Religiosità e spiritualità sono concetti simili, ma non identici. La religiosità è spesso vista in un senso più istituzionale, strutturato e che comprende attività, rituali e pratiche più tradizionali. La spiritualità si riferisce a ciò che è intangibile e immateriale, e quindi ha un'accezione più generale, non in riferimento a un particolare gruppo o organizzazione. Essa fa riferimento a sentimenti, pensieri, esperienze e comportamenti legati all'anima o alla ricerca del sacro.
La religione in senso tradizionale implica obblighi e responsabilità; la spiritualità ha in sé meno vincoli. Le persone possono respingere la religione tradizionale, ma interessarsi alla spiritualità. Negli Stati Uniti, il 18% degli adulti ≥ 65 anni è religiosamente non affiliato, ma circa il 27% di tutti gli adulti è religiosamente non affiliato (1). La maggior parte delle ricerche valuta la religiosità, non la spiritualità, usando misure come la partecipazione a funzioni religiose, la frequenza di pratiche religiose private, l'utilizzo di meccanismi religiosi di coping (p. es., pregare, avere fede in Dio, affidare i problemi a Dio, ricevere supporto dal clero) e la religiosità intrinseca (impegno religioso interiorizzato).
Per la maggior parte degli anziani negli Stati Uniti, la religione svolge un ruolo essenziale nella vita, con almeno la metà di essi che partecipano ai servizi religiosi come minimo settimanalmente.
Il livello di partecipazione religiosa negli anziani è maggiore rispetto ad altre fasce d'età. Per gli anziani, la comunità religiosa è la più ampia fonte di supporto sociale al di fuori della famiglia e il coinvolgimento in organizzazioni religiose è il tipo di attività sociale volontaria più frequente, anche di tutte le altre forme di attività sociali volontarie.
Benefici della religione e della spiritualità
La religione è correlata a un miglioramento della salute fisica e mentale, e le persone religiose possono proporre che l'intervento di Dio facilita questi benefici. Tuttavia, gli esperti non riescono a determinare se la partecipazione a comunità religiose contribuisca positivamente alla salute o se le persone sane psicologicamente o fisicamente siano attratte dai gruppi religiosi. Non sono chiare le ragioni, che siano le credenze stesse o altri fattori, per cui si ritiene che la religiosità sia utile. Molti fattori di questo genere (p. es., benefici psicologici, incoraggiamento di pratiche salutari, sostegno sociale da parte della comunità religiosa) sono stati proposti.
Benefici psicologici
La religione può fornire i seguenti vantaggi psicologici:
Un atteggiamento positivo e pieno di speranza verso la vita e la malattia, che predice risultati di salute migliori e tassi di mortalità inferiori.
Un senso di significato e scopo nella vita, che influisce sui comportamenti legati alla salute e sulle relazioni sociali e familiari.
Una maggiore capacità di affrontare malattie e disabilità
Molti anziani riferiscono che la religione è il fattore più importante che consente loro di affrontare i problemi di salute fisica e lo stress della vita (p. es., diminuzione delle risorse finanziarie, perdita del coniuge o del partner). Le persone che usano meccanismi di adattamento basati sulla religione sviluppano in modo meno frequente depressione e ansia, rispetto a quelli che non lo fanno; questa associazione inversa è più rilevante tra le persone con maggiore invalidità fisica. Una revisione sistematica e una meta-analisi del 2022 hanno documentato chiare associazioni tra pratiche religiose e spirituali e tassi più bassi di depressione e ansia tra gli anziani. Inoltre, le persone che erano molto religiose riferivano un migliore benessere psicologico, una maggiore soddisfazione per la vita e migliori relazioni sociali rispetto a coloro che non praticavano la religione o la spiritualità (2). Le persone religiose, inoltre, tendono a riprendersi dalla depressione più rapidamente. Anche la percezione dell'invalidità appare alterata dal grado di religiosità. Nelle donne anziane con fratture dell'anca, le più religiose avevano i tassi di depressione più bassi ed erano in grado di camminare significativamente più a lungo al momento della dimissione dall'ospedale rispetto a quelle meno religiose.
Attività che promuovono la salute
Negli anziani, il coinvolgimento attivo in una comunità religiosa è correlato a un miglior funzionamento del fisico e a un migliore stato di salute. Alcuni gruppi religiosi (p. es., mormoni, Avventisti del Settimo Giorno), promuovono comportamenti che migliorano la salute, come p. es., l'evitare il tabacco e l'uso eccessivo di alcol. I membri di questi gruppi sono meno inclini a sviluppare disturbi correlati alle sostanze e vivono più a lungo rispetto alla popolazione generale.
Benefici sociali
Le credenze e la pratica religiosa spesso favoriscono lo sviluppo della comunità e della rete di supporto sociale. Un maggiore contatto sociale per gli anziani aumenta la probabilità che le malattie vengano individuate precocemente e che le persone anziane aderiscano ai regimi terapeutici, poiché i membri della loro comunità interagiscono con loro e pongono domande sulla loro salute e sull'assistenza medica. Gli anziani che hanno tali reti di contatti nella comunità hanno meno probabilità di trascurarsi.
Caregiver
La fede religiosa è anche di beneficio per i caregiver. Molti studi hanno dimostrato che il sentimento religioso facilita l'affrontare i problemi ed è associato a benefici per la salute mentale dei caregiver di anziani con demenza, cancro o altre condizioni gravi e/o terminali.
Riferimenti
1. PRRI. 2023 PRRI Census of American Religion: County-Level Data on Religious Identity and Diversity. Accessed November 26, 2024.
2. Coelho-Júnior HJ, Calvani R, Panza F, et al. Religiosity/spirituality and mental health in older adults: A systematic review and meta-analysis of observational studies. Front Med (Lausanne). 9:877213, 2022. doi: 10.3389/fmed.2022.877213
Effetti nocivi della religione e della spiritualità
La religione non è sempre fonte di benefici per l'anziano. La devozione religiosa può essere causa di un eccessivo senso di colpa, di inflessibilità e ansia. Le preoccupazioni e i deliri religiosi possono svilupparsi tra i pazienti con disturbi ossessivo-compulsivi, disturbo bipolare, schizofrenia o psicosi.
Alcuni gruppi religiosi scoraggiano l'attuazione di cure della salute mentale e fisica, comprese le terapie potenzialmente salvavita (p. es., le trasfusioni di sangue, il trattamento di infezioni pericolose per la vita, la terapia insulinica), e tendono a sostituirle con riti religiosi (p. es., pregando, cantando, accendendo candele). Alcuni gruppi religiosi più rigidi possono isolare e allontanare le persone anziane dai membri della famiglia non partecipanti e dalla comunità sociale più ampia.
Ruolo dell'operatore sanitario
Parlare con i pazienti anziani delle loro credenze e pratiche religiose aiuta gli operatori sanitari a fornire le cure, poiché queste convinzioni possono incidere sulla salute fisica e mentale dei pazienti. Indagare sulle credenze religiose durante la visita medica è appropriato in determinate circostanze, incluso:
Quando i pazienti sono gravemente malati, sotto stress intenso, oppure vicini alla morte e chiedono o suggeriscono che un sanitario parli di questioni religiose
Quando i pazienti comunicano al sanitario curante di essere religiosi e che la religione li aiuta a combattere la malattia
Quando i bisogni religiosi sono evidenti e possono influenzare la salute del paziente o i comportamenti relativi alla salute
Gli anziani spesso hanno necessità spirituali distinte che possono sovrapporsi, ma che non sono le stesse delle necessità psicologiche. Accertandosi di quali siano le necessità spirituali del paziente può aiutare a mobilitare le risorse necessarie (p. es., consulenza spirituale o gruppi di sostegno, partecipazione ad attività religiose, contatti sociali da parte di membri di una comunità religiosa).
Anamnesi spirituale
Mediante l'anamnesi spirituale, si dimostra ai pazienti anziani che il sanitario accetta di discutere argomenti di questo tipo. I sanitari possono chiedere ai pazienti quale sia l'importanza della fede nella loro vita, come questa influisca sul modo di prendersi cura di loro stessi, se essi fanno parte di una comunità religiosa o spirituale e come vorrebbero che il medico trattasse le loro necessità spirituali.
In alternativa, un operatore sanitario può chiedere ai pazienti di descrivere il loro meccanismo di coping più importante. Se la risposta non è relativa a un qualcosa che ha a che fare con la religione, si può chiedere loro se le risorse spirituali o religiose siano per loro di qualche aiuto. Se la risposta è no, si può chiedere ai pazienti, con tatto, se vi siano degli eventuali ostacoli contro tali attività (p. es., problemi di trasporto, ipoacusie, mancanza di risorse finanziarie, depressione, mancanza di motivazione, conflitti indefiniti) per determinare se la ragione derivi da alcune circostanze o da una loro scelta. Tuttavia, i sanitari non devono forzare o suggerire credenze religiose o opinioni ai pazienti o intromettersi se i pazienti non vogliono aiuto.
Rinvio al clero
Molti membri del clero forniscono servizi di consulenza agli anziani a casa e in ospedale, spesso in maniera gratuita. Molti pazienti anziani preferiscono tale consulenza a quella di un professionista della salute mentale perché sono più soddisfatti dei risultati e perché credono che tale consulenza non abbia lo stigma associato all'assistenza per la salute mentale. Tuttavia, molti membri del clero nella comunità non hanno competenza in materia di consulenza mentale e possono non individuare quali siano i pazienti anziani che necessitano di assistenza per la salute mentale. Al contrario, molti membri del clero che lavorano in ospedale hanno esperienza riguardo alle necessità mentali, sociali e spirituali dell'anziano. Quindi, è utile includere i membri del clero dell'ospedale nel gruppo di assistenza. Possono offrire il ponte tra l'assistenza ospedaliera e l'assistenza in comunità, comunicando con i membri religiosi della comunità. Per esempio, quando un paziente viene dimesso dall'ospedale, i membri religiosi dell'ospedale possono chiamare l'assistente spirituale del paziente, così che il gruppo di supporto nella comunità religiosa del paziente possa essere mobilitato per aiutare il paziente durante la convalescenza (p. es., mediante servizi di pulizia domestica, pasti o trasporti o facendo visita al paziente o a chi si occupa di lui).
Supporto delle credenze e delle pratiche religiose dei pazienti
I pazienti ricercano l'assistenza sanitaria per problemi legati alla salute, non per motivi religiosi. Tuttavia, gli operatori sanitari non devono scoraggiare il coinvolgimento religioso del paziente qualora non interferisca con le cure mediche necessarie, in quanto tale partecipazione può contribuire alla salute. Le persone facenti parte attiva di gruppi religiosi, in particolare di quei gruppi delle principali tradizioni religiose, tendono a essere più sani.
Se i pazienti non sono già coinvolti in attività religiose, il suggerire tali attività richiede tatto. Tuttavia, il personale sanitario può raccomandare la partecipazione ad attività religiose, se i pazienti sembrano recettivi e traggono beneficio da tali attività, che possono favorire il contatto sociale, ridurre l'alienazione e l'isolamento e aumentare il senso di appartenenza, del senso e dello scopo della vita. Queste attività possono anche aiutare gli anziani a focalizzare l'attenzione su attività positive, piuttosto che sui loro problemi personali. Tuttavia, alcune attività si considerano appropriate solo per i pazienti più religiosi.