Coccidioidomicosi

(coccidiomicosi; febbre della Valle di San Joaquin)

DiPaschalis Vergidis, MD, MSc, Mayo Clinic College of Medicine & Science
Revisionato/Rivisto nov 2023
CONSULTA LA VERSIONE PER I PROFESSIONISTI

La coccidioidomicosi è un’infezione causata dai miceti Coccidioides immitis o Coccidioides posadasii e di solito colpisce i polmoni.

  • L’infezione avviene inalando le spore del micete.

  • Se l’infezione dei polmoni è leggera, si presentano sintomi simili all’influenza e talvolta respiro affannoso; ma l’infezione può peggiorare e diffondersi in tutto il corpo, causando diversi sintomi.

  • La diagnosi può essere confermata identificando il micete nei campioni di materiale infetto esaminati al microscopio o sottoposti a coltura.

  • Il trattamento prevede farmaci antimicotici.

(Vedere anche Panoramica sulle infezioni micotiche)

Le spore di Coccidioides sono presenti nel terreno della regione sud-occidentale degli Stati Uniti, nella valle centrale della California, in parti del New Mexico, del Texas a ovest di El Paso, nel Messico settentrionale e in zone dell’America centrale e dell’Argentina. Inoltre, possono essere presenti in Utah, Nevada e nelle zone centromeridionali dello stato di Washington.

La coccidioidomicosi causa circa il 15-30% dei casi di polmonite acquisita in comunità (un’infezione polmonare che si sviluppa in soggetti che non sono pazienti ricoverati in ospedale) nelle aree metropolitane dell’Arizona come Tucson e Phoenix.

Negli Stati Uniti, nel 2019 sono stati segnalati 20.003 casi di coccidioidomicosi.

La coccidioidomicosi si contrae inalando le spore presenti nel terreno, che possono disperdersi nell’aria quando il terreno viene smosso e la polvere si sposta sottovento. Coltivatori e altri individui esposti a terreni in lavorazione sono maggiormente soggetti a inalare le spore e a sviluppare l’infezione. I soggetti che contraggono l’infezione durante un viaggio possono non manifestare i sintomi della malattia sino al ritorno.

La coccidioidomicosi si presenta in due forme:

  • La coccidioidomicosi primaria acuta è un’infezione polmonare lieve. Si risolve senza trattamento. Questa forma rappresenta la maggior parte dei casi.

  • La coccidioidomicosi progressiva è un’infezione grave che peggiora rapidamente. l’infezione si diffonde dai polmoni a tutto l’organismo ed è spesso letale.

Fattori di rischio per la coccidioidomicosi progressiva

La coccidioidomicosi progressiva non è comune nelle persone altrimenti sane I fattori di rischio includono

  • Infezione da HIV

  • Farmaci che sopprimono il sistema immunitario (immunosoppressori)

  • Età avanzata

  • Essere nel secondo o terzo trimestre di gravidanza o in fase post-partum (aver appena partorito)

  • Razza o etnia (filippina, nera, indiana americana, ispanica o asiatica)

Sintomi della coccidioidomicosi

La maggior parte dei soggetti con coccidioidomicosi primaria acuta è asintomatica. In caso contrario, i sintomi si manifestano 1-3 settimane dopo che il soggetto ha contratto l’infezione. I sintomi sono solitamente leggeri e simili all’influenza. Includono tosse, febbre, brividi, dolore toracico e talvolta respiro affannoso. La tosse può produrre espettorato. Occasionalmente, quando l’infezione polmonare è grave, possono formarsi cavità nei polmoni e può manifestarsi tosse con emissione di sangue.

Coccidioidomicosi: reazione allergica
Nascondi dettagli
Alcuni soggetti sviluppano una reazione allergica a un micete che causa la coccidioidomicosi. La reazione può causare dolori articolari, congiuntivite, eritema multiforme o eritema nodoso. L’immagine mostra un esempio di eritema multiforme grave causato da coccidioidomicosi.
Immagine per gentile concessione di www.doctorfungus.org © 2005.

Le persone affette da coccidioidomicosi progressiva possono sviluppare sintomi settimane, mesi o perfino anni dopo l’infezione iniziale. I sintomi comprendono febbre moderata e perdita di appetito, di peso e della forza. L’infezione polmonare può aggravarsi, solitamente solo quando il sistema immunitario è compromesso. Può causare un aumento della difficoltà di respirazione e a volte presenza di sangue nell’espettorato.

La coccidioidomicosi può anche diffondersi dai polmoni alla pelle e ad altri tessuti. Se l’infezione si diffonde alla pelle, possono prodursi ulcere singole o multiple. Le articolazioni si gonfiano e provocano dolore. Le infezioni profonde a volte si aprono un varco nella pelle, producendo un orifizio dal quale fuoriesce materiale infetto.

In entrambe le forme di coccidioidomicosi, in alcuni casi si sviluppa una reazione allergica al micete, che può causare dolore articolare, congiuntivite, pomfi (noduli) di colore rosso o violaceo sotto la pelle e dolenti alla palpazione (eritema nodoso) oppure chiazze cutanee in rilievo di colore rosso, spesso concentriche (eritema multiforme).

Coccidioidomicosi che causa una sola ulcera
Nascondi dettagli
La coccidioidomicosi che si diffonde dai polmoni alla cute può causare una sola ulcera.
Immagine per gentile concessione di www.doctorfungus.org © 2005.

I miceti del genere Coccidioides possono anche infettare il cervello e i tessuti che lo rivestono (meningi), provocando meningite. Questa infezione è spesso cronica e causa cefalee, stato confusionale, perdita dell’equilibrio, sdoppiamento della vista e altri problemi. Se non trattata, la meningite è sempre letale.

Diagnosi della coccidioidomicosi

  • Esami del sangue

  • Radiografia toracica

  • Esame e coltura di un campione di sangue o di altri tessuti

Un medico sospetta la coccidioidomicosi se il soggetto sviluppa sintomi dopo un recente viaggio o soggiorno in aree in cui l’infezione è diffusa.

In genere vengono eseguite analisi del sangue per rilevare gli anticorpi contro il micete (analisi sierologiche) e una radiografia del torace. Se la coccidioidomicosi è presente, normalmente le analisi del sangue possono rilevare tali anticorpi nelle persone il cui sistema immunitario è sano. Di solito, la radiografia al torace mostra anomalie caratteristiche, che aiutano il medico a formulare la diagnosi.

Può essere utile anche un’analisi per rilevare gli antigeni (proteine rilasciate dal micete) nelle urine.

Per identificare il micete e confermare la diagnosi, il medico può effettuare l’esame microscopico di campioni di sangue, espettorato, pus, liquido cerebrospinale o altro tessuto infetto, oppure inviare i campioni in laboratorio per sottoporli a coltura. Dato che la coltura di Coccidioides può richiedere fino a 3 settimane, il medico in genere si basa sui risultati delle analisi del sangue e della radiografia del torace.

Un test per identificare il materiale genetico del micete (il suo DNA) può essere effettuato su campioni prelevati dalla gola e dai polmoni, ma questo esame non è ampiamente disponibile.

Trattamento della coccidioidomicosi

  • Farmaci antimicotici

Nelle persone altrimenti sane, la coccidioidomicosi primaria acuta generalmente si risolve senza trattamento e di solito la guarigione è completa. Tuttavia, alcuni medici preferiscono trattare queste persone a causa della remota possibilità che la coccidioidomicosi si diffonda. Inoltre, con il trattamento la sintomatologia si risolve più rapidamente. Il trattamento solitamente prevede un farmaco antimicotico, come il fluconazolo.

Tranne quando viene trattata, la coccidioidomicosi progressiva di solito è fatale, soprattutto se il sistema immunitario è indebolito. Circa il 70% delle persone con infezione da HIV grave o AIDS muore entro 1 mese dalla diagnosi. Per le forme lievi e moderate di coccidioidomicosi progressiva, si somministra fluconazolo o itraconazolo per via orale. In alternativa, l’infezione può essere trattata con voriconazolo, per via orale o endovenosa, oppure con posaconazolo per via orale. Per la coccidioidomicosi progressiva grave si somministra amfotericina B per via endovenosa.

I medici non prescrivono certi farmaci antimicotici alle gestanti nel primo trimestre di gravidanza, perché possono causare difetti congeniti. Per le donne con coccidioidomicosi da lieve a moderata che si trovano nel primo trimestre di gravidanza di solito non è necessario alcun trattamento. Tuttavia, i medici possono somministrare amfotericina B alle gestanti nel primo trimestre di gravidanza che presentano un’infezione da coccidioidomiceti grave o un’infezione che si è diffusa oltre i polmoni. Dopo il primo trimestre, i medici possono prescrivere un farmaco antimicotico diverso. Le gestanti che contraggono l’infezione nel secondo o nel terzo trimestre di gravidanza o entro 6 settimane dal parto sono a rischio di progressione dell’infezione. Se non vengono trattate con farmaci, i medici le seguono e prescrivono esami del sangue per determinare se l’infezione si stia diffondendo.

Se si sviluppa la meningite, viene somministrato il fluconazolo. Dopo una meningite dovuta a coccidioidomicosi si deve assumere fluconazolo per il resto della vita, perché le recidive sono comuni e potenzialmente fatali.

Le persone con un sistema immunitario indebolito devono assumere farmaci per anni, spesso per tutta la vita.

Qualora l’infezione interessi l’osso o abbia prodotto cavità nei polmoni, può rendersi necessario un intervento chirurgico.