Esami per la diagnosi di malattie da acido e reflusso

DiJonathan Gotfried, MD, Lewis Katz School of Medicine at Temple University
Revisionato/Rivisto mar 2023
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I fatti in Breve

Questo tipo di esami serve principalmente alla diagnosi di reflusso acido nell’esofago (il tubo cavo che collega la gola allo stomaco).

Si svolgono con l’impiego di un monitor collegato a un piccolo tubo flessibile (catetere) introdotto nell’esofago o un dispositivo di monitoraggio dell’acidità wireless temporaneamente fissato alla parte inferiore dell’esofago.

Dopo la mezzanotte del giorno prima dell’esame il paziente non deve mangiare né bere ma è libero di andare a casa e mangiare e bere generalmente dopo il posizionamento del dispositivo di monitoraggio. I dispositivi normalmente rimangono in sede per 24 ore, ma anche fino a 72 ore.

Le complicanze sono molto rare.

Monitoraggio con catetere

Si introduce un sottile tubo di plastica (catetere) dal naso fino all’esofago. Deve rimanere in sede per 24 ore. Il tubo contiene una o più sonde per pH (il pH è un parametro di misura dell’acidità). Rileva l’acido rilasciato dallo stomaco (detto reflusso acido) nell’esofago. I fili collegati alla sonda trasmettono i riscontri a un registratore di dati indossato dal paziente.

Il paziente registra i sintomi, i pasti e il sonno per 24 ore. Il medico mette a confronto i dati rilevati con la sonda con i sintomi annotati dal paziente per verificare se questi ultimi insorgono in presenza di acido.

Alcuni modelli più recenti del catetere contengono inoltre sonde in grado di rilevare l’eventuale presenza di liquido proveniente dallo stomaco, indipendentemente dall’acidità (test di impedenza). Questi nuovi cateteri combinano monitoraggio del pH e test di impedenza per valutare il reflusso esofageo sia acido che non acido.

Monitoraggio wireless

Prevede il monitoraggio dell’acidità nell’esofago mediante l’impiego di una capsula wireless sensibile al pH. Viene introdotta una sonda di esplorazione flessibile (endoscopio) attraverso la bocca per fissare la capsula alla parte inferiore dell’esofago.

La capsula effettua un monitoraggio continuo dell’esposizione all’acido per 48-72 ore e trasmette i dati in modalità wireless a un ricevitore indossato dal paziente. Pertanto, diversamente dal monitoraggio con catetere, il paziente non è costretto a tenere un tubo nel naso per l’intera durata dell’esame.

Analogamente al monitoraggio con catetere, il paziente è invitato a registrare i sintomi, i pasti e il sonno per la durata dell’esame, in modo tale che i medici possano stabilire se i sintomi sono insorti in presenza di acidità.

La capsula non deve essere rimossa. Generalmente si stacca entro una settimana e viene espulsa con le feci. Poiché la capsula trasmette i dati in modalità wireless quando è fissata, non deve essere recuperata dalle feci.