Disfunzioni cerebrali correlate al COVID-19

DiJuebin Huang, MD, PhD, Department of Neurology, University of Mississippi Medical Center
Revisionato/Rivisto ago 2023
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Il COVID-19 causa principalmente sintomi simili a quelli di raffreddore e influenza (come febbre, tosse, brividi, mal di gola) ma, a differenza della maggior parte dei raffreddori, il COVID-19 può causare la perdita del gusto e dell’olfatto. Tuttavia, il COVID-19 a volte interessa molte parti del corpo e può causare molti altri sintomi. Può colpire il cervello e i nervi, causando sintomi neurologici come lo stato confusionale. Il COVID-19 può anche causare disturbi cognitivi, emotivi, dell’umore e/o comportamentali, ovvero sintomi a carico della salute mentale (psicologica).

  • I sintomi neurologici e psicologici possono verificarsi quando i soggetti vengono colpiti dall’infezione da COVID-19, nel corso della ripresa e/o dopo la guarigione dall’infezione iniziale.

  • I soggetti che si ammalano gravemente di COVID-19 possono, come per altre infezioni, manifestare delirio, agitazione o sonnolenza.

  • Dopo essere guariti dall’infezione iniziale da COVID-19, molti soggetti presentano almeno un sintomo persistente, come affaticamento, alterazioni della memoria e delle capacità cognitive, cefalea, intorpidimento, formicoli, e/o perdita dell’olfatto.

  • I medici potrebbero eseguire una risonanza magnetica per immagini per controllare la presenza di alterazioni nel cervello, oltre a esami del sangue e delle urine per escludere altri disturbi che possono causare sintomi simili.

  • Il trattamento principale per i sintomi neurologici e psicologici consiste in cure di supporto, ma per i soggetti con depressione possono essere utili gli antidepressivi.

I sintomi neurologici e psicologici possono perdurare a lungo, da varie settimane a mesi. I sintomi che si manifestano durante le prime 4 settimane dopo l’infezione iniziale sono detti COVID-19 acuto. I sintomi che durano più a lungo o si ripresentano dopo un periodo di benessere e poi continuano sono comunemente chiamati long COVID (detto anche COVID cronico).

Le modalità con cui il virus che causa il COVID-19 (SARS-CoV-2) provoca sintomi neurologici e psicologici non sono chiare. Questi sintomi possono essere causati da

  • L’infezione stessa

  • Problemi che sono comuni durante la malattia grave o che derivano dalla degenza ospedaliera, in particolare in un’unità di terapia intensiva (UTI)

  • Una reazione autoimmune, che si verifica quando il sistema immunitario non funziona correttamente e attacca i suoi stessi tessuti, stimolato dal virus

Ad esempio, se il COVID-19 (o qualsiasi malattia respiratoria) è grave, può ridurre il livello di ossigeno nel sangue. Se il livello di ossigeno è molto basso, è possibile che il cervello non riceva abbastanza ossigeno e non funzioni correttamente, con conseguenti problemi di cognizione, perdita di memoria, alterazioni della personalità, difficoltà di deambulazione e mancanza di coordinazione.

I fattori di rischio di sviluppo di sintomi neurologici e psicologici (come delirio e agitazione) a causa del COVID-19 includono

I pazienti in terapia intensiva sono facilmente disorientati e confusi. Sono spesso da soli e spaventati, in un posto strano senza punti di riferimento familiari e lontani dalla loro quotidianità. Spesso non ci sono finestre né orologi, e non hanno nessun oggetto familiare per aiutarli a orientarsi. Gli anziani, che soffrano o meno di demenza, soffrono particolarmente quando vengono allontanati dal proprio ambiente familiare e non hanno il sostegno di familiari e amici. I soggetti in terapia intensiva tendono a essere sonnolenti perché spesso ricevono sedativi e il loro sonno è costantemente interrotto dai segnali acustici dei monitor, dai membri del personale che li controllano, dai prelievi di sangue e dalla somministrazione di farmaci. Un soggetto stanco è più facilmente confuso, talvolta arrivando al delirio.

Sintomi delle disfunzioni cerebrali correlate al COVID-19

Circa l’80% dei soggetti ricoverati per COVID-19 presenta sintomi neurologici. Molti soggetti manifestano sintomi psicologici e neurologici nei 6 mesi successivi al ricovero per COVID-19, soprattutto se hanno avuto un decorso grave.

Sintomi precoci

Durante le prime 4 settimane dell’infezione, i sintomi neurologici del COVID-19 possono includere cefalea, vertigini, dolori muscolari, affaticamento e il sintomo più specifico del COVID-19, ovvero perdita del gusto e dell’olfatto.

Diversi giorni dopo aver contratto l’infezione, alcuni soggetti continuano a peggiorare e possono raggiungere condizioni critiche. Generalmente, cominciano a delirare. I soggetti deliranti non riescono a concentrarsi e sono confusi. Possono alternare momenti di stato di vigilanza e di sonnolenza. I soggetti deliranti possono essere agitati e ostili oppure apatici e tranquilli.

Talvolta il COVID-19 causa gravi problemi neurologici quali un ictus ischemico, un sanguinamento nel cervello, meningite, encefalite e convulsioni. Alcuni sintomi persistono per settimane o mesi. I problemi persistenti possono richiedere una lunga riabilitazione.

I soggetti affetti da COVID-19 possono manifestare disturbi a carico di nervi e muscoli, come la sindrome di Guillain-Barré.

Sintomi più tardivi

Durante la fase di ripresa e/o nell’ambito della sindrome post-COVID, molti soggetti presentano almeno un sintomo neurologico di lunga durata, come astenia cronica, dolori muscolari generalizzati, intorpidimento e formicolio, e sonno non ristoratore. Alcuni soggetti, anche quelli con casi lievi di COVID-19, hanno il cervello annebbiato, il che può comportare problemi di concentrazione, memoria, comprensione del linguaggio parlato e scritto, pianificazione e capacità decisionale. Molti soggetti presentano cefalee simili all’emicrania (che spesso non rispondono ai trattamenti). Questi sintomi spesso influiscono significativamente sulla capacità del soggetto di svolgere le attività quotidiane. La perdita del gusto e dell’olfatto possono persistere per diversi mesi o anche più a lungo dopo la risoluzione degli altri sintomi.

I disturbi dell’umore, soprattutto ansia e depressione, sono comuni.

Può manifestarsi il disturbo post-traumatico da stress (DPTS). I soggetti con DPTS possono avere ricorrenti ricordi spiacevoli.

Sono necessari ulteriori studi per stabilire quanto a lungo si protraggano i sintomi neurologici e psicologici, nonché per capire in che misura i soggetti si riprendano da essi.

Diagnosi delle disfunzioni cerebrali correlate al COVID-19

  • Valutazione medica

  • Esami per altre cause

Per valutare i sintomi psicologici e/o neurologici dovuti a COVID-19 (o ad altre cause), si ricorre alla risonanza magnetica per immagini (RMI) o alla tomografia computerizzata (TC) del cervello. Questi esami possono rilevare un edema cerebrale, tumori o infezioni cerebrali e altre anomalie. Vengono eseguiti degli esami del sangue e delle urine per controllare la presenza disturbi metabolici e infezioni. Vengono eseguiti degli esami neuropsicologici per valutare i problemi cognitivi e comportamentali.

Nei soggetti affetti da COVID, i medici usano gli stessi criteri specifici utilizzati per altri soggetti per la diagnosi di disturbi dell’umore (come la depressione), disturbi d’ansia e DPTS. Per identificare depressione, disturbi d’ansia, disturbi del sonno, DPTS e affaticamento, vanno utilizzati strumenti di screening standard. Nei soggetti con problemi cognitivi che persistono dopo la risoluzione dell’infezione iniziale potrebbero essere necessarie valutazioni neuropsicologiche più specifiche.

Trattamento delle disfunzioni cerebrali correlate al COVID-19

  • Cure di supporto

  • Talvolta antidepressivi

Le cure di supporto rappresentano il trattamento principale per i soggetti con sintomi neurologici e psicologici dovuti al COVID-19. Le cure di supporto mirano ad alleviare i sintomi e possono prevedere il supporto vitale completo in terapia intensiva. Tali misure includono:

  • L’attento monitoraggio dei soggetti per identificare l’esordio di eventuali problemi

  • L’aiuto respiratorio attraverso la somministrazione di ossigeno supplementare

  • La riduzione della febbre

  • Il mantenimento dell’idratazione mediante la somministrazione di fluidi in vena (per via endovenosa)

  • Cure intensive, compresa la ventilazione meccanica, a seconda delle necessità

Non esiste un trattamento specifico per il long COVID, ma le cure di supporto fornite da un team composto da medici, specialisti della riabilitazione, consulenti, infermieri e psichiatri (un team multidisciplinare) possono essere utili.

Se un soggetto soffre di depressione o ansia, può essere utile la somministrazione di antidepressivi. Determinati inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono ridurre l’infiammazione causata dal COVID-19 nonché trattare la depressione.

I trattamenti per il COVID-19 sono in costante sviluppo e si stanno rapidamente evolvendo. Tuttavia, attualmente, nessuno di essi tratta specificamente i sintomi neurologici e psicologici.