Le donne possono presentare infertilità se il numero di ovuli nelle ovaie è basso e/o se gli ovuli non funzionano bene.
Il numero e la qualità degli ovuli può iniziare a diminuire all’età di 30 anni o anche prima e diminuisce rapidamente dopo i 40 anni.
I medici eseguono esami del sangue per misurare i livelli di ormoni coinvolti nel rilascio degli ovuli e/o un’ecografia delle ovaie per osservare e contare il numero di follicoli (piccole sacche piene di liquido che contengono gli ovuli).
Il trattamento dipende dalle circostanze e dall’età della donna e può includere l’uso di ovuli di un’altra donna, soprattutto se il soggetto ha superato i 42 anni.
(Vedere anche Panoramica sull’infertilità.)
Le ovaie contengono gli ovuli; tutti gli ovuli che una donna avrà nel corso della vita si trovano nelle ovaie dalla nascita. Successivamente non vengono prodotti nuovi ovuli. Il numero e la qualità degli ovuli (riserva ovarica) può iniziare a diminuire all’età di 30 anni o anche prima e diminuisce rapidamente dopo i 40 anni. Ma l’età non è l’unico motivo per il quale il numero e la qualità degli ovuli diminuisce, potrebbero sussistere infatti delle anomalie ovariche.
Nell’insufficienza ovarica primaria (a volte chiamata menopausa prematura) la quantità di ovuli nelle ovaie diminuisce a un’età più giovane. In alcune donne l’insufficienza ovarica primaria è all’origine delle mestruazioni irregolari o assenti.
Diagnosi dei problemi relativi agli ovuli
Esami del sangue per misurare il livello di determinati ormoni
Ecografia
Le donne con le seguenti caratteristiche possono essere valutate per problemi relativi agli ovuli:
età di almeno 35 anni
intervento chirurgico alle ovaie
scarsa risposta ai farmaci per la fertilità (come le gonadotropine) che stimolano la maturazione e il rilascio di molteplici ovuli
I medici possono misurare i livelli di ormone follicolo-stimolante e di estrogeni nel sangue in un determinato momento durante il ciclo mestruale. (L’ormone follicolo-stimolante stimola il rilascio degli ovuli, chiamato ovulazione.) Livelli innalzati di ormone follicolo-stimolante e livelli inferiori di estrogeni all’inizio del ciclo mestruale suggeriscono un problema degli ovuli.
Gli esami più affidabili per diagnosticare problemi degli ovuli sono
Esami del sangue per misurare i livelli di ormone antimulleriano (antimüllerian hormone, AMH), prodotto dai follicoli (le sacche piene di liquido che contengono gli ovuli)
Ecografia con un dispositivo ecografico posizionato all’interno della vagina (ecografia transvaginale) per osservare e contare il numero di follicoli
Un basso livello di ormone antimulleriano indica che il numero di follicoli è basso. Un numero basso di follicoli (osservati e contati durante l’ecografia) indica che la gravidanza dopo la fecondazione in vitro è meno probabile, ma comunque possibile.
Tuttavia, la gravidanza può essere possibile anche in presenza di risultati anomali degli esami.
Trattamento dei problemi relativi agli ovuli
Trattamento basato sulle circostanze e sull’età della donna
Perché la gravidanza sia possibile, i medici prescrivono vari trattamenti basandosi sulle circostanze e sull’età della donna. Tali trattamenti possono includere quelli utilizzati per trattare i problemi dell’ovulazione, come clomifene, letrozolo (un inibitore dell’aromatasi) e gonadotropine umane.
Per le donne che hanno superato i 42 anni o se il numero o la qualità degli ovuli è ridotta, l’uso di ovuli di un’altra donna (donatrice), se disponibili, potrebbe essere un’opzione.