Paracoccidioidomicosi

DiPaschalis Vergidis, MD, MSc, Mayo Clinic College of Medicine & Science
Revisionato/Rivisto nov 2023
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La paracoccidioidomicosi è un’infezione causata dal micete Paracoccidioides brasiliensis.

  • Il micete cresce nel terreno e le sue spore possono essere inalate.

  • Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica, ma se i sintomi si manifestano di solito esordiscono anni dopo l’inalazione delle spore del micete.

  • La paracoccidioidomicosi in genere provoca tosse, febbre, respiro affannoso e difficoltà respiratorie, ma può dar luogo a ulcere, edema linfonodale e talora dolore addominale.

  • I medici formulano la diagnosi attraverso l’identificazione del micete nei campioni di tessuto.

  • Di norma, la paracoccidioidomicosi viene trattata con il farmaco antimicotico itraconazolo.

(Vedere anche Panoramica sulle infezioni micotiche)

La paracoccidioidomicosi è causata dall’inalazione delle spore del micete, che cresce nel terreno.

La paracoccidioidomicosi solitamente colpisce i polmoni, la pelle, la bocca, la gola i e linfonodi, sebbene possa talvolta interessare il fegato o la milza.

Si verifica più frequentemente negli uomini di età compresa tra 20 e 50 anni, in particolare nei lavoratori agricoli, come i coltivatori di caffè in Colombia, Venezuela e Brasile. È presente solo in alcune parti dell’America centrale e meridionale.

Generalmente, la paracoccidioidomicosi colpisce persone con sistema immunitario sano. Tuttavia, a volte si osserva in persone con un sistema immunitario indebolito (a causa di un’altra malattia o dell’uso di farmaci immunosoppressori).

Sintomi della paracoccidioidomicosi

Nella maggior parte dei casi, l’inalazione delle spore produce un’infezione asintomatica. I sintomi, se si manifestano, di solito insorgono da mesi ad anni dopo l’esposizione iniziale.

Se si sviluppa, la paracoccidioidomicosi solitamente assomiglia alla polmonite: provoca tosse, febbre, dispnea e difficoltà respiratorie, e può risolversi spontaneamente.

L’infezione può diffondersi dai polmoni ad altre parti del corpo.

Possono svilupparsi ulcere dolenti nella bocca e sulla pelle, il più delle volte sul viso, soprattutto intorno al naso e alla bocca, compresi lingua, gola e gengive.

I linfonodi infetti si gonfiano e possono drenare pus attraverso orifizi creati nella pelle, ma provocano poco dolore. I linfonodi più frequentemente colpiti sono quelli cervicali e ascellari. Può svilupparsi un ingrossamento del fegato e della milza, che a volte causa dolore addominale. A volte i sintomi perdurano a lungo, ma l’infezione è raramente fatale.

In alcuni casi, la paracoccidioidomicosi determina lo sviluppo di una malattia polmonare cronica, che provoca fibrosi e danno polmonare diffuso (enfisema).

Quando colpisce persone al di sotto dei 30 anni oppure persone con l’infezione da HIV o l’AIDS la paracoccidioidomicosi è più aggressiva. Si diffonde notevolmente, anche al midollo osseo e ad altri organi. Si manifestano febbre e perdita di peso, e si sviluppano un ingrossamento del fegato e della milza e anemia.

Diagnosi della paracoccidioidomicosi

  • Esame e coltura di un campione di tessuto infetto

Di solito, il medico sospetta la paracoccidioidomicosi sulla base dei sintomi e dei riscontri all’esame obiettivo.

Per diagnosticare la paracoccidioidomicosi, il medico preleva campioni di tessuto per l’esame al microscopio e la coltura.

Trattamento della paracoccidioidomicosi

  • Itraconazolo (un antimicotico)

Il farmaco antimicotico itraconazolo, somministrato per via orale, è il trattamento di prima scelta per la paracoccidioidomicosi.

La combinazione trimetoprim/sulfametoxazolo (sulfametoxazolo/tripetoprim, SMX-TMP, cotrimossazolo) rappresenta un’alternativa, tuttavia è necessario assumerla per periodi molto più lunghi (per esempio fino a 5 anni) rispetto all’itraconazolo (per esempio per 6-12 mesi).

Anche l’amfotericina B è efficace, ma a causa dei suoi effetti collaterali, viene utilizzata nei casi più gravi.