La determinazione della massima pressione inspiratoria e della massima pressione espiratoria può aiutare a valutare l'indebolimento dei muscoli respiratori.
La massima pressione inspiratoria è la pressione generata durante uno sforzo inspiratorio massimale contro un sistema chiuso. Di solito viene misurata come volume residuo (VR) poiché la forza dei muscoli inspiratori è inversamente proporzionale al volume polmonare (in modo curvilineo).
La massima pressione espiratoria viene misurata durante una manovra simile alla capacità polmonare totale poiché la forza muscolare espiratoria è direttamente proporzionale al volume polmonare (ancora in modo curvilineo).
Le informazioni ottenibili da queste manovre non sono comunque specifiche e non permettono la distinzione tra sforzo insufficiente, debolezza muscolare e una patologia neurologica.
La ventilazione volontaria massima è un'altra misura delle funzioni neuromuscolare e respiratoria. La ventilazione volontaria massima è il volume totale di aria espirata durante 12 sec di una rapida, respirazione profonda, che può essere confrontato con una ventilazione volontaria massima prevista, definita come il volume espiratorio forzato in 1 secondo (FEV1) × 35 o 40. Una differenza significativa tra la ventilazione volontaria massima predetta e quella misurata può indicare un'insufficiente riserva neuromuscolare, una meccanica respiratoria anomala o uno sforzo inadeguato. La progressiva riduzione del volume corrente durante la prova è compatibile con le anomalie neuromuscolari, ma si verifica anche con intrappolamento di gas a causa di disturbi che causano limitazione al flusso d'aria.
Lo sniff test viene talvolta utilizzato nel sospetto di paralisi o paresi del diaframma. Durante la radioscopia continua, il paziente esegue uno sforzo inspiratorio rapido, corto e intenso ("sniff"). Questa manovra rende minimo il contributo degli altri muscoli respiratori (p. es., intercostali). Un emidiaframma indebolito può avere un'escursione ridotta rispetto al controlaterale o può muoversi cranialmente in maniera paradossa. Occasionalmente si esegue l'esame elettromiografico del diaframma e del nervo frenico, ma sviluppare e interpretare i risultati di questo test richiede una considerevole competenza, e l'accuratezza diagnostica del test è incerta.
In casi selezionati, possono risultare utili gli esami bioptici dei muscoli o dei nervi.