Malattia di Alzheimer

(Malattia di Alzheimer)

DiJuebin Huang, MD, PhD, Department of Neurology, University of Mississippi Medical Center
Revisionato/Rivisto feb 2023
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I fatti in Breve

La malattia di Alzheimer è una perdita progressiva della funzione mentale, caratterizzata dalla degenerazione del tessuto cerebrale, con perdita di cellule nervose, accumulo di una proteina anomala chiamata beta-amiloide e sviluppo di intrecci neurofibrillari.

  • Un segno precoce è dimenticare eventi recenti, seguito da un aumento di confusione, alterazione delle altre funzioni mentali, problemi a usare e a capire il linguaggio e a svolgere le attività quotidiane.

  • Progrediscono in modo tale che le persone non riescono più a svolgere le attività e diventano completamente dipendenti dagli altri.

  • Il medico basa la diagnosi sui sintomi e sui riscontri dell’esame obiettivo, sugli esami dello stato mentale, su quelli del sangue e sulla diagnostica per immagini.

  • Il trattamento prevede strategie per prolungare il più possibile le capacità funzionali e può includere farmaci che possono rallentare la progressione della malattia.

  • Non è possibile prevedere quanto vivrà la persona, ma il decesso avviene in media circa 7 anni dopo la diagnosi.

(Vedere anche Panoramica su delirio e demenza e Demenza.)

La malattia di Alzheimer è un tipo di demenza, un lento e progressivo declino della funzione mentale che include memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento.

Nel 60-80% delle persone anziane che soffrono di demenza, la causa è la malattia di Alzheimer. È molto rara prima dei 65 anni. Diventa più frequente con l’avanzare dell’età. Negli Stati Uniti, si stima che il 10% delle persone di età pari o superiore a 65 anni abbia la malattia di Alzheimer. La percentuale di persone con malattia di Alzheimer aumenta con l’aumentare dell’età:

  • Età compresa tra 65 e 74 anni: 3%

  • Età compresa tra 75 e 84 anni: 17%

  • Età pari o superiore a 85 anni: 32%

La malattia di Alzheimer colpisce più donne che uomini, in parte perché le donne vivono più a lungo. Si prevede che il numero di persone affette dalla malattia di Alzheimer aumenti in modo considerevole man mano che aumenta la percentuale di persone anziane.

Cause della malattia di Alzheimer

Le cause della malattia di Alzheimer non sono note, ma il fattore genetico svolge un ruolo importante: circa il 5-15% dei casi ha carattere ereditario. Possono essere implicate diverse anomalie genetiche specifiche. Alcune di queste possono essere ereditate quando un solo genitore possiede il gene anomalo. Vale a dire il gene anomalo è dominante. Un genitore colpito ha il 50% delle probabilità di trasmettere il gene anomalo a ogni figlio. Circa la metà di questi figli sviluppa la malattia di Alzheimer prima dei 65 anni.

Nella maggior parte degli altri casi, un singolo gene non è dominante. Al contrario, altri geni influiscono sul rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Un’alterazione genetica interessa l’apolipoproteina E (apo E), componente proteica di alcune lipoproteine che trasportano il colesterolo in circolo. Vi sono tre tipi di apo E:

  • Epsilon-4: gli individui con il tipo epsilon-4 sviluppano la malattia di Alzheimer più frequentemente e precocemente rispetto agli altri.

  • Epsilon-2: quelli con il tipo epsilon-2 sembrano invece immuni alla malattia di Alzheimer.

  • Epsilon-3: i soggetti con il tipo epsilon-3 non sono né protetti né tendenti a sviluppare tale patologia.

Tuttavia, i test genetici per l’apo E non rivelano se una persona specifica svilupperà la malattia di Alzheimer. Pertanto, tale indagine non viene raccomandata di routine.

I fattori di rischio, come pressione arteriosa elevata, diabete, alti livelli di colesterolo e fumo, possono aumentare il rischio di malattia di Alzheimer. Il trattamento di questi fattori di rischio già verso la mezza età può ridurre il rischio di declino mentale in età avanzata.

Cambiamenti cerebrali

Nella malattia di Alzheimer, alcune parti del cervello degenerano, distruggendo le cellule nervose e riducendo la reattività delle altre nei confronti di molti dei messaggeri chimici che trasmettono i segnali tra le cellule nervose nel cervello (neurotrasmettitori). Il livello di acetilcolina, un neurotrasmettitore che aiuta con la memoria, l’apprendimento e la concentrazione, è basso.

La malattia di Alzheimer causa lo sviluppo delle seguenti anomalie nel tessuto cerebrale:

  • Depositi di beta-amiloide: accumulo di beta-amiloide (una proteina anomala e insolubile) che deriva dall’incapacità delle cellule di metabolizzarla e rimuoverla

  • Placche neuritiche (senili): addensamenti di cellule nervose morte intorno a un nucleo di beta-amiloide

  • Intrecci neurofibrillari: filamenti arrotolati di proteine insolubili nella cellula nervosa

  • Alti livelli di tau: una proteina anomala che è un componente di intrecci neurofibrillari e beta-amiloidi

Queste anomalie si sviluppano con l’età, fino a un certo grado, in tutte le persone, ma sono molto più frequenti in quelle affette dalla malattia di Alzheimer. I medici non sono sicuri se le anomalie nel tessuto cerebrale causano la malattia di Alzheimer o se risultano da altri problemi che causano sia la demenza sia le anomalie nel tessuto cerebrale.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che proteine anomale nella malattia di Alzheimer (beta amiloide e tau) sembrano le proteine anomali nelle malattie dei prioni. Non sono infatti ripiegate correttamente e provocano un ripiegamento errato di altre proteine, facendo progredire la malattia.

Anche l’infiammazione può contribuire allo sviluppo della malattia di Alzheimer. L’infiammazione è stata osservata nel cervello dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer.

Sapevate che...

  • Con l’invecchiamento, in tutte le persone possono svilupparsi alcune anomalie cerebrali caratteristiche della malattia di Alzheimer.

Sintomi della malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer provoca molti degli stessi sintomi di altre demenze, come i seguenti:

  • Perdita di memoria

  • Problemi a utilizzare il linguaggio

  • Disturbi della personalità

  • Disorientamento

  • Problemi a svolgere le attività quotidiane normali

  • Comportamento distruttivo o inadatto

Tuttavia, la malattia di Alzheimer differisce anche dalle altre demenze. Per esempio, la memoria recente viene normalmente colpita più pesantemente di altre funzioni mentali.

Anche se l’insorgenza dei sintomi varia, il fatto di classificarli in precoci, intermedi o tardivi aiuta le persone malate, i loro familiari e gli assistenti ad avere un’idea di cosa aspettarsi. I cambiamenti di personalità e i comportamenti distruttivi (disturbi comportamentali) possono svilupparsi precocemente o tardivamente nella malattia di Alzheimer.

Malattia di Alzheimer allo stadio iniziale

I sintomi si sviluppano gradatamente, quindi per un certo periodo, molte persone continuano ad avere gli stessi interessi che avevano prima dell’insorgenza della malattia di Alzheimer.

I sintomi di solito insorgono in modo quasi impercettibile. Le persone che sviluppano la malattia in età lavorativa possono incontrare difficoltà nelle loro attività. Nei pensionati e negli individui poco attivi i cambiamenti sono meno evidenti.

Il primo sintomo più evidente può essere

  • La dimenticanza di eventi recenti perché è difficile formare un nuovo ricordo

  • Talvolta cambiamenti della personalità (le persone possono diventare emotivamente meno reattive, depresse o insolitamente timorose o ansiose)

Nella fase precoce della malattia, chi ne è affetto diventa meno in grado di utilizzare il buon senso e di pensare in modo astratto. Gli schemi di linguaggio possono cambiare leggermente. Le persone possono usare parole più semplici, una parola generale o diverse parole invece di una parola specifica, oppure utilizzare le parole incorrettamente. Possono non essere in grado di trovare la parola giusta.

Le persone che soffrono della malattia di Alzheimer hanno difficoltà a interpretare i segnali audio e video. Possono quindi diventare disorientate e confuse. Questo disorientamento può rendere difficile la guida dell’auto. Possono perdersi, per esempio, durante il tragitto verso un negozio. Possono essere socialmente attive, ma comportarsi in modo insolito. Per esempio, possono dimenticare il nome di qualcuno che ha fatto loro visita di recente e il loro stato emotivo può cambiare in modo imprevisto e improvviso.

Molte persone con la malattia di Alzheimer soffrono spesso di insonnia. Hanno difficoltà ad addormentarsi o a rimanere addormentate. Alcune confondono il giorno e la notte.

In molte persone che soffrono della malattia di Alzheimer, ad un certo punto si sviluppa un comportamento psicotico (allucinazioni, vaneggiamenti o paranoia).

Malattia di Alzheimer in stadio più avanzato

Man mano che la malattia di Alzheimer progredisce, subentra la difficoltà a ricordare eventi passati. I soggetti iniziano a dimenticare i nomi di amici e familiari. Può essere necessaria assistenza per mangiare, vestirsi, lavarsi o andare in bagno. Si perde qualsiasi orientamento spazio-temporale: le persone con malattia di Alzheimer possono perfino perdersi in casa, mentre vanno al bagno. Lo stato confusionale sempre maggiore implica il rischio di vagabondaggio e cadute.

Un comportamento distruttivo o inadatto, come vagabondaggio, agitazione, irritabilità, ostilità e aggressione fisica, è comune.

Alla fine, le persone con la malattia di Alzheimer non sono più in grado di camminare o di prendersi cura di sé stesse. Possono andare incontro a incontinenza e non essere più in grado di deglutire, mangiare o parlare. Tali variazioni mettono questi pazienti a rischio di denutrizione, polmonite e piaghe da decubito. Si verifica una forma di amnesia totale.

Infine, si va incontro a coma e morte, spesso in seguito a infezioni.

Disturbi del comportamento nella malattia di Alzheimer

Dal momento che costoro sono meno in grado di controllare il loro comportamento, a volte agiscono in modo inappropriato o distruttivo (ad esempio, gridando, lanciando gli oggetti, picchiando o vagabondando). Queste azioni sono chiamate disturbi comportamentali.

Vari effetti della malattia di Alzheimer contribuiscono a questo comportamento:

  • Dal momento che i soggetti affetti da malattia di Alzheimer hanno dimenticato le regole di un comportamento corretto, possono agire in modo inappropriato a livello sociale. Se hanno caldo, possono spogliarsi in pubblico. Quando hanno impulsi sessuali, possono masturbarsi in pubblico, utilizzare un linguaggio volgare oppure osceno, oppure fare richieste sessuali.

  • Dal momento che hanno difficoltà a capire ciò che vedono e sentono, possono fraintendere un’offerta di aiuto, interpretandola come una minaccia o diventando aggressive. Ad esempio, quando qualcuno cerca di aiutarle a svestirsi, possono interpretarlo come un attacco e cercare di proteggersi, a volte picchiando.

  • Dal momento che la loro memoria a breve termine risulta danneggiata, non sono in grado di ricordare ciò che è stato detto loro o le azioni che hanno commesso. Ripetono domande e discorsi, chiedono costantemente attenzione o pretendono cose (come i pasti) che hanno già ricevuto. Possono diventare agitate e infastidite quando non ottengono quello che chiedono.

  • Dal momento che non sono in grado di esprimere chiaramente o non possono esprimere affatto le proprie esigenze, possono iniziare a urlare o vaneggiare quando si sentono sole o spaventate. Quando non riescono a dormire, possono vagabondare, gridare o chiamare a voce alta.

Se un comportamento particolare è considerato distruttivo dipende da molti fattori, inclusi la tolleranza dell’assistente e il tipo di situazione che sta vivendo la persona che soffre di malattia di Alzheimer.

Progressione della malattia di Alzheimer

La progressione della malattia è imprevedibile. Le persone vivono in media circa 7 anni dopo che è stata fatta la diagnosi. La maggior parte degli individui con malattia di Alzheimer che non è più in grado di camminare non sopravvive oltre i 6 mesi. Tuttavia il tempo di sopravvivenza varia notevolmente.

Diagnosi della malattia di Alzheimer

  • Valutazione medica

  • Esame dello stato mentale

  • Di solito analisi del sangue e diagnostica per immagini per escludere altre cause

La diagnosi della malattia di Alzheimer è simile a quella di altre demenze.

Il medico deve stabilire se una persona soffra di demenza e, in tal caso, se la demenza sia malattia di Alzheimer.

Il medico diagnostica solitamente la malattia di Alzheimer sulla base di:

  • Sintomi, che vengono identificati facendo domande alla persona, ai familiari o agli assistenti

  • Risultati di un esame obiettivo

  • Risultati di un esame dello stato mentale

  • Risultati di esami supplementari, come esami del sangue, tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica per immagini (RMI)

Diagnosi di demenza

L’esame dello stato mentale, che consta di semplici domande e compiti da svolgere, aiuta i medici a stabilire se il paziente soffra di demenza.

Talvolta è necessario un test neuropsicologico, che è più dettagliato. Questo esame valuta tutte le principali aree relative alla funzione mentale, compreso l’umore, e solitamente dura 1-3 ore. Inoltre, aiuta i medici a distinguere la demenza da altre patologie con sintomi simili, come la compromissione della memoria associata all’età, il deficit cognitivo lieve e la depressione.

Tutte queste informazioni aiutano di solito i medici a escludere il delirio come causa dei sintomi (vedere la tabella Confronto tra delirio e demenza). Ciò è essenziale perché il delirio, a differenza della demenza, può spesso regredire se trattato prontamente. Le differenze tra le due patologie includono i seguenti aspetti:

  • La demenza colpisce principalmente la memoria, mentre il delirio interessa principalmente l’attenzione.

  • La demenza inizia solitamente gradualmente e non ha un punto di inizio definito. Il delirio compare improvvisamente e spesso ha un punto di inizio.

Diagnosi della malattia di Alzheimer

La malattia di Alzheimer viene sospettata quando sono presenti le seguenti situazioni:

  • È confermata una diagnosi di demenza.

  • Solitamente il sintomo più evidente, in particolare all’inizio, è quello di dimenticare gli eventi recenti o di non essere in grado di formare nuovi ricordi.

  • La memoria e le alte funzioni mentali si sono deteriorate gradualmente e continuano a deteriorarsi.

  • La demenza inizia dopo i 40 anni e di solito dopo i 65.

  • I medici hanno escluso altre patologie cerebrali (come un tumore cerebrale o un ictus) che potrebbero essere la causa dei problemi.

Alcuni sintomi possono aiutare i medici a distinguere la malattia di Alzheimer da altre demenze. Per esempio, le allucinazioni visive (vedere cose o persone che non esistono) sono più comuni e si verificano prima nella demenza da corpi di Lewy che nella malattia di Alzheimer. Inoltre, chi soffre di malattia di Alzheimer ha spesso un aspetto più curato ed elegante di altre persone che soffrono di demenza.

Le informazioni provenienti da esami supplementari aiutano i medici a porre la diagnosi di malattia di Alzheimer e a escludere altri tipi e cause di demenza.

L’analisi del liquido cerebrospinale (LCS), ottenuta mediante una puntura lombare, e la tomografia ad emissione di positroni (positron emission tomography, PET) possono essere usate per aiutare a diagnosticare la malattia di Alzheimer. Se l’analisi dell’LCS rileva un basso livello di beta-amiloidi e se la PET mostra depositi di amiloidi o di tau nel cervello, la diagnosi è probabilmente malattia di Alzheimer. Questi test non sono tuttavia sempre disponibili.

La diagnosi della malattia di Alzheimer può essere confermata solo con il prelievo di un campione di tessuto cerebrale (dopo il decesso, durante un’autopsia) esaminato al microscopio. Inoltre, la caratteristica perdita di cellule nervose, gli intrecci neurofibrillari e le placche neuritiche contenenti beta-amiloide sono osservabili in tutto il cervello, in particolar modo nel lobo temporale che è coinvolto nella formazione di nuovi ricordi.

Trattamento della malattia di Alzheimer

  • Misure di sicurezza e di sostegno

  • Farmaci che possono migliorare la funzione mentale

Il trattamento della malattia di Alzheimer implica misure generali per fornire sicurezza e sostegno, come per tutte le demenze. Alcuni farmaci possono inoltre essere utili per qualche tempo. La persona che soffre di malattia di Alzheimer, i familiari, altri assistenti e gli operatori sanitari implicati devono discutere e decidere la migliore strategia per il particolare paziente.

Vengono trattati il dolore o altri disturbi o problemi di salute (come un’infezione delle vie urinarie o la stipsi). Questo trattamento può aiutare a mantenere le capacità funzionali nelle persone che soffrono di demenza.

Misure di sicurezza e di sostegno

Creare un ambiente sicuro e di supporto può aiutare molto.

Generalmente l’ambiente dovrebbe essere luminoso, allegro, sicuro, stabile e concepito per aiutare l’orientamento. Un qualche stimolo, come una radio o la televisione, aiuta, ma vanno evitati stimoli eccessivi.

La struttura e le abitudini aiutano chi soffre di malattia di Alzheimer a orientarsi, conferendogli un senso di sicurezza e stabilità. Qualsiasi cambiamento nell’ambiente, nelle abitudini o negli assistenti deve essere spiegato in modo chiaro e semplice.

Seguire un programma di attività quotidiane, come lavarsi, mangiare e dormire aiuta chi soffre di malattia di Alzheimer a ricordare. Una routine regolare al momento di coricarsi può aiutarle a dormire meglio.

Attività programmate in modo regolare possono contribuire a farle sentire indipendenti e necessarie, rivolgendo l’attenzione verso compiti utili o piacevoli, che dovrebbero includere attività fisiche e mentali. Quando si aggrava la demenza, le attività devono essere suddivise in piccole parti o semplificate.

Creare un ambiente adatto per le persone con demenza

Le persone con demenza traggono beneficio da un ambiente:

  • Sicuro: di solito sono necessarie misure di sicurezza ulteriori. Per esempio, si possono utilizzare cartelli di grandi dimensioni con accorgimenti per la sicurezza della persona (come “ricordati di spegnere i fornelli”) o possono essere installati dei timer sulla cucina o altri apparecchi elettrici. Nascondere le chiavi dell’auto può prevenire gli incidenti e porre rilevatori sulle porte può evitare il vagabondaggio. Se il vagabondaggio è un problema, è utile indossare un braccialetto o una collana di identificazione.

  • Familiare: le persone con demenza solitamente hanno meno difficoltà in un ambiente familiare. Il trasferimento in una casa o città nuova, la ristrutturazione dei mobili e perfino ridipingere le pareti può avere un effetto dirompente.

  • Stabile: stabilire una regolare procedura sistematica per lavarsi, alimentarsi, dormire e altre attività può fornire alle persone con demenza un senso di stabilità. Inoltre, può essere utile un contatto regolare con le stesse persone.

  • Pianificato per aiutare l’orientamento: un grande calendario, un orologio con grandi numeri, una radio, stanze ben illuminate e una luce notturna possono favorire l’orientamento. Inoltre, i familiari o gli assistenti possono esprimere frequenti osservazioni per ricordare alle persone che soffrono di demenza dove si trovano e cosa stanno facendo.

Farmaci

Gli inibitori della colinesterasi donepezil, galantamina e rivastigmina aumentano il livello di acetilcolina nel cervello. (L’acetilcolina è un neurotrasmettitore che aiuta con la memoria, l’apprendimento e la concentrazione.) Tale livello può essere basso nei soggetti con malattia di Alzheimer. Questi farmaci possono migliorare temporaneamente la funzione mentale, inclusa la memoria, ma non rallentano la progressione della malattia. Solo alcune delle persone affette da malattia di Alzheimer ottengono benefici da tali farmaci. In questi pazienti, i farmaci possono effettivamente ripristinare la condizione presente 6-9 mesi prima. Sono molto efficaci nei pazienti con malattia di grado da lieve a moderato. Gli effetti collaterali più comuni comprendono nausea, vomito, perdita di peso e dolore o crampi addominali.

La memantina sembra aiutare ad alleviare i sintomi di entità da moderata a grave della malattia di Alzheimer. Può essere utilizzata con un inibitore della colinesterasi.

Aducanumab è un farmaco più recente che può essere utilizzato per trattare la malattia di Alzheimer. Viene iniettato per via sottocutanea una volta al mese. Aducanumab è un anticorpo monoclonale progettato per attaccare la beta-amiloide (una proteina anomala) che si accumula nel cervello dei soggetti con malattia di Alzheimer. Gli studi hanno dimostrato che aducanumab può ridurre il numero di placche di beta-amiloide nel cervello. Pertanto, alcuni esperti prevedono che aducanumab potrebbe in futuro dimostrare di rallentare la progressione della malattia di Alzheimer. Tuttavia, altri esperti hanno affermato che sono necessarie più evidenze per dimostrare che aducanumab riduce i sintomi e rallenta la progressione della malattia di Alzheimer.

Inoltre, aducanumab ha effetti collaterali. Può provocare gonfiore e sanguinamento cerebrale, rilevati mediante risonanza magnetica per immagini (RMI). Nella maggior parte dei soggetti, queste anomalie sono di portata ridotta e non causano sintomi, ma alcuni soggetti presentano gravi sintomi, come confusione, disorientamento, difficoltà di deambulazione, perdita di equilibrio, offuscamento della vista, cefalea, nausea e cadute.

I ricercatori continuano a studiare altri farmaci che possono prevenire o rallentare la progressione della malattia di Alzheimer. Sono state studiate terapie a base di estrogeni per le donne, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, come ibuprofene o naprossene) e ginkgo biloba. Ma di nessuno è stata provata l’efficacia continuativa. Inoltre, gli estrogeni sembrano fare più male che bene.

La vitamina E è un antiossidante che teoricamente potrebbe contribuire a proteggere le cellule nervose dal danno e migliorarne il funzionamento. Non è chiaro se la vitamina E sia utile.

Prima che le persone assumano integratori alimentari, devono discuterne i rischi e benefici con il medico.

Supporto per gli assistenti

L’assistenza ai pazienti che soffrono di malattia di Alzheimer è stressante e impegnativa e gli assistenti possono divenire depressi ed esauriti, spesso trascurando la propria salute mentale e fisica. Le seguenti procedure possono essere d’aiuto per gli assistenti:

  • Apprendere come soddisfare appieno le necessità delle persone con malattia di Alzheimer e cosa ci si deve aspettare da loro: gli assistenti possono ottenere queste informazioni da infermieri, assistenti sociali, organizzazioni e materiale stampato e disponibile online.

  • Cercare aiuto quando necessario: gli assistenti possono rivolgersi agli assistenti sociali (compresi quelli dell’ospedale locale) per informazioni su come ottenere aiuto, ad esempio tramite programmi di assistenza diurna, visite infermieristiche domiciliari, assistenza nelle faccende domestiche part-time o a tempo pieno e assistenza a domicilio. Consulenza e gruppi di supporto possono anch’essi essere d’aiuto.

  • Attenzione verso sé stessi: gli assistenti devono ricordare di prendersi cura di sé stessi. Non devono rinunciare ad amici, hobby e attività.

Supporto per gli assistenti

L’assistenza ai pazienti che soffrono di demenza è stressante e impegnativa e gli assistenti possono divenire depressi ed esauriti, spesso trascurando la propria salute mentale e fisica.

Le seguenti procedure possono essere d’aiuto per gli assistenti:

  • Apprendere come soddisfare appieno le necessità delle persone con demenza e cosa ci si deve aspettare da loro: per esempio, occorre sapere che rimproverarli quando commettono errori o non ricordano qualcosa può solamente peggiorare il loro comportamento. Tale consapevolezza previene un’inutile angoscia. Gli assistenti possono anche imparare a reagire al comportamento distruttivo e quindi calmare più rapidamente la persona, oltre a prevenire tale comportamento distruttivo.

    Le informazioni su cosa fare nella quotidianità possono essere ottenute da infermieri, assistenti sociali e organizzazioni, così come da materiale pubblicato e disponibile online.

  • Cercare aiuto quando necessario: è spesso possibile trovare sollievo dall’assistenza continua a una persona che soffre di demenza, a seconda del comportamento specifico, delle capacità della persona e delle risorse familiari e sociali. Enti sociali, incluso il servizio sociale dell’ospedale, possono essere d’aiuto nel localizzare risorse assistenziali appropriate.

    Le possibilità comprendono programmi di assistenza diurna, visite infermieristiche domiciliari, assistenza part-time o a tempo pieno per le pulizie e assistenza a domicilio. Possono inoltre essere disponibili servizi di trasporto o di fornitura di pasti. L’assistenza a tempo pieno può rivelarsi molto costosa, ma diverse assicurazioni coprono parte del costo.

    Gli assistenti possono trarre beneficio da consulenze psicologiche e dai gruppi di sostegno.

  • Attenzione verso sé stessi: gli assistenti devono ricordare di prendersi cura di sé stessi. Per esempio, praticare attività fisica può migliorare l’umore, così come la salute. Amici, hobby e altre attività non devono essere abbandonati.

Assistenza a lungo termine

Poiché la malattia di Alzheimer progredisce, è essenziale pianificare il futuro. Molto prima che una persona che soffre di malattia di Alzheimer debba essere trasferita in un ambiente di maggior sostegno e più strutturato, i familiari devono pianificare questo trasferimento e valutare le opzioni per un’assistenza a lungo termine. Questo programma prevede solitamente il coinvolgimento di un medico, un assistente sociale, infermieri e un avvocato, ma sono i familiari ad assumersi le responsabilità maggiori.

La decisione di trasferire il paziente che soffre di malattia di Alzheimer in un ambiente di maggior sostegno si fonda sull’equilibrio tra la necessità di mantenere la sicurezza e il desiderio di conservare nella persona un senso di indipendenza il più a lungo possibile.

Alcune strutture di assistenza a lungo termine sono specializzate nella cura delle persone con malattia di Alzheimer. Il personale è formato per capire come pensano e agiscono le persone che soffrono di malattia di Alzheimer e per sapere come reagire. Queste strutture hanno delle routine che fanno sentire i pazienti sicuri e offrono delle attività adatte che li aiutano a sentirsi produttivi e coinvolti nella vita. La maggior parte delle strutture possiede sistemi di sicurezza adatti. È importante trovare una struttura in possesso delle caratteristiche di sicurezza opportune.

Problematiche della fase terminale

Prima che peggiorino troppo, sarebbe opportuno che le persone affette da malattia di Alzheimer prendessero decisioni relative all’assistenza medica e a questioni economiche e legali. Queste decisioni si chiamano dichiarazioni anticipate di trattamento. Gli interessati devono nominare una persona che sia legalmente autorizzata a prendere le decisioni riguardanti il trattamento al loro posto (delegato sanitario) e devono parlare con questa persona e con i medici dei loro desideri in termini di cure sanitarie (vedere Questioni etiche e legali). Queste problematiche sono trattate in modo più approfondito con gli interessati molto prima che sia necessario prendere delle decisioni.

Col progredire della malattia di Alzheimer, il trattamento è volto al mantenimento del benessere del paziente, piuttosto che al tentativo di prolungargli la vita.

Prevenzione della malattia di Alzheimer

Alcune ricerche suggeriscono certe misure che possono aiutare a prevenire la malattia di Alzheimer:

  • Tenersi mentalmente attivi: le persone vengono incoraggiate a continuare le attività che fanno lavorare la mente, come imparare nuove abilità, fare i cruciverba e leggere il giornale. Queste attività possono favorire la crescita di nuove connessioni (sinapsi) fra le cellule nervose e quindi ritardare la demenza.

  • Attività fisica: l’attività fisica aiuta la funzione cardiaca e, per motivi non noti, può contribuire a migliorare la funzione cerebrale.

  • Controllare la pressione alta: l’ipertensione arteriosa può danneggiare i vasi sanguigni che trasportano il sangue al cervello e quindi ridurre l’afflusso di ossigeno al cervello, interrompendo possibilmente le connessioni fra le cellule nervose.

  • Controllo dei livelli di glicemia: una glicemia elevata aumenta il rischio di sviluppare prediabete (livelli di glucosio nel sangue troppo elevati per essere considerati normali, ma non abbastanza alti da essere classificati come diabete) e diabete, che incrementa il rischio di malattia di Alzheimer.

  • Controllare i livelli di colesterolo: alcune evidenze suggeriscono un possibile collegamento tra alti livelli di colesterolo e lo sviluppo della malattia di Alzheimer. È possibile quindi trarre beneficio da una dieta a basso contenuto di grassi saturi e, se necessario, da farmaci (come le statine) per abbassare il colesterolo e altri grassi (lipidi).

  • Consumare alcol in quantità moderata: in quantità moderate (non più di 3 bicchieri al giorno), l’alcol può aiutare ad abbassare il colesterolo e a mantenere il flusso sanguigno. Può persino aiutare con il pensiero e la memoria, stimolando il rilascio di acetilcolina e causando altri cambiamenti nelle cellule nervose del cervello. Tuttavia, non esistono prove convincenti a sostegno del fatto che le persone che non consumano alcol debbano iniziare a bere per prevenire la malattia di Alzheimer. Quando si sviluppa la demenza, la soluzione migliore è solitamente l’astensione dal consumo di alcol, perché può peggiorare i sintomi della demenza.

Ulteriori informazioni

Di seguito si riportano alcune risorse in lingua inglese che possono essere utili. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di tali risorse.

  1. Alzheimer's Association: informazioni sulla malattia di Alzheimer, inclusi dati statistici, cause, fattori di rischio e sintomi. Offre inoltre risorse di sostegno, comprese informazioni relative all’assistenza quotidiana dei soggetti con malattia di Alzheimer, assistenza per i caregiver e gruppi di supporto.

  2. The Alzheimer's Society: una guida sulla demenza (tra cui cinque cose importanti da sapere), una guida per i caregiver e informazioni sui tipi di demenza, i sintomi, la diagnosi, i trattamenti, i fattori di rischio e la prevenzione.

  3. Alzheimer’s Disease Information Page dell’Institute of Neurological Disorders and Stroke: informazioni riguardanti il trattamento, la prognosi e le sperimentazioni cliniche disponibili, oltre a collegamenti ad altre organizzazioni che si occupano della malattia di Alzheimer.