilizzato senza causare la pigmentazione o l’indebolimento dello smalto dei denti (vedere anche Centers for Disease Control and Prevention (CDC): Research on doxycycline stainings [CDC: ricerca sulla doxociclina e la pigmentazione dei denti).

Dopo il trattamento, la maggior parte dei soggetti con infezione lieve migliora sensibilmente in 1 o 2 giorni e la febbre di solito scompare in 2-3 giorni. I pazienti devono continuare la terapia antibiotica per almeno una settimana, o anche più se la febbre persiste. Quando il trattamento inizia tardivamente, il miglioramento è più lento e la febbre dura più a lungo. Se l’infezione non viene curata o se il trattamento viene somministrato con eccessivo ritardo, i soggetti possono morire, specialmente se affetti da tifo epidemico, tifo fluviale giapponese o febbre purpurica delle Montagne Rocciose.

La ciprofloxacina e altri antibiotici simili possono essere utilizzati per trattare la febbre bottonosa del Mediterraneo, ma non sono solitamente utilizzati per curare altre infezioni da rickettsia o infezioni correlate.