La toracotomia è un intervento in cui la parete toracica viene aperta per osservare gli organi interni del torace, ottenere un campione di tessuto per esami di laboratorio e trattare malattie polmonari, cardiache o delle grandi arterie.
La toracotomia è un intervento di chirurgia maggiore, pertanto trova minor impiego rispetto ad altre tecniche diagnostiche. La toracotomia viene utilizzata quando altre procedure diagnostiche, quali la toracentesi, la broncoscopia o la mediastinoscopia, non abbiano fornito alcuna informazione adeguata. Il problema polmonare viene individuato in oltre il 90% dei soggetti che si sottopongono all’intervento, perché è possibile visualizzare la sede del prelievo in modo completo e ottenere campioni tissutali di vaste dimensioni.
La toracotomia viene spesso utilizzata per fornire il trattamento. Ad esempio, quando viene rimosso dal polmone del tessuto canceroso, la toracotomia consente al chirurgo di vederne e rimuoverne il più possibile.
La toracotomia richiede l’anestesia generale in sala operatoria.
Si pratica un’incisione della parete toracica e si asportano campioni di tessuto polmonare per esami microscopici. Se è necessario accedere a entrambi i cavi pleurici, spesso viene preferita la via sternotomica. Se necessario, si può asportare un segmento, un lobo o un intero polmone.
Si inserisce una sonda toracica nello spazio pleurico e si lascia in posizione per 24-48 ore. Il paziente normalmente rimane in ospedale per vari giorni. Le complicanze comprendono infezione, sanguinamento persistente e passaggio continuo di aria nella cavità pleurica (pneumotorace).
(Vedere anche Anamnesi ed esame obiettivo per le pneumopatie e Panoramica sull’apparato respiratorio.)