Panoramica sul ruolo del sodio nell’organismo

DiJames L. Lewis III, MD, Brookwood Baptist Health and Saint Vincent’s Ascension Health, Birmingham
Revisionato/Rivisto set 2023
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    Il sodio è uno degli elettroliti dell’organismo, minerali di cui l’organismo ha bisogno in quantità relativamente consistenti. Gli elettroliti sono dotati di una carica elettrica quando vengono disciolti in liquidi corporei come il sangue. (Vedere anche Panoramica sugli elettroliti)

    La maggior parte del sodio presente nell’organismo si trova nel sangue e nel liquido presente intorno alle cellule. Il sodio consente all’organismo di mantenere l’equilibrio dei liquidi nella norma (vedere I liquidi corporei). Riveste un ruolo chiave per la normale funzionalità di nervi e muscoli.

    Il sodio entra nell’organismo attraverso gli alimenti e le bevande e viene perso principalmente con il sudore e con le urine. I reni sani mantengono un livello costante di sodio nell’organismo variando la quantità di sodio escreta con le urine. Quando l’assunzione e la perdita di sodio non sono in equilibrio, si crea un’alterazione della quantità di sodio totale nell’organismo. La quantità (concentrazione) di sodio nel sangue può essere:

    Controllo della volemia

    La quantità di sodio totale nell’organismo influisce sulla quantità di liquido presente nel sangue (volemia) e intorno alle cellule (liquido extracellulare). L’organismo controlla continuamente la volemia e la concentrazione di sodio.

    Quando una delle due diventa troppo alta, alcuni recettori, presenti a livello del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, avvertono l’aumento e stimolano i reni ad aumentare l’escrezione di sodio, riportando la volemia nella norma.

    Quando la volemia o la concentrazione di sodio diventa troppo bassa, i recettori attivano dei meccanismi che aumentano la volemia. Tali meccanismi comprendono quanto segue:

    • I reni stimolano le ghiandole surrenali a secernere l’ormone aldosterone. L’aldosterone stimola i reni a trattenere sodio e a eliminare potassio. Quando il sodio viene trattenuto, diminuisce la produzione di urine con conseguente aumento della volemia.

    • L’ipofisi secerne la vasopressina (anche detta ormone antidiuretico). La vasopressina aiuta i reni a trattenere acqua.

    Mantenimento dell’equilibrio idrico e del sodio negli anziani

    Con l’avanzare dell’età, l’organismo perde la capacità di mantenere l’equilibrio dei liquidi e del sodio per diversi motivi:

    • Calo della sete: con l’avanzare dell’età, lo stimolo della sete viene avvertito con una rapidità e un’intensità minori, di conseguenza si ha la tendenza a bere una quantità insufficiente di liquidi.

    • Alterazioni renali: con l’invecchiamento, i reni possono perdere la capacità di trattenere l’acqua e gli elettroliti dalle urine (concentrazione delle urine) e, di conseguenza, viene eliminata una quantità maggiore di acqua nelle urine.

    • Meno liquidi nell’organismo: l’organismo degli anziani contiene meno liquidi. Negli anziani, solo il 45% del peso corporeo è costituito da liquidi, rispetto al 60% nei giovani. Questo cambiamento implica che una leggera perdita di liquidi e di sodio, come ad esempio nel caso di febbre oppure di alimentazione e idratazione insufficienti (talvolta anche solo per uno o due giorni), può avere conseguenze più gravi negli anziani.

    • Incapacità di ottenere acqua: alcuni anziani hanno problemi di mobilità o problemi fisici di altro tipo che impediscono loro di prendersi da bere quando hanno sete. Altri possono essere affetti da demenza e ciò impedisce loro di avvertire o esprimere la sensazione di sete. È possibile che debbano dipendere da altre persone per ottenere acqua.

    • Farmaci: molti anziani assumono farmaci per l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito o malattie cardiache che possono promuovere l’escrezione dei liquidi in eccesso dall’organismo o possono intensificare gli effetti negativi della perdita di liquidi.

    Tali situazioni possono determinare la perdita o il consumo insufficiente di liquidi, con conseguenti livelli elevati di sodio nel sangue (ipernatriemia) e/o disidratazione. Poiché queste situazioni sono più comuni nei soggetti anziani, anche l’ipernatriemia è più frequente in questa fascia di età. L’ipernatriemia può avere effetti importanti sugli anziani e può causare stato confusionale (delirio), coma e morte, se grave.

    Anche l’eccesso di liquidi e di sodio si osserva più frequentemente negli anziani, perché in età avanzata sono più comuni anche i disturbi che di solito provocano un eccesso di liquidi (sovraccarico idrico), come ad esempio l’insufficienza cardiaca, i disturbi del fegato e l’insufficienza renale.

    Un basso livello di sodio nel sangue (iponatriemia) è più comune negli anziani. Generalmente, si verifica iponatriemia quando l’organismo trattiene una quantità eccessiva di liquidi, come nel caso dell’insufficienza cardiaca o delle malattie del fegato. L’iponatriemia colpisce anche gli anziani che assumono determinati tipi di diuretici (diuretici tiazidici, come l’idroclorotiazide), in particolare se i reni non funzionano normalmente. I diuretici sono farmaci che aiutano l’organismo a eliminare i liquidi in eccesso. Anche l’uso degli integratori alimentari in forma liquida o la somministrazione di liquidi a basso contenuto di sodio per via endovenosa durante il ricovero ospedaliero possono causare iponatriemia negli anziani.