Le mammografie sono radiografie della mammella, che di solito includono ≥ 2 proiezioni di ogni mammella prese da diverse angolazioni. Le mammelle sono compresse con spessori di plastica per ottimizzare la visualizzazione del tessuto mammario e di anomalie.
Le mammografie di screening sono utilizzate per verificare la presenza di neoplasie al seno nelle donne asintomatiche (vedi Screening per il cancro al seno).
Le mammografie diagnostiche sono utilizzate per identificare patologie mammarie nelle donne che hanno
Sintomatologia mammaria
Masse mammarie palpabili
Reperti anomali dello screening mammografico che richiedono ulteriori indagini
Le mammografie diagnostiche possono includere proiezioni standard e aggiuntive.
In genere, la mammografia espone le mammelle a circa 0,21 mSv di radiazioni. Questa dose è relativamente bassa rispetto ad altre metodiche di imaging che utilizzano le radiazioni (vedi tabella Dosi tipiche di radiazioni). Tuttavia, l'esposizione alle radiazioni con la mammografia è una problematica perché il tessuto mammario è sensibile alle radiazioni (vedi Rischi derivanti dalle radiazioni medicali). La mammografia è talvolta consigliata solo per donne > 40 anni in parte perché il tessuto mammario nelle donne più anziane è meno sensibile agli effetti avversi delle radiazioni. Unità di mammografia specializzate e tecniche di imaging digitale sono utilizzate per ridurre al minimo l'esposizione alle radiazioni.
Varianti della mammografia
La tomosintesi, una tecnica tridimensionale, può essere utilizzata in mammografia. In tomosintesi, una sorgente di raggi X si sposta su un arco di escursione, fornendo sottili fette tomografiche, che vengono ricostruite in immagini tridimensionali. Questa tecnica minimizza l'effetto di sovrapposizione di strutture nella mammella. Così, le anomalie possono essere meglio separate dallo sfondo. Di conseguenza, la necessità di ripetere le mammografie può essere ridotta e i medici possono essere in grado di rilevare i tumori in modo più accurato, specialmente nelle pazienti con seni densi.
La dose di radiazione totale utilizzata in mammografia tridimensionale (1,0 mSv) è superiore a quella utilizzata in mammografia convenzionale (0,5 mSv), anche se è relativamente bassa rispetto ad altre metodiche di imaging.