Nonostante i solidi sistemi di sicurezza predisposti per i vaccini negli Stati Uniti, molti genitori rimangono perplessi in merito all’uso dei vaccini infantili e al calendario vaccinale. Queste preoccupazioni possono portare alcuni genitori all’esitazione vaccinale. L’esitazione vaccinale si ha quando i genitori ritardano o non permettono che ai loro figli vengano somministrati alcuni o tutti i vaccini raccomandati nonostante la disponibilità dei servizi di vaccinazione. Le patologie che possono essere scongiurate grazie ai vaccini sono molto più probabili nei bambini i cui genitori hanno rifiutato uno o più vaccini.
I bambini negli Stati Uniti che non ricevono le vaccinazioni di routine si ammalano ancora molto e a volte muoiono di malattie prevenibili con i vaccini. Per esempio, prima che venisse sviluppato un vaccino, l’Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) era la causa principale di meningite batterica nei bambini (che può causare danno cerebrale o sordità). L’infezione da Hib, che prima del vaccino interessava circa 20.000 bambini ogni anno, è oggi rara negli Stati Uniti. Dal 2009 al 2018 ci sono stati solo 36 casi gravi in bambini di età inferiore ai 5 anni e 26 di questi casi riguardavano bambini non vaccinati o non completamente vaccinati (vedere Centers for Disease Control and Prevention (CDC): epidemiologia e prevenzione delle malattie prevenibili con i vaccini).
COVID-19 Vaccines
La pandemia di COVID-19 ha riportato in primo piano l’esitazione vaccinale. Il primo vaccino anti-COVID-19 ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza (Emergency Use Authorization, EUA) dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense nel dicembre 2020. Da allora, centinaia di milioni di americani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino anti-COVID-19. Tuttavia, molti soggetti rimangono non vaccinati. Analogamente ad altre malattie prevenibili con i vaccini, ricoveri e decessi dovuti al COVID-19 sono molto più frequenti tra i soggetti non vaccinati. Inoltre, gli effetti collaterali gravi associati alla vaccinazione anti-COVID-19 sono estremamente rari (meno di 10 casi per milione di vaccinazioni).
Alcuni genitori ritengono che l’infezione da COVID-19 non sia pericolosa per i bambini, ma non è così. Sebbene l’infezione da COVID-19 sia generalmente più lieve nei bambini rispetto agli adulti, può causare problemi gravi e il decesso. A partire dal maggio 2023, più di 15 milioni di bambini negli Stati Uniti sono risultati positivi al COVID-19 dallo scoppio della pandemia, con 1.839 decessi. Inoltre, il COVID-19 può portare a sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C), una patologia rara, ma grave, diagnosticata in quasi 10.000 bambini che ha causato 79 decessi alla data del 31 maggio 2023. Come negli adulti, il ricovero ospedaliero è più frequente negli adolescenti non vaccinati rispetto ai vaccinati. Inoltre, i bambini possono sviluppare problemi di lunga durata (long COVID) anche se l’infezione da COVID-19 è stata lieve o asintomatica. La ricerca suggerisce che le persone che contraggono un’infezione di COVID-19 dopo la vaccinazione hanno meno probabilità di avere un long COVID rispetto alle persone non vaccinate (vedere CDC: long COVID o patologie post-COVID).
Vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia (MPR): timori in relazione all’autismo
Negli anni ’90, la stampa ha riportato timori che il vaccino MPR potesse essere responsabile dell’autismo. Queste perplessità si basavano su un breve articolo medico fraudolento del 1998 relativo a 12 bambini. I genitori dichiararono che otto bambini a cui era stato somministrato il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia, avevano manifestato i sintomi entro un mese dalla vaccinazione. Poiché questa concatenazione di eventi può essere anche dovuta al caso, i medici hanno pertanto condotto molti studi volti alla ricerca di un collegamento tra il vaccino e l’autismo. Tuttavia in nessuno di questi numerosi studi è stata riscontrata tale correlazione.
Il più esteso di questi studi ha coinvolto 537.303 bambini danesi, nati tra il 1991 e il 1998. Alla maggior parte di essi (82%) è stato somministrato il vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia. I medici hanno riscontrato che
I bambini vaccinati non presentavano maggiori probabilità di sviluppare autismo rispetto a quelli non vaccinati.
L’autismo o un disturbo correlato è insorto in 608 (0,138%) dei 440.655 bambini vaccinati e in 130 (0,135%) dei 96.648 di quelli non vaccinati. La percentuale di bambini che sono diventati autistici è pressoché identica fra il gruppo vaccinato e il gruppo non vaccinato. Uno studio di follow-up di tutti i bambini nati in Danimarca tra 1999 e 2010, complessivamente 657.461 bambini, ha concluso che il vaccino MPR non causa l’autismo in generale, né ne aumenta il rischio in bambini ad alto rischio di autismo a causa della propria anamnesi familiare.
A conclusioni simili sono giunti anche studi paragonabili in altre parti del mondo. Inoltre, la ricerca dello studio originale ampiamente pubblicizzato che collega l’autismo al vaccino contro morbillo-parotite-rosolia presenta gravi lacune scientifiche ed è stata screditata dalla comunità scientifica e medica.
Nonostante le evidenze schiaccianti a conferma della sicurezza dei vaccini MPR, molti genitori purtroppo non sono ancora convinti. Di conseguenza, nel 2019 negli Stati Uniti si è avuta la più ampia epidemia di morbillo dal 1992. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), la maggior parte dei soggetti infetti non era stata vaccinata (vedere CDC: casi e focolai di morbillo).
Thimerosal: timori in relazione all’autismo
Sono state sollevate perplessità anche sui possibili effetti collaterali del thimerosal. Il thimerosal era utilizzato in passato come conservante nelle fiale che contenevano più dosi di un vaccino (fiale multidose). I conservanti non sono necessari nelle fiale monodose e non possono essere utilizzati nei vaccini che contengono virus vivi (per esempio rosolia e varicella). Il thimerosal, che contiene mercurio, viene scomposto all’interno dell’organismo in etilmercurio ed eliminato rapidamente. Poiché il metilmercurio (un composto differente, non eliminato rapidamente dall’organismo) è tossico per l’uomo, è sorta la perplessità secondo cui problemi neurologici, in particolare l’autismo nei bambini, si potessero imputare alle quantità molto esigue di thimerosal utilizzate nei vaccini.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non ha raccomandato la rimozione del thimerosal da alcun vaccino, poiché non esistono prove che il suo utilizzo di routine possa essere nocivo. Tuttavia, a causa di questi timori teorici e sebbene nessuno studio abbia dimostrato evidenze di danni, dal 2001 il thimerosal è stato eliminato dai vaccini infantili di routine somministrati negli Stati Uniti, in Europa e in vari altri Paesi. In questi Paesi, piccole quantità di thimerosal continuano a essere utilizzate in alcuni vaccini antinfluenzali, nonché in vari vaccini destinati all’uso negli adulti. I vaccini antinfluenzali annuali sono consigliati per tutti i bambini; i genitori preoccupati per il thimerosal possono chiedere un vaccino antinfluenzale che non lo contenga. (Vedere anche CDC: domande frequenti sul thimerosal.)
La rimozione del thimerosal dai vaccini infantili non ha avuto alcun effetto sul numero di bambini che hanno sviluppato l’autismo.
Uso simultaneo di più vaccini
Secondo il calendario raccomandato dai CDC, ai bambini vanno somministrate varie dosi di vaccini contro 10 o più infezioni diverse entro i 6 anni. Per ridurre al minimo il numero di iniezioni e visite, i medici somministrano molti vaccini in combinazione, per esempio il vaccino contro difterite-tetano-pertosse e altri.
Tuttavia alcuni genitori sono preoccupati che il sistema immunitario del bambino non sia in grado di sopportare un numero così elevato di antigeni somministrati contemporaneamente. Gli antigeni sono le sostanze nei vaccini che derivano dal virus o dai batteri che provocano la produzione da parte del sistema immunitario di anticorpi per debellare la malattia. Talvolta i genitori preoccupati richiedono un calendario diverso per la vaccinazione o chiedono di posticipare o escludere alcuni vaccini. Tuttavia, il calendario raccomandato è ideato per somministrare i vari vaccini all’età nella quale i bambini iniziano ad avere bisogno di protezione contro le malattie in questione. Pertanto, se non viene rispettato si espone il bambino a un maggior rischio di infezione. Inoltre, poiché gli attuali vaccini contengono meno antigeni in generale (perché sono stati identificati e purificati meglio antigeni cruciali), i bambini sono oggi esposti a un numero inferiore di antigeni del vaccino rispetto a quanto lo fossero per la maggior parte dei 20º secolo.
Inoltre, i vaccini, anche quelli combinati, contengono pochissimi antigeni rispetto a quelli che le persone incontrano quotidianamente. Sin dalla nascita, il bambino è esposto a dozzine e magari centinaia di antigeni durante una sola giornata normale. Il sistema immunitario li gestisce senza problemi. Anche un lieve raffreddore espone il bambino a 4-10 antigeni virali. Il sistema immunitario del bambino non viene stressato o sovraccaricato dai vaccini combinati. (Vedere anche CDC: vaccini multipli simultanei.)
Effetti del rifiuto dei vaccini sulla salute pubblica
Il ritardo o il rifiuto dei vaccini influiscono sulla salute pubblica. Se sono vaccinate meno persone, si riduce la percentuale di popolazione immune a una patologia, che pertanto diventa più diffusa, in particolare tra i soggetti a maggior rischio di contrarre la malattia.
Un soggetto può essere a maggior rischio perché
Non è diventato immune nonostante il vaccino.
Anche se vaccinati, l’immunità si è affievolita nel tempo, come può accadere con l’avanzare dell’età.
Il sistema immunitario è indebolito da un disturbo o da un farmaco (per esempio i farmaci per trattare il cancro o per prevenire il rigetto dei trapianti) e non è possibile somministrare vaccini con virus vivi, per esempio quello MPR o quello contro la varicella.