Questioni etiche e legali a fine vita

DiElizabeth L. Cobbs, MD, George Washington University;
Rita A. Manfredi, MD, George Washington University School of Medicine and Health Sciences;Joanne Lynn, MD, MA, MS, The George Washington University Medical Center
Revisionato/Rivisto lug 2024
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Le persone e i loro familiari hanno spesso desideri ed esigenze specifici relativi al processo di decesso.

  • Le dichiarazioni anticipate di trattamento forniscono istruzioni ai familiari e agli operatori sanitari in relazione alle decisioni del paziente relative alle cure mediche se il soggetto non è in grado di decidere quando diventano necessarie.

  • Alcuni soggetti in fase terminale considerano l’idea del suicidio, anche se sono in pochi a compiere effettivamente dei passi in tal senso.

  • In alcune zone, la legge consente il suicidio assistito se vengono soddisfatte determinate condizioni e purché vengano seguite determinate procedure.

Dichiarazioni anticipate di trattamento

La dichiarazione anticipata di trattamento è un insieme di documenti in cui si comunicano le volontà di un individuo in materia di salute, nel caso in cui quest’ultimo perda la capacità di decisione in materia di salute. Questo tipo di dichiarazioni deve essere rilasciato per iscritto e ottemperare ai requisiti legali dello stato. Esistono due tipi principali di dichiarazioni anticipate di trattamento: testamenti biologici e procure per l’assistenza sanitaria.

  • Il testamento biologico fornisce, in anticipo, le istruzioni o le preferenze dell’individuo su futuri trattamenti medici, in particolare in materia di assistenza terminale, in caso di perdita della capacità decisionale in materia di salute.

  • Una procura per l’assistenza sanitaria comporta la nomina di un soggetto (denominato agente o delegato sanitario, rappresentante sanitario o altro nome nei diversi Stati) incaricato di prendere decisioni, anche in materia di salute, per conto del soggetto (il mandante) in caso di incapacità (temporanea o permanente).

Un numero crescente di programmi statali e locali prevede trattamenti di sostegno vitale di emergenza oltre alla rianimazione cardiopolmonare (RCP, una procedura il cui obiettivo è ripristinare la funzionalità cardiaca e polmonare) per i soggetti con malattie in stadio avanzato. Questi programmi sono più comunemente noti come ordini medici per il trattamento di supporto vitale (POLST). I POLST sono applicabili in tutti gli ambiti assistenziali. In caso di una crisi medica, i tecnici medici di emergenza e altri professionisti sanitari dovrebbero innanzitutto attenersi ai POLST.

I programmi POLST e programmi simili prevedono un colloquio avviato dal medico e un processo decisionale condiviso con soggetti affetti da malattia avanzata o in stadio terminale. Dà luogo a un insieme mobile di ordini medici scritti dal medico, coerenti con gli obiettivi di cura del paziente, in linea con le volontà di quest’ultimo riguardo all’uso di RCP, alimentazione e idratazione artificiali, ricovero ospedaliero, ventilazione, terapia intensiva e altre procedure che potrebbero essere utilizzate durante una crisi clinica.

Tuttavia, anche in assenza di documenti scritti, una discussione fra il paziente, la famiglia e gli operatori sanitari sul percorso di cura migliore offre una buona base su cui impostare le decisioni da prendere successivamente, quando il paziente non sarà più in grado di prenderle, ed è molto meglio che non affrontare affatto l’argomento.

Suicidio

Anche se le persone che compiono effettivamente dei passi concreti verso il suicidio sono poche, sono invece molte quelle in fase terminale che quantomeno ne valutano l’idea. Parlare di suicidio con un medico può aiutare a chiarire certe questioni e spesso sciogliere alcuni dubbi che hanno portato a considerare questa opzione. Il medico può aumentare le misure terapeutiche volte a controllare il dolore, la depressione e altri sintomi di sofferenza. Altri membri dell’équipe che presta assistenza al malato, come figure religiose, possono offrire rassicurazione al soggetto e alla famiglia sul fatto di essere amati, e aiutarli a trovare un senso. Ciononostante, alcuni malati scelgono il suicidio per porre fine a una situazione per loro intollerabile o per decidere autonomamente quando e come morire. La maggior parte delle persone ritiene di avere un controllo sufficiente rifiutando i trattamenti che potrebbero prolungare la vita, anche sonde per alimentazione e ventilatori. Decidere di rinunciare a un trattamento di sostegno vitale, rinunciare a cibo e liquidi in punto di morte o al ricorso a molti farmaci o a dosi massicce di farmaci per alleviare i sintomi in genere non conduce al decesso e non è considerato suicidio (vedere anche Death with Dignity National Center: Voluntary Stopping of Eating and Drinking [VSED] [Interruzione volontaria dell’assunzione di cibo e bevande]).

L’assistenza medica al suicidio (a volte detta suicidio assistito) si riferisce all’assistenza fornita dai medici a soggetti che desiderano porre fine alla propria vita. L’assistenza medica al suicidio è autorizzata in particolari condizioni in alcuni Stati degli Stati Uniti e in altri Paesi.

Ulteriori informazioni

La seguente risorsa in lingua inglese può essere utile. Si prega di notare che IL MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.

  1. Death with Dignity National Center: fornisce informazioni su come accelerare la morte, ad esempio attraverso la rinuncia a cibo e bevande e l’accettazione della sedazione palliativa