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Introduzione al processo decisionale clinico

DiBrian F. Mandell, MD, PhD, Cleveland Clinic Lerner College of Medicine at Case Western Reserve University
Reviewed ByMichael R. Wasserman, MD, California Association of Long Term Care Medicine
Revisionato/Rivisto lug 2024
Visualizzazione l’educazione dei pazienti

I medici devono integrare una grande varietà di dati clinici mentre affrontano le pressioni contrastanti legate alla necessità di diminuire l'incertezza diagnostica, i rischi per i pazienti e i costi. Decidere quali informazioni raccogliere, quali test prescrivere, come interpretare e integrare queste informazioni nelle ipotesi diagnostiche e quali trattamenti proporre sono tutte parti integranti del processo noto come "processo decisionale clinico".

Quando si valuta un paziente, i medici devono cercare di rispondere alle seguenti domande:

  • L'anamnesi e l'esame obiettivo suggeriscono diagnosi specifiche?

  • Ci sono 'segnali d'allarme' che suggeriscono un problema medico o sociale urgente che deve essere affrontato prima di confermare una diagnosi?

  • Devono essere effettuati esami o devono essere ottenute delle consultazioni?

In situazioni semplici e/o comuni, spesso i medici prendono tali decisioni riflessivamente; la diagnosi scaturisce dal riconoscimento delle caratteristiche del quadro clinico e i test e le terapie vengono stabiliti sulla base della pratica abituale. Per esempio, nel corso di un'epidemia d'influenza, è probabile che un adulto sano che presenta febbre, mialgia grave, dolore orbitale e tosse intensa per 2 giorni venga considerato come affetto da influenza e che gli venga, quindi, prescritta solo un'appropriata terapia sintomatica. Tale tipologia di analisi e riconoscimento è efficiente e facile da mettere in pratica, ma può essere fonte di errore perché altre possibilità diagnostiche e terapeutiche non vengono, in tal modo, prese in considerazione in maniera seria e sistematica. Per esempio, un paziente con segni e sintomi d'influenza e ridotta saturazione arteriosa di ossigeno potrebbe avere il COVID-19 o avere una polmonite batterica e richiedere quindi antibiotici. I medici devono essere consapevoli dei potenziali errori che possono essere introdotti nel processo diagnostico (1).

In casi più complessi, una metodologia d'analisi strutturata e quantitativa può essere un approccio migliore per il processo decisionale. Anche quando le caratteristiche della malattia portano a una possibilità diagnostica altamente probabile, il processo decisionale analitico è utilizzato spesso per confermare la diagnosi ed escludere potenziali imitatori di malattie. Metodi analitici devono comprendere l'applicazione dei principi della medicina basata su prove, l'uso di linee guida cliniche e l'uso di varie tecniche quantitative specifiche (p. es., il teorema di Bayes).

Riferimento generale

  1. 1. Croskerry P: From mindless to mindful practice—cognitive bias and clinical decision making. N Engl J Med 368(26):2445-8, 2013. doi: 10.1056/NEJMp1303712. PMID: 23802513.

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